Ho un esperimento da proporvi, da farvi fare proprio ora. Immagino che stiate leggendo seduti, sdraiati… ecco, alzatevi in piedi e abbracciatevi. Dolcemente. Potete anche ondeggiare un po’ con il corpo. Non parlate, state in silenzio, ma con entusiasmo mentale e coinvolgimento del vostro corpo e ripetete tra voi più e più volte: «Io mi amo, io mi voglio bene». E se fossi vicino a voi vorrei vedere anche i vostri volti pronti a dimostrare che vi state realmente volendo bene. Questo era un primo esercizio, ora vi propongo il secondo.
Prima però vi do altri dati: sempre secondo le ricerche, la maggior parte delle persone dice di essere sola. Ma come?!? Abitiamo un pianeta da 7,3 miliardi di persone e siamo soli?
Com’è possibile? Fa quasi ridere la cosa. Miliardi di persone… E nessuno per noi?
Passiamo al secondo esercizio, spero che siate in un luogo pubblico, altrimenti infilate il cappotto e uscite in strada! Ora!

Trovate un partner con cui fare questo esercizio, mi raccomando: uno sconosciuto. Bene, ora abbracciatelo: questo è l’esercizio dell’abbraccio.
E se vi piace così tanto stare soli, vi ricordo che avete tutta la vita davanti per stare soli. In questo momento abbracciate qualcuno.
Non voglio vedervi fare l’abbraccio sportivo, l’abbraccio da pacca sulla spalla. Voglio un abbraccio vero.
Sono due le cose meravigliose che accadono in un abbraccio: donate e ricevete. E la cosa magica è che succedono simultaneamente.
Ma come fate a sapere se l’abbraccio che state dando e ricevendo è quello giusto?
Lo saprete solo quando terminerà, perché sarà allora che direte «No, accidenti. Perché?».
Se al contrario non sarete tristi del fatto che dovrete smettere di abbracciare ed essere abbracciati, allora questo significherà che quello che vi siete scambiati non era un abbraccio.

Estratto dall’ebook di Patch Adams Il potere del sorriso
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