L'utente scontento, alla ricerca di aiuto, molto spesso arrabbiato, trova nei social media la sua valvola di sfogo ideale cercando un contatto diretto e immediato con il brand
Oggi più di ieri le conversazioni che corrono in rete assumono un peso molto maggiore nella definizione dei comportamenti di acquisto e di consumo degli utenti: sembra essere paradossale, ma una recensione negativa letta su un blog è in grado di condizionare l’opinione di molte più persone rispetto a uno spot televisivo. Se questa nuova attitudine dei consumatori è vera in fase di vendita e considerazione del prodotto o del servizio che intendiamo acquistare (il 69% degli utenti italiani ricerca informazioni sui brand in rete nella fase che precede l’acquisto), possiamo dire che sia altrettanto efficace in una fase di post vendita o di supporto, laddove l’utente scontento, alla ricerca di aiuto, molto spesso arrabbiato, trova nei social media la sua valvola di sfogo ideale cercando un contatto disintermediato, diretto e immediato con il brand.
Una società di ricerca, la Aberdeen, ha recentemente pubblicato due report - Enterprise Social Collaboration. Driving Customer Experience Excellence through Teamwork e Enterprise Social Collaboration in Customer Service: Better Teamwork Unlocks Customer Delight - che analizzano proprio il fenomeno del customer care e del servizio al cliente, ma da un punto di vista radicalmente differente: quello dell’interno dell’organizzazione. Emergono infatti dati significativi che mettono in luce come le aziende che hanno sviluppato social collaboration all'interno dell'organizzazione siano in grado di:
1. Ridurre i tempi di gestione delle richieste che provengono dai clienti
2. Ridurre i tempi di risposta (16%)
3. Incrementare la capacità di risolvere i problemi
4. Ridurre i costi operativi e di gestione interni al contact center
5. Aumentare la capacità di up-selling e di cross-selling
Utilizzare approcci social all'interno dell’impresa e favorire la collaborazione intra e inter dipartimento consente di migliorare la capacità dell’azienda di servire il cliente
Utilizzare approcci social all’interno dell’impresa e favorire la collaborazione intra e inter dipartimento o funzione consente quindi di migliorare notevolmente la capacità dell’azienda di servire meglio il cliente, rispondendo alle esigenze del mercato. In sintesi: chi collabora abbattendo barriere e silos organizzativi è in grado di instaurare una relazione migliore con il cliente finale. Un esempio molto interessante in questa direzione è quello tentato da Giffgaff, operatore virtuale di telefonia mobile UK che ha rinunciato completamente al controllo sul customer care, affidandolo a una community di dipendenti e clienti che trovano in modo collaborativo soluzioni a problemi più o meno comuni. La piattaforma nel corso degli anni ha raggiunto numeri da capogiro: oltre 130mila thread, un milione di risposte e un tempo medio di risoluzione dei problemi di tre minuti.
Alzi la mano chi tra voi non ha mai sbottato di fronte a un operatore di call center non capace, inesperto o che semplicemente vi suggeriva di “spegnere e riaccendere” per risolvere “automagicamente” ogni vostro problema. Casi di questo tipo sono all'ordine del giorno e impattano non solo sull'esperienza del cliente (che sappiamo essere chiave), ma sull'intera organizzazione. Ancora una volta la sfida maggiore per le aziende di oggi è all’interno e non all’esterno. È dove si collocano i gangli decisionali e gli asset fondamentali dell’impresa, dove a cambiare sono la persona, non la tecnologia. Le organizzazioni che sapranno essere maggiormente collaborative al loro interno saranno, quindi, anche quelle in grado di servire meglio i loro clienti, instaurando con loro un dialogo di valore e una relazione duratura nel tempo.