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Immagine principale di: New York/New Wave: un sito fa rivivere la mostra che ha inaugurato gli anni
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Arte e Cultura

New York/New Wave: un sito fa rivivere la mostra che ha inaugurato gli anni ‘80 e rivoluzionato l’arte

Eugenio Spagnuolo
Di Eugenio Spagnuolo
Giornalista free lance, scrive di innovazione, cultura, tecnologia, blockchain. Tra le collaborazioni: Wired, Business Insider, Focus, Panorama, GQ, Vogue, Huffington Post. Cura anche corsi di argomenti vari e da qualche tempo si occupa di seo editoriale e della produzione di contenuti informativi a misura di social.
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Pubblicato il 05.05.2023 alle 8:30

Basquiat, Keith Haring, Mapplethorpe sono solo alcuni degli esordienti lanciati dalla mostra New York/New Wave nel 1981 a Long Island, che ora si può rivedere online in un sito del MOMA.

I loro nomi oggi sono scolpiti nel Pantheon dei grandi dell’arte contemporanea. Ma c’è stato un tempo in cui anche Keith Haring, Jean Michel Basquiat e l’indimenticato Robert Mapplethorpe muovevano i primi passi nel mondo dell’arte ed erano considerati degli absolut beginners. 

Avveniva all’inizio degli anni ‘80. E tornare a quel tempo può essere utile per riconoscere un intreccio di storie che ha segnato l’intera nostra cultura. Se oggi la Street Art è considerata (giustamente) la forma d’arte su cui interrogarsi il merito va sicuramente a Keith Haring e Basquiat. Così come Mapplethorpe ha dato un contributo decisivo a ridefinire la bellezza, cercandola là dove era stata per troppo tempo considerata off limit. Sia Haring che Mapplethorpe che Basquiat hanno in comune gli esordi con New York/New Wave, la mostra spettacolare curata da Diego Cortez con 119 tra artisti e musicisti, al PS1 di Long Island City che vide la luce a metà febbraio del 1981. È in quel luogo, a una distanza siderale da Manhattan, e in quel momento che inizia tutto. E oggi è possibile scoprirlo attraverso un sito speciale che il MOMA ha dedicato a New York/New Wave. 

New York/New Wave: la mostra che ha rivoluzionato la storia dell’arte

Si tratta di un’installazione digitale di 82 immagini, basate perlopiù sulle foto dell’inaugurazione della mostra a cui partecipò, come decano, anche Andy Warhol. Osservandole una a una si possono cogliere dettagli sensazionali, come i primi timidi omini radioattivi di Keith Haring. E ben 15 opere di Basquiat che in seguito sarebbero state inserite in molte sue retrospettive. Per lui si trattò di un debutto in piena regola: Cortez ne era rimasto folgorato vedendolo ballare nel 1979 sulla pista del Mudd Club. In seguito, dato che era sempre al verde, gli aveva chiesto di realizzare alcuni dipinti e disegni in modo che potesse iniziare a guadagnare qualcosa dalla sua arte. 

Ma un attento osservatore in New York/New Wave potrà trovare delle vere e proprie chicche, visto che Cortez tappezzò letteralmente le gallerie e le sale del PS1 dal pavimento al soffitto dando vita a una coalizione di punk, musicisti new wave, giovani pittori, graffitari, poeti e giganti come William Burroughs che avrebbe lasciato un segno indelebile. Del lungo elenco fanno parte artisti come Kathy Acker, David Armstrong, David Byrne, Sarah Charlesworth, Henry Chalfant, Ray Johnson, Lawrence Weiner, Larry Clark, Arch Connelly, Jimmy de Sana, Dondi, Brian Eno, Fab 5 Freddy, Peter Fend, Futura 2000, Jedd Garet, Nan Goldin, Duncan Hannah, Roberto Juarez, Bill Komoski, Greer Lankton, Lady Pink, Marcus Leatherdale, Arto Lindsay, Judy Linn, John Lurie, Lydia Lunch, Ann Magnuson, Christoper Makos, Frank Moore, Lee Quinones (LEE), Rene Ricard, Kenny Scharf, Kate Simon, Duncan Smith, Kiki Smith, Steven Sprouse, Ken Tisa, Harvey Wang, Larry Williams e Robin Winters. Sono in molti oggi a ritenere New York/New Wave una pietra miliare nella storia dell’arte contemporanea. Ma all’epoca c’è anche chi storse il naso, perché – va detto – non tutti gli artisti esposti al PS1 avevano la stessa misura del talento. Ma una rivoluzione era cominciata, come scrisse, profetico, su Interview, Glenn O’Brien: “Questa è una marea d’arte, che sta per ridurre l’intero mondo dell’arte a macerie flosce, in particolare le cose che galleggiano”. E ancora: “Ecco un mondo artistico completamente nuovo pronto a sostituire quello vecchio. Ovviamente il vecchio non farà le valigie e si trasferirà a Chicago a causa di una mostra d’arte a Long Island City. Ma posso dirlo, hanno paura. E perché? Penso perché qui l’arte è basata sulla vita, non sull’arte. E al pubblico potrebbe piacere”. 

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