Lavorare in team è meraviglioso, ma i meccanismi possono incepparsi se un solo ingranaggio non funziona a dovere. Ci possono essere comportamenti frustranti, cattiva comunicazione, disguidi dovuti all’ego o alle emozioni. Ecco, dunque, un piccolo vademecum per orientarsi quando sorge una situazione difficile interna al proprio gruppo, o anche soltanto con un collega che magari è il vicino di scrivania con cui svolgiamo moltissimi compiti.

  1. Identifica
    Può essere più complesso di quel che appare: chi ti sta effettivamente dando problemi e perché? Isola le cause o fattori in gioco possibili, e gli effetti. Abbi, insomma, un’idea assai chiara di quel che ti disturba e disturba il lavoro.
  2. Resta molto calmo
    Non siamo robot e siamo costantemente attraversati da emozioni. Non lasciamo che le emozioni decidano chi siamo e come agiamo, decidiamo noi quali emozioni tirare in ballo e in che modo.
  3. Osserva
    Qual è il «pattern», lo schema del collega o del membro del team che ti irrita o che lo irrita? Quale emozione – ce n’è sempre una – si nasconde dietro il suo atteggiamento? Sei in grado di dirlo?
  4. Fai inferenze
    Cosa potrebbe scatenare ira, mancanza di affidabilità, cattiva gestione del tempo o assenza di risultati? Prova a immaginare, a metterti nei suoi panni, a essere empatico.
  5. Scegli la modalità della tua battaglia
    Qual è la strategia migliore? Meglio affrontare il problema direttamente? Uscire a bere qualcosa? Fare un ragionamento tattico?
  6. Confrontati con le altre persone
    Non essere orgoglioso: chiedi il parere di persone fidate. Più teste ragionano meglio di una sola.
  7. Agisci (ma fallo in privato)
    Uno degli errori peggiori che si possono commettere in ufficio è umiliare qualcuno davanti a tutti, rimproverarlo davanti a molti occhi. È davvero controproducente. Molto meglio parlare in privato, a due.
  8. Non perdere di vista il problema
    Ora hai messo le basi per la risoluzione della difficoltà, ma non è il momento di lasciare andare. Occorre tenere d’occhio la situazione attraverso gentili «reminder», chiedendo come sta l’ex membro difficile del team che ora è probabilmente molto migliorato.