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Arte e Cultura

Ciao Franco, avremo cura di te

Redazione Centodieci
Di Redazione Centodieci
Raccontare esperienze reali che possano aiutarci a percorrere strade nuove e sostenere un diverso approccio al lavoro, alla vita e alla società basato su valori quali condivisione, empatia, crescita e libertà. Questo è la strada che la redazione di Centodieci percorre insieme ai suoi autori, tutti uniti nello scovare e proporre a voi idee vincenti, eventi e personaggi di valore che con il loro coraggio hanno cambiato le regole del gioco. Ma la nostra piattaforma è aperta anche al vostro contributo: se avete pubblicato contenuti online che ritenete in linea o avete visto e apprezzato quelli di altri nei [...]
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Pubblicato il 19.05.2021 alle 16:23

Si spegne all’età di 76 anni Franco Battiato, colonna portante dello scenario musicale italiano. Artista libero da stereotipi e dai generi musicali, per oltre 50 anni ha reso la musica un mezzo potentissimo di libera espressione e di pensiero, uno strumento terapeutico per sé stesso e per i suoi ascoltatori. Coraggioso cantautore senza paura di sperimentare, di cambiare e di evolversi: così i fan lo ricordano sulle note dei suoi più grandi successi che dal 1967, anno della sua prima comparsa in televisione, lo hanno accompagnato in un percorso di scoperta e di rivoluzione del concetto di musica.  I più ricorderanno che Battiato esordisce con un grido di protesta negli anni Sessanta e approda agli album concettuali Fetus e Pollution (1972). Sebbene entrambi gli album siano ispirati dal romanzo Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley; Fetus, in particolare, è oggi considerato uno dei primi album elettronici mai prodotti in Italia. Osare: con questo termine è possibile descrivere il mantra che ha accompagnato la vita artistica di Battiato

Dalla fine degli anni Settanta, nasce l’era pop di Battiato: accompagnato da Giusto Pio, suo maestro di violino, compone L’era del cinghiale bianco (1979), l’album che segna l’accostamento del musicista siciliano alla new wave e il primo capitolo di una trilogia pop che comprende Patriots (1980), con la celebre Prospettiva Nevskij, e La voce del padrone (1981), album che segnò definitivamente il successo dell’artista catanese, restando al primo posto in classifica per diciotto settimane non consecutive fra il maggio e l’ottobre del 1982.  Indimenticabili i successi di queto long playing che ci ha portati a rintracciare il nostro Centro di gravità permanente, ad alzare Bandiera bianca e a ricercare un Sentimiento Nuevo. Ormai sulla cresta dell’onda del successo, Battiato non si ferma mai e proprio agli inizi degli anni Novanta fotografa un’Italia che oscilla tra sconforto e speranza con Povera patria, brano Premiato con la Targa Tenco nel 1992 come “miglior brano dell’anno” e pezzo di apertura dell’album Come un cammello in una grondaia. Indimenticabile il singolo La cura che viaggia tra i temi della guarigione e della protezione, un brano toccante e un inno all’amore.

Cantante, ma anche artista e regista, a tratti politico nominato assessore alla Cultura e agli Spettacoli della giunta regionale siciliana, ma solo per poco tempo: Battiato ha segnato la storia del nostro Paese e in un certo senso il nostro Paese ha segnato la sua storia.

Maestro di musica e di vita, Battiato attraverso i suoi testi è stato in grado di farci comprendere i molteplici modi di crescere come essere umani e ci ha mostrato il mondo attraverso i suoi occhi. “Non mi interessa sentirmi intelligente ascoltando degli ignoranti che parlano. Preferisco sentirmi ignorante ascoltando una persona eccelsa che parla”: un’eco alla crescita personale, questo il lavoro di Franco Battiato. Un lavoro durato anni e che perpetuerà per sempre, come ci ha voluto anticipare con il suo ultimo inedito Torneremo ancora, composto insieme a Juri Camisasca, che analizza il rapporto trascendentale tra vita e morte.

“La vita non finisce

È come il sogno

La nascita è come il risveglio

Finché non saremo liberi

Torneremo ancora

Ancora e ancora …”

Ciao Franco, avremo cura di te e del tuo ricordo.

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