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Empowerment

Buttati! I 4 rimedi contro l’ossessione del perfezionismo

Redazione Centodieci
Di Redazione Centodieci
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Pubblicato il 26.08.2019 alle 7:40

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“La perfezione è nemica del bene”, recita una famosa frase attribuita a Voltaire, che trova conferma nella psicologia contemporanea. «A un certo punto, dobbiamo tenere a mente che qualsiasi cambiamento faremo nella nostra opera creativa non la renderà migliore, ma solo diversa (e in qualche caso peggiore)», scrive il dottor Alex Lickerman su Psychology Today. Ma come riconoscere quel punto di curvatura, di declino inesorabile del nostro lavoro, in cui continuare a lavorare non produce più alcun miglioramento, ma rappresenta solo un gesto di ostinazione? La cosa non è affatto semplice, ma è necessaria.

Non si tratta semplicemente di overworking. Tim Herrera, editor della newsletter Smarter Living del New York Times, dedicata ai consigli su come vivere una vita più soddisfacente, spiega perché. In una delle sue newsletter racconta infatti di essere lui stesso, come molti giornalisti e scrittori, vittima della mania di perfezionismo, che lo porta a riscrivere costantemente frasi e interi testi, esaminando ogni parola al microscopio. Ma “agonizzando in piccoli tentativi di migliorare il nostro lavoro, rischiamo di mancare il nostro vero obiettivo: portare a termine il lavoro stesso” commenta Herrera. Per evitare di perderci per strada, però, si possono applicare alcune strategie.

Ecco le 4 tecniche contro l’ossessione del perfezionismo.

Definisci i tuoi criteri di “sufficienza”

Una possibile soluzione è l’utilizzo della cosiddetta “mostly fine decision (M.F.D.)”, il risultato minimo che sei disposto ad accettare come conseguenza di una decisione. E’ il punto che devi raggiungere in base agli obiettivi che ti sei dato, al di là che il risultato complessivo sia più o meno perfetto.

Non indugiare nelle decisioni

La radice di questa tecnica risiede nella differenza tra massimizzare e soddisfare spiega Herrera. Chi massimizza ricerca tutte le possibili opzioni di uno scenario, per paura di perdere quella migliore. Chi è soddisfatto, invece, prende decisioni più veloci in base a poche ricerche.

Visualizza i micro-progressi

Invece di guardare a un compito nel suo complesso, prova a suddividere il processo in tante piccole unità e affronta le cose una alla volta. Questa strategia ti consente di liberarti della pressione di avere un piano perfetto e infallibile ancora prima di iniziare qualsiasi progetto.

Concentrati sul viaggio e non sulla meta

Il processo è importante. Come scrive lo scrittore James Clear: “quando pensi ai tuoi obiettivi, non considerare il risultato che desideri. Concentrati sul lavoro che ti condurrà fino in fondo. Sulle centinaia di piccoli pezzetti che formano il mosaico”.

di Antonella Scarfò

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