• Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Public Program
  • Lezioni Italiane
  • Argomenti
  • Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Progetti speciali
  • Lezioni Italiane
  • Public Program
  • Centodieci Extra
  • Tipo di contenuto
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Webinar
  • Eventi
reverse mentoring cosa vuol dire
Icona
Empowerment

Reverse mentoring: perché ascoltare i più giovani a volte è utile

Paolo Armelli
Di Paolo Armelli
Nato nel 1988, dopo una laurea Lettere Moderne con una specializzazione in traduzione letteraria, Paolo Armelli si dedica alla comunicazione occupandosi di content marketing e social media management. Nel frattempo scrive per alcune testate online e offline come Vogue, Wired.it, Rivista Studio, Gazzetta.it, Link. Si occupa principalmente di editoria, letteratura, televisione, cultura pop e tendenze. Pensa che le parole siano importanti e che usarle bene sia un segno di rispetto per l’altro, per questo studia come la lingua evolve per adattarsi alla diversità, all’inclusività e all’integrazione. Per un paio di anni ha diretto una rivista online di soli autori [...]
Scopri di più
Pubblicato il 06.02.2018 alle 15:17

La storia dell’umanità è rappresentata da un lungo cammino di conoscenza: dalla scoperta del fuoco alla costruzione delle città, dall’invenzione della stampa alle rivoluzioni digitali, il sapere si è sempre trasmesso linearmente e, nella maggior parte dei casi, dai più vecchi e saggi ai più giovani e inesperti. Siamo sempre stati abituati a pensare, infatti, che siano sempre i più giovani a dover imparare dai più grandi. Eppure negli ultimi decenni questo incrollabile concetto si sta modificando lentamente e nuove esigenze in campo comunicativo e lavorativo hanno aperto sempre più la strada al reverse mentoring.
In un mondo in cui si moltiplicano gli ambiti e le capacità di apprendimento non è infatti sbagliato dar ascolto anche a chi tradizionalmente viene considerato “con meno esperienza”. Questo è cruciale in settori come il digitale o l’innovazione tecnologica: molto spesso il gap con le generazioni che sono nate prima o agli albori di questi cambiamenti epocali è più difficile da colmare. L’aveva intuito già nel 1999, allora CEO di General Electric, che si dice sia stato fra i primi negli Stati Uniti a inserire un percorso di mentoring “al contrario”: fu lui, infatti, a intuire che i top manager della sua azienda dovessero mettersi a disposizione di giovani impiegati e imparare da loro i rudimenti della nascente Internet.
Per comprendere meglio le potenzialità di questa dinamica invertita è bene chiarire un comune fraintendimento riguardo al concetto di “mentore”: è vero che fin dalla nascita di questa parola (che viene dal personaggio dell’Odissea Mentore, a cui Ulisse lasciò in custodia il giovane figlio Telemaco prima di partire per Troia) la si associa a una disparità di età, il più anziano che insegna al più giovane. Ma non sarebbe più sensato sostituire il parametro anagrafico con quello di competenza? È ovvio che, per funzionare, una mentorship deve far in modo che ci sia uno scambio e un apprendimento effettivo di informazioni, da chi ne ha di più a chi ne ha di meno.
In questa nuova concezione questo fenomeno assume ancora più senso e importanza. Certo, negli ambienti in cui le gerarchie sono stabilite secondo rigidi criteri di merito e carriera non sarà facile invertire il flusso dell’insegnamento, ma una volta raggiunto l’obiettivo i risultati saranno ancora più proficui. Perché, anche qui contrariamente a quanto possa far pensare il termine, nel reverse mentoring non c’è sono un gruppo, quello con età più avanzata, che apprende passivamente, ma lo scambio è fruttuoso per entrambe le parti.
Molte realtà di consulenza lavorativa, come l’americana We Are Open o l’italiana Wise Growth, consigliano non a caso il reverse mentoring come strumento per rinsaldare i legami fra colleghi creando un ambiente di lavoro aperto e costruttivo. Da una parte, infatti, i più anziani saranno aggiornati da un bagaglio di conoscenze che difficilmente avrebbero potuto acquisire in autonomia; dall’altra, i più giovani fanno esperienza a tutto tondo delle dinamiche aziendali e imparano a confrontarsi con chi, per ragioni appunto anagrafiche o di ruolo, difficilmente avrebbero avuto a che fare.
Ma che cosa serve affinché la pratica del reverse mentoring sia effettivamente fruttuosa?
L’esperta di Forbes Lisa Quast indica i seguenti criteri:

  • La definizione di aspettative precise, in modo che ognuno sappia cosa deve imparare o insegnare e non ci siano spiacevoli sconfinamenti di ambito o competenze.
  • La volontà di imparare, che deve essere condivisa e liberata da pregiudizi o blocchi mentali.
  • La fiducia: alimentare un dialogo fra colleghi che altrimenti correrebbero sui propri binari paralleli contribuisce a creare consapevolezza e sinergia nel team.
  • La trasparenza è in questo caso un valore imprescindibile: ammettere i propri limiti ma anche manifestare apertamente i propri obiettivi e le proprie esigenze è fondamentale per la riuscita di un gruppo di lavoro di questo tipo.

Affidarsi con positività a processi di insegnamento a senso inverso è dunque un modo importante per tenere la propria azienda al passo coi tempi, mantenendo tutti i dipendenti, al di là dell’età o di altri fattori, aggiornati sugli ultimi trend e soprattutto favorendo la formazione di team collaborativi e mentalmente stimolati. Con questo non si vuole dire che i giovani sono in assoluto i detentori della “verità”, anzi che ci sia sempre da imparare da chi ha più anni di noi rimane un consiglio fondamentale. Eppure allenarsi all’ascolto del diverso, chiunque esso sia, è un insegnamento da tenere sempre molto a cuore.

Condividi questo articolo

Leggi anche

Leggi tutti gli articoli
  • Icona
    Empowerment
    07.01.2019

    I 3 fattori che influiscono sulla felicità al lavoro (il successo non c'entra)

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    08.05.2019

    Perché ai colloqui vi domandano «Dove ti vedi fra dieci anni?»

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    22.11.2017

    Solo chi ama conosce. Povero chi non ama!

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    21.11.2018

    Perché annoiarsi (ogni tanto) fa bene, e come farlo

    Leggi l'articolo

Tutti i consigli utili per innovare con lode

Iscriviti alla nostra newsletter

al trattamento di dati per la finalità dell’attività di marketing di vario tipo, inclusa la promozione di prodotti, servizi, distribuzione di materiale a carattere informativo, pubblicitario e promozionale, eventi, invio di newsletter e pubblicazioni come indicato nell’informativa.

© Centodieci 2025
| Privacy Policy & Cookie Policy | Feed RSS|Sitemap HTML|Dichiarazioni di accessibilità| A+ A-