Giocare è apparentemente privo di scopo ma riduce l’inibizione, modifica la percezione del tempo (e a volte dello spazio), attiva la serotonina e aiuta a migliorare le proprie capacità di adattamento e improvvisazione. Se tutto questo è provato dalla scienza, cosa ci porta a essere ancora convinti che il gioco sia retaggio dei ragazzi, e non degli adulti? È lecito restare scettici nei confronti del potenziale di qualsiasi attività ludica nel proprio ambiente lavorativo, ma leggere la presentazione in alto potrebbe modificare il vostro punto di vista.