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Empowerment

“Non siamo curvy, siamo persone”: parla Ashley Graham, la modella attivista

Marco Pietro Lombardo
Di Marco Pietro Lombardo
Giornalista professionista, una vita al Giornale, un presente (anche) da docente e comunicatore. Laureato in Giurisprudenza, ama lo sport e la tecnologia e studia l’innovazione per capire da che parte sia la strada giusta per il futuro, tentando di leggerla negli occhi dei suoi tre figli. Ha scritto un libro sui Mondiali di calcio e due pamphlet su intelligenza artificiale e smart working ed è sempre alla ricerca dell’articolo perfetto: magari sarà il prossimo!
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Pubblicato il 30.01.2023 alle 17:20

Scoperta a 12 anni, è stata la prima taglia 16 delle passerelle. Ha mostrato le sue smagliature su Instagram durante la gravidanza e lotta per la bellezza normale: “Il grasso? Solo qualche cellula in più nel corpo”

La vedi ed è bellissima, eppure ci ha messo un bel po’ di tempo a scoprirlo. Ha cominciato dentro di sé, ha lavorato contro se stessa e contro gli altri, si è guardata allo specchio chiedendosi chi fosse quella donna davanti ai suoi occhi. Poi ha deciso: “Sono coraggiosa, sono brillante, sono bella”. Se lo ripeteva tutti i giorni, tutte le volte che si metteva lì, pettinando quei capelli affascinanti. E alla fine ha vinto: Ashley Graham non è solo una modella. È un simbolo.

L’Attivista: così compare sul Calendario Pirelli 2023, e in realtà così è nella vita. Ashley Graham è una attivista tutti i giorni, lei che a 12 anni fu notata in un supermercato del Nebraska ed è stata la prima taglia 16 delle passerelle mondiali. Per la cronaca: corrisponde alla 52, che non nasconde, ora che è anche qualcosa in più. Porta invece i suoi chili di troppo con sensualità e qualche mese fa – durante la sua seconda gravidanza – si è mostrata con tutte le sue imperfezioni su Instagram, per dare un segnale: “Ero una modella, sono diventata una macchina sforna bambini piena di smagliature”, ha scritto. Bellissima e pure spiritosa.

Ashley Graham: “La moda dimentica le donne normali”

Rinchiusa nel suo vestito da sera, quello che noti di Ashley Graham in realtà è l’insieme: tutto si muove sinuosamente alla perfezione. “E devo dire che mi trovo in un momento e in un luogo davvero interessanti: parlare di un Calendario che sta al passo con i tempi, che descrive perfettamente cosa interessa alle donne. Sono qui come l’Attivista. E come attivista”.

È la sua prima volta su The Cal?
“Sì, ed è la cosa più bella che ti può capitare. Puoi fare decine di copertine, ma questo è il punto di svolta di una carriera. Sono una Musa”.

Da quando è cominciata la sua battaglia per la “body positivity”?
“Da sempre, da quando ancora non lo sapevo. Lotto da 23 anni, da quando ho cominciato a vivere in questo ambiente. È stato ed è un compito monumental, e ho visto l’industria della moda cambiare i punti di vista su chi eravamo e su come dovevamo essere. Però c’è ancora molto da fare”.

Per esempio?
“Avere più rappresentatività sulle passerelle, sulle TV e sui media. Perché ci chiamano curvy, dicono cosa dobbiamo essere e cosa dobbiamo fare con il nostro corpo. Ma cosa significhi e quanto sia importante vivere il proprio corpo, nella moda non l’hanno ancora capito. Siamo persone”.

Eppure qualcosa è cambiato, dicono.
“Sì è vero, in passerella c’è ogni tanto qualcuna di noi. Però…”

Dica.
“Però poi sarti e designer, vestiti per le donne normali, non li fanno. Io mi sento ancora parte di un ciclo di problematiche irrisolte: ci vuole uno sforzo corale, tutti devono fare qualcosa, non è che dire “sono sexy e sono curvy” risolve il problema”.

Ashley Graham a questo punto sorride, il suo sguardo vale più di qualsiasi parola. È sexy.

La voce dei social media

“Come ho cominciato a battermi per il corpo delle donne? Merito dei social media. Ho cominciato a postare immagini senza ritocchi o manipolazioni, così è diventato normale essere una voce per quelle donne che la voce non ce l’avevano e che non si rendevano conto”. 

Di che cosa?
“Che il grasso è solo qualche cellula in più nel tuo corpo, e non ci si può farsi sopraffare dal fatto che la gente ti dica che non sei bella”.

Lei però è una modella.
“Appunto. Il fatto di essere una modella vuol dire che, indipendentemente dalla taglia, diventi un corpo, manipolabile e controllabile da una certa industria che non è certo attenta quello che sei veramente”.

E come ha fatto a resistere?
“Dio benedica i miei genitori: mi hanno instillato fiducia su chi io fossi e hanno fatto sì che non mi lasciassi dire dagli altri chi dovevo essere”.

Come spiegarlo a chi soffre?
“La forza del proprio corpo deve venire da se stessi. Io oggi rido in faccia a tutti quelli che giudicano, vivo con responsabilità il mio essere. Ma certamente non vuol dire prendere una pillola per far sparire tutti i problemi”.

Come fare, allora?
“È una fatica: attraverso le parole, le azioni e le persone che ti circondano. Poi però questa fiducia diventa sempre più concreta”.

Se Ashley Graham si trovasse davanti una bambina che vive problemi per il suo corpo?
“Le direi: guarda che io sono stata te. E quindi come te ci sono tante donne che ti somigliano. Devi essere fiera della bellezza e della ricchezza del tuo corpo”.

Troppo facile?
“No, per niente. Quella bambina passerà fasi della vita a farsi un sacco di domande, ma alla fine arriverà ad amare il suo corpo. È come un mantra mentale: sono coraggiosa, sono brillante, sono bella. Ripetetelo sempre: vincerete”. 

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