Uno dei rapporti più importanti nella nostra vita è quello tra fratelli. Serve a definire la nostra identità e può influire sulle nostre scelte di carriera. A contare sono anche i ruoli. Secondo alcuni esperti, i primogeniti sono protettivi e tendono a sviluppare capacità di leadership, i fratelli di mezzo sono bravi nel lavoro in team. Quelli più giovani, invece, sono rivoluzionari, creativi e sensibili. Come il protagonista del libro Il Bambino Mannaro, scritto da Ulf Stark, uno dei più grandi autori svedesi per l’infanzia, illustrato da Markus Majaluoma e tradotto da Laura Cangemi per Iperborea. Il racconto è una favola per bambini, parte della collana dedicata alle avventure del piccolo Ulf e al suo goffo percorso di crescita verso l’adolescenza.

In questo nuovo episodio il bambino ascolta i discorsi del fratello maggiore e dei suoi amici. Il tema è dei più “spaventosi”: si parla di lupi mannari. E Ulf vuole saperne di più. “Che cos’è un lupo mannaro?”, chiede quindi al fratello. L’ingenua domanda dà avvio allo scherzo e all’avventura: una notte il fratello veste i panni della strana creatura e dà un morso a Ulf. “È così che si diventa lupi mannari”, gli aveva spiegato. “Prima uno è un essere umano normale, per esempio un bambino con i pantaloni a pallini. Poi una notte arriva un lupo mannaro e lo morsica. E allora se non muore, diventa un lupo mannaro. È colpa della saliva.’ ‘E come sono fatti?’ ‘Tipo dei lupi grossi e scorbutici. Con la pelliccia.”. Il bambino, che nutre molta fiducia nel rapporto con il fratello, non ha alcun dubbio: dopo il morso, anche lui è diventato un lupo mannaro. Così, tutte le sere, esce di casa per evitare di mordere la sua famiglia.

I mostri che abbiamo sognato o immaginato di vedere da bambini possono vivere ancora dentro di noi. Sono le paure, i pregiudizi e le false credenze che ci fanno vagare nel buio anche da adulti. E che spesso vengono alimentati anche dall’esterno: da un falso amico, da un cattivo capo, da un pessimo politico. Letta da adulti, il bambino mannaro è una favola che mette in guardia dall’abuso di potere di chi ha un ruolo di leadership e che chiama in causa il tema delle fakenews. L’asimmetria informativa tra fratello maggiore e minore, infatti, potrebbe rievocare il tema della disuguaglianza di accesso all’informazione nella nostra società contemporanea. E quindi della difficoltà di verificare le informazioni che riceviamo ogni giorno. Un problema soprattutto per chi, per mancanza di formazione, non ha gli strumenti per difendersi dalle false notizie e rischia più facilmente di brancolare nella notte come il bambino della favola. Basti guardare al preoccupante fenomeno dell’“analfabetismo digitale”, particolarmente grave in Italia, che è quartultima fra i Paesi dell’Unione Europea, per competenze digitali. Studiare, capire, conoscere, in definitiva, è l’unico rimedio contro la paura.