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Empowerment

Praticare sport fa bene anche al tuo lavoro

Anna Fata
Di Anna Fata
Esperta di Comunicazione e Copywriting del benessere. Si occupa di Comunicazione integrata su carta, Web e Social su temi di salute, benessere alimentazione, psicologia dal 1998. Ha scritto migliaia di articoli, recensioni, interviste e 12 libri. E’ Fondatrice e Presidente di ArmoniaBenessere. Operativamente aiuta aziende e professionisti a comunicare brand, prodotti, servizi nel campo del benessere.
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Pubblicato il 22.09.2021 alle 10:50

Praticare sport fa bene alla salute: di questo ne sono ormai prova numerosissimi studi e ricerche. In un precedente articolo: “19 Prove scientifiche dei benefici dello sport” 

abbiamo appreso che i vantaggi non riguardano solo la salute del corpo, ma anche quella delle mente e dell’animo e si riflettono nel rendimento scolastico e professionale.

D’altro canto una vita eccessivamente sedentaria, come è tipica della nostra società contemporanea, tende a comportare molti rischi per il nostro benessere. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel mondo oggi un adulto su quattro e 3 adolescenti su 4 praticano  non praticano abbastanza movimento fisico. In Italia, secondo l’Istat, sembra che il 40% della popolazione non pratichi alcun tipo di sport né movimento. 

Un eccesso di sedentarietà mette a repentaglio la salute del cuore, con un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, ipertensione, del cervello, con maggiori probabilità di incorrere nel morbo di Alzheimer, delle ossa, con un aumentata possibilità di osteoporosi e artrite. Inoltre, sovrappeso, obesità, diabete di tipo 2 e tumori sono altre patologie che possono sorgere in modo concomitante con un eccesso di sedentarietà. 

Anche se camminare una mezz’ora al giorno pare che possa offrire dei benefici alla salute, ma non sufficienti per un benessere globale della mente e del corpo, può rappresentare un buon inizio che si può effettuare a qualsivoglia età, con adeguata supervisione medica, specie se ormai si soffre di qualche patologia.

Lo sport e i benefici al lavoro e nello studio

Sul fronte mentale e psicologico appaiono molto interessanti i benefici, in parte a volte inattesi, che l’attività fisica può esercitare e che possono comportare ricadute sul rendimento scolastico e professionale. Praticare sport, quindi, non è una perdita di tempo rispetto ai propri impegni scolastici e professionali, ma, al contrario, sembra che possa rappresentare un investimento anche su quel fronte e non solo per la salute. 

Un recente ricerca condotta da Michael Wheeler presso la University of Western Australia ha messo in luce che 30 minuti di attività aerobica di intensità moderata mattutina possono migliorare le capacità decisionali per il resto della giornata. Se la vita sedentaria peggiora le attività cognitive, l’esercizio fisico, invece, sembra renderle più acute.

Nello specifico è stato coinvolto un gruppo di 67 persone, uomini e donne, di età compresa tra 55 e 80 anni. In una situazione sperimentale è stato analizzato l’effetto combinato di 30 minuti di attività fisica aerobica moderata al mattino e di una breve camminata di 3 minuti ogni 30 minuti nell’arco della giornata, in confronto con lo stare seduti consecutivamente per 6 ore e mezza di fronte al computer e non esercitarsi al mattino. 

L’obiettivo della ricerca è stato quello di valutare gli effetti sulle attività cognitive delle diverse dosi di esercizi, in base ad intensità e durata, al mattino e durante il lavoro al computer nel resto della giornata.

La tecnica del “Brain Breaks”, infatti, da tempo viene adottata con successo non solo in Australia, ma anche in diverse parti del mondo, in vari  contesti, tra i quali anche le scuole, al fine di permettere agli studenti di rilassare, ri energizzare, rifocalizzare la mente durante la giornata scolastica. 

Concedersi pause al lavoro migliora le prestazioni professionali 

Secondo i risultati della ricerca di Michael Wheeler  la combinazione di 30 minuti di attività sportiva di media intensità al mattino e di brevi camminate ogni 30 minuti nel resto della giornata rende più produttivi al lavoro e nello studio rispetto a quanto potrebbe accadere standosene seduti per 8 ore consecutive alla scrivania. In questo modo la memoria di lavoro a breve termine e le funzioni esecutive sembrano diventare più efficienti. 

Al contrario, lunghi periodi di lavoro sedentario ininterrotto si associano a punteggi inferiori ai test di memoria di lavoro e a funzioni esecutive più scadenti.

L’attività fisica sia moderata, sia vigorosa si riconferma apportare, alla luce di ricerche precedenti, degli effetti neuroprotettivi e pertanto si dovrebbe praticare durante l’intero arco della vita.

D’altro canto anche le brevi pause di 3 minuti in movimento, ogni 30, nell’arco di una attività sedentaria di 8 ore potenzia le capacità decisionali e le funzioni esecutive.

In realtà, se è constatato, tramite il “Cogstate” Computerized Cognitive Assessment test, che misura le funzioni dell’attenzione, esecutive, di apprendimento visivo, di memoria di lavoro, che non tutte vengono influenzate allo stesso modo dalle diverse forme di attività fisica. Per questo è possibile fare leva su alcuni tipi di movimento per beneficiare in modo specifico alcune funzioni cerebrali, oppure altre.

Come il movimento influenza le attività cerebrali 

Ad esempio, una ricerca condotta da Won e Colleghi presso la University of Maryland ha rilevato che 30 minuti di cyclette a intensità moderata possono stimolare la memoria semantica, che attiene al linguaggio. In una ricerca creata da Heisz e Colleghi, invece, è stato scoperto che un training ad intervalli ad alta intensità può potenziare la memoria ad alta interferenza che interviene per riconoscere i volti familiari e altri schemi visivi.

In un’altra ricerca è stato rivelato che l’attività fisica migliora le attività cognitive e la memoria sollecitando la produzione il fattore neurotrofico cerebrale, o BDNF e stimola la nascita dei nuovi neuroni nell’ippocampo.  Wheeler ha successivamente confermato che il BDNF ha un ruolo fondamentale nella sopravvivenza e nella crescita  dei neuroni implicati nella trasmissione delle informazioni attraverso il cervello e il  BDNF, nello specifico, media i benefici dell’attività aerobica sull’apprendimento e sulla memoria. 

Lo sport: un toccasana per il cervello ad ogni età

In conclusione, tutte queste nuove ricerche confermano che lo sport e l’attività fisica da moderata ad intensa rappresenta un toccasana per la salute del corpo e il benessere della mente e della psiche. Non conta a che età si inizia, ogni momento è buono, a patto che lo si faccia sotto controllo medico, specie se si soffre di qualche patologia pregressa.

In particolare l’attività svolta al mattino può esercitare i benefici lungo l’arco dell’intera giornata, mentre delle piccole interruzioni accompagnate anche solo da brevissime camminate possono rendere più produttiva la memoria, le capacità di attenzione, apprendimento, e, in generale, la produttività scolastica e professionale.

Lo sport, quindi, lungi dall’essere un lusso, una perdita di tempo, rappresenta al contrario un ottimo investimento, sia per la salute, sia per lo studio e il lavoro. Si tratta di iniziare, nel momento in cui si acquisisce come abitudine diventa una parte indispensabile della propria giornata i cui risultati benefici possono risultare estremamente motivanti per continuare. 

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