Rivoluzione, che fantastica parola. Una parola che porta con sé un concetto bellissimo, quello del cambiamento: è possibile che le cose cambino e che siano diverse. Sfortunatamente la storia ci ha insegnato che la violenza ha, a volte, dato una connotazione negativa alla parola rivoluzione, anche se è bene ricordare che la maggior parte delle rivoluzioni dell’uomo sono state non violente.
Così, a 18 anni, quando ancora ero all’istituto psichiatrico, decisi che la rivoluzione che avrei portato avanti sarebbe stata quella dell’amore.
Ma non fu l’unica decisione importante che ho preso in quel periodo.
Mi chiesi: «Adesso che lavoro faccio?».
E ricordo di aver pensato di desiderare un lavoro che mi permettesse di donare il mio amore alle altre persone. Pensando alle professioni che realizzassero questo mio desiderio mi resi presto conto di quanto queste professioni in realtà fossero appannaggio delle donne e non degli uomini, ma proseguendo nei miei pensieri ecco che arrivò l’illuminazione: «Posso fare il medico! Ecco quale sarà la mia professione!».
Ancora però ignoravo una cosa che ho scoperto successivamente: la maggior parte dei medici sono persone poco amorevoli.
L’altra decisione, invece, fu un po’ più personale: mi chiesi come potessi diventare uno strumento al servizio di pace e giustizia in ogni istante della mia vita.
Decisi così quali sarebbero state le sei qualità che mi avrebbero accompagnato e caratterizzato per il resto della mia vita.

Volevo essere felice, divertente, amorevole, collaborativo, creativo e riflessivo.

Estratto dall’ebook di Patch Adams Il potere del sorriso
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