Si è tenuto ieri alla Camera dei Deputati, l'evento Italia: Paese per le donne di domani? voluto da TNS Italia e dall'On. Anna Ascani, in cui si è discusso sul ruolo, le attese e i modelli di riferimento delle trentenni di domani. Un tema molto caldo, ma anche pieno di tante stereotipiche che proprio con questa iniziativa abbiamo voluto contrastare.
Queste riflessioni, di base di natura sociale, economica e politica, hanno dei concreti risvolti per chi fa impresa oggi. Per esempio: come dipingiamo la donna nelle nostre campagne? Come ne parliamo durante i nostri meeting? Quante stereotipie siamo in grado di tirar fuori? Personalmente assisto a molte discussioni su profili che con il tempo si stanno sfuocando parecchio, fino ad arrivare a stereotipie pericolose. Sarà infatti forse per questo che una ricerca condotta da TNS nel 2015 riporta che solo il 19% delle ragazze tra i 15 e i 29 anni dichiara di riconoscersi nelle pubblicità a loro dedicate (studio TNS per Danone, 1.002 casi donne 15-29 anni condotta a marzo 2015).Solo il 19% delle #donnedidomani si sente rappresentato dalle pubblicità
Le trentenni di domani e gli acquisti Oggi molte Millennials vivono in casa e questo fa di questo target un punto di interesse focale, in quanto influenzano, con le proprie opinioni e idee, gli acquisti dell’intera famiglia, al pari o maggiormente della madre o del padre. In ambito alimentare, in particolare, questo fenomeno sta assumendo sempre maggior rilevanza: le ragazze, nella loro famiglia di origine o nella propria, hanno nuovi valori e attese che le loro mamme prendevano in considerazione in maniera molto minore. Per queste, le scelte alimentari sono frutto di una gestione oculata, mirante alla ricerca di un punto di equilibrio che va valutato lungo l’arco del pasto, della giornata e della settimana. Non abbiamo, quindi, di fronte salutiste contro goduriose, ma un insieme di donne che, a vario grado e costanza, decidono per il raggiungimento del loro punto di equilibrio personale. Non hanno, quindi, norme corrette a priori e valide in assoluto e per questo il riportare il consiglio della mamma o della nonna, anche in pubblicità o nei pack, forse non è la scelta più efficace. O meglio, sicuramente non lo è per tutte le giovani donne, visto che il 41% di esse dice che a dare loro le linee guida per la propria alimentazione non è la mamma, ma i mezzi di comunicazione, Internet in primis, e le loro pari.Qual è, in conclusione, il rischio di portare avanti stereotipi in modo acritico? Semplice, rischiamo di “targettizzare” le nonne e non le mamme nelle nostre campagne pubblicitarie, nelle nostre iniziative di marketing e nella gestione del nostro personale!