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Arte e Cultura

Arnold: i buoni motivi per guardare la serie di Netflix su Schwarzenegger

Eugenio Spagnuolo
Di Eugenio Spagnuolo
Giornalista free lance, scrive di innovazione, cultura, tecnologia, blockchain. Tra le collaborazioni: Wired, Business Insider, Focus, Panorama, GQ, Vogue, Huffington Post. Cura anche corsi di argomenti vari e da qualche tempo si occupa di seo editoriale e della produzione di contenuti informativi a misura di social.
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Pubblicato il 22.06.2023 alle 8:26

A 75 anni, Schwarzenegger torna protagonista con una serie tv e un documentario dove riassume la sua filosofia di vita.

Dopo un periodo di silenzio, Arnold Schwarzenegger è tornato a far parlare di sé: nel giro di una settimana, sono apparse su Netflix una serie TV, che lo vede protagonista, e un documentario biografico dove si racconta come (forse) mai prima. 

Il ritorno di Arnold su Netflix

La serie si intitola Fubar e ripropone in filigrana il ruolo preferito da Arnie, a metà tra comedy e azione. I fan, del resto, ricorderanno che verso la fine degli anni ‘80, dopo aver portato sullo schermo una sfilza di eroi muscolosi e un po’ inquietanti, a un certo punto scoprì il gusto della commedia che gli regalò i più grandi successi al botteghino. In Fubar, Arnold interpreta un papà agente della CIA in pensione che scopre che anche sua figlia fa parte dell’agenzia e gli tocca proteggerla. Commedia degli equivoci leggera e adrenalinica al punto giusto per il ritorno di un eroe dello schermo che – non dimentichiamolo – ha superato i 75 anni. Ma è in Arnold che abbiamo la misura di chi è Schwarzenegger e perché da 50 anni è un pilastro della cultura pop.

Arnold: di cosa parla il documentario su Schwarzenegger

Il documentario è diviso in 3 episodi. Il primo racconta gli esordi di Arnie – come lo chiamano gli amici – da bodybuilder nelle foreste austriache, fino a diventare il campione dei campioni sulle spiagge della California e le passerelle di Mister Olympia, quando questa disciplina sportiva era ritenuta un passatempo per fanatici. E Schwarzenegger non solo l’ha sdoganata, ma ha anche ribaltato tutti i luoghi comuni che la accompagnavano: Arnold ci racconta che mentre il nostro aderiva al culto del (suo) corpo, nottetempo studiava per laurearsi in business administration e investiva i guadagni delle gare nel mercato immobiliare. Molto prima che Hollywood si accorgesse di lui. 

La sua stella al cinema, come racconta il secondo episodio del doc, brillerà per circa vent’anni. Schwarzenegger racconta quel periodo, rivelando molti retroscena. Ma la sua è una storia dove le trasgressioni hollywoodiane lasciano spazio a una grande dedizione al lavoro e una straordinaria consapevolezza di sapere quando fermarsi, che nel suo caso significa dopo una delicata operazione al cuore. È in quel momento, all’inizio degli anni 2000, che Arnie cambia pelle per la terza volta e si butta in politica, riuscendo a farsi eleggere Governatore della California, contro ogni pronostico. 

Arnold: il coraggio di cambiare

Nei 3 episodi di Arnold c’è tutto questo e tanto altro, inclusa la leggendaria rivalità con Stallone. Ma in controluce, più che la vita romanzata di un idolo delle folle, sembra emergere la vicenda terrena di un uomo che non ha mai avuto paura di abbracciare il cambiamento. Fosse anche una dieta all’80% a base vegetale, come quella che ha scelto di seguire da qualche anno, dietro consiglio medico. Lui che per anni ha costruito i muscoli grazie un gigantesco apporto di proteine animali, oggi va in giro a spiegare che un altro bodybuilding è possibile. 

Arnold è una piacevole sorpresa per chi aveva perso le tracce di Schwarzenegger. Chi non ha mai smesso di seguirlo, invece sa che il tempo ha liberato la sua saggezza come testimonia il numero delle sue newsletter: ne mandava circa una al mese, ora sono almeno due a settimana nelle quali dispensa consigli (saggi), divulga studi scientifici e invita i suoi follower a una maggiore consapevolezza in fatto di salute e benessere. Senza neppure bisogno di flettere i muscoli o di pronunciare battute a effetto come la famosa: “Tornerò” di Terminator. 

Una battuta che, avremmo dovuto capirlo, racchiudeva il suo programma di vita. 

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