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Arte e Cultura

5 storie di donne dai film della 77esima Mostra del Cinema di Venezia

Gianluca Cedolin
Di Gianluca Cedolin
Nasce a Venezia e lavora come giornalista freelance. Ha pubblicato su molte testate e blog come La Repubblica, Rivista Undici, Gq, Yanez Magazine e Zona Cesarini. Appassionato di sport e di cinema, ambientalista convinto, vive a Milano e adora l’aria di progresso e sviluppo tecnologico che si respira, ma sogna un giorno di abitare nella natura sperduta.
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Pubblicato il 21.09.2020 alle 12:16

L’edizione appena conclusa della Mostra del Cinema di Venezia aveva tra i suoi caratteri distintivi la presenza delle donne, dalle registe in concorso nella selezione ufficiale (otto su diciotto) alla presidente di giuria, Cate Blanchett, fino alle protagoniste dei film. Sugli schermi del Lido abbiamo visto soprattutto grandi personaggi femminili, con gli uomini spesso confinati a ruoli marginali: lo dimostra il fatto che la Coppa Volpi per il miglior attore l’abbia vinta Pierfrancesco Favino, che, pur bravissimo come sempre, in Padrenostro interpretava un personaggio secondario. Tra le tante storie di donne raccontate nella rassegna, ne abbiamo scelte cinque.

Il viaggio di Fern (Frances McDormand) in Nomadland

Impossibile non partire da Nomadland, diretto dalla regista cinese residente in America Chloé Zhao, vincitore del Leone d’oro. Nel film la protagonista, interpretata da una sempre fantastica e super intensa Frances McDormand, dopo il crollo economico della cittadina in cui risiede e a diversi anni dalla morte del marito, decide di caricare tutta la sua vita su un furgone e di partire. Si sposta per gli Stati Uniti rurali, si mantiene con lavori settimanali, lasciando da parte quasi tutti i comfort, e nel suo viaggio incontra persone (veri nomadi, non attori professionisti) che come lei hanno scelto di vivere per strada, per ribellarsi alle costrizioni e alle diseguaglianze economiche e sociali. Una storia intima e profonda, personale ma anche di denuncia.

La lotta di Aida (Jasna Duricic) in Quo vadis, Aida?

Anche qui abbiamo una regista donna, la bosniaca Jazmila Zbanic, che dirige una protagonista femminile. Siamo nei giorni precedenti all’eccidio di Srebrenica, episodio nerissimo della sanguinosa Guerra di Jugoslavia, e Jasna Duricic interpreta Aida, una maestra elementare che lavora anche come interprete delle truppe Onu stanziate in Bosnia. Il film racconta la battaglia di Aida per salvare suo marito e i suoi due figli dal massacro, e per spronare le truppe olandesi dell’Onu a impedire l’azione dell’esercito serbo. «Era fondamentale per me portare un punto di vista femminile su questa vicenda, visto che la cinematografia ci ha portati quasi sempre a confrontarci con quello maschile», ha detto la regista, che per questo ha voluto come protagonista una donna, in un mondo in cui la storia l’hanno fatta gli uomini. Una scelta azzeccata.

La tragedia di Martha (Vanessa Kirby) in Pieces of a woman

Un film duro e potentissimo sul dramma di una donna che perde una figlia appena nata, la cui interpretazione ha consentito alla britannica Vanessa Kirby di portarsi a casa la Coppa Volpi come miglior attrice. Il regista ungherese Kornel Mundruczo ha scelto di rappresentare la scena del parto in casa, dalla rottura delle acque alla tragedia della morte prematura, con un lungo e intenso piano sequenza, per poi inscenare il difficilissimo tentativo dei due genitori di superare la perdita della figlia.

La forza e le debolezze di Eleanor (Romola Garai) in Miss Marx

La terzogenita di Karl Marx, Eleanor, era una donna moderna, emancipata, intellettuale, all’avanguardia nelle battaglie sindacali per i diritti dei lavoratori e delle donne. Ma era anche innamoratissima del drammaturgo britannico Edward Aveling, un uomo enigmatico, romantico e vivace, ma pure bugiardo, approfittatore, infedele. Su questa contraddizione si gioca il film di Susanna Nicchiarelli (una tra i quattro registi italiani in concorso), che ha scelto colonne sonore rock per mostrare vitale brillantezza di Eleanor Marx.

L’amore tra Abigail e Tallie (Katherine Waterston e Vanessa Kirby) in The world to come

Ancora Vanessa Kirby, questa volta diretta dalla norvegese (ma newyorkese d’adozione) Mona Fastvold insieme a Katherine Waterston. Il film, ambientato nelle campagne americane intorno al 1850, racconta l’amore delicato e passionale, oltre che segreto e proibito, tra due donne sposate e per diversi motivi infelici, che trovano l’una nell’altra conforto e gioia. Viviamo la loro storia attraverso il diario di Abigail (la Waterston), la cui esistenza viene sconvolta dall’arrivo della bellissima Tallie. Riusciranno le due a coronare insieme il loro sogno d’amore?

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