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ripartire da zero
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Empowerment

Ti tocca ricominciare da zero (nel lavoro o negli affetti)? Vedila come un'opportunità

Davide Zane
Di Davide Zane
Ha vissuto per molti anni di marketing e comunicazione ed ha lavorato per grandi gruppi come Fastweb, Edison e Caterpillar. Ha conseguito un MBA alla SDA Bocconi nel 2011 e da allora coltiva un grande amore per l’innovazione e la creatività. È un consulente di Ars et Inventio | Bip ed aiuta le aziende nei loro processi di cambiamento. Davide è un runner appassionato e per allenarsi si alza molto presto al mattino.
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Pubblicato il 10.03.2017 alle 14:30

“Quando mi sono svegliato in ospedale, ho guardato la metà di me che restava, non quella che mancava”. Così disse Alex Zanardi dopo il terribile incidente che nel 2001 gli costò l’amputazione delle gambe, oltre a otto arresti cardiaci, tre giorni di coma, sedici operazioni e anche un’estrema unzione. Mi chiedo quasi ogni giorno quale sia la forza interiore di una persona di questo tipo e se sia possibile impararla. Non si tratta, infatti, solo di resilienza, cioè della capacità di superare un evento traumatico, ma soprattutto della velocità di ricostruire sé stessi e progettare una nuova vita, ripartendo con energia e determinazione.
Anche a me è capitato, nel passato, di dover ricominciare da zero: nel lavoro e negli affetti. Ho guardato quello che avevo solo pochi mesi prima, le speranze, le gioie e le emozioni, dovendomene mentalmente separare. Duro, certo. Ma produttivo.
Come ricominciare, cogliendo così un’opportunità di crescita personale e di fondazione di una nuova e più solida felicità?
Non rimuginare
Il primo errore da non fare è dedicare troppe energie a ripensare alle cause che ci hanno fatto precipitare in una situazione che non ci piace. Al contrario, è utile abbandonare, mentalmente, tutto quello che non si può controllare per riuscire a pensare velocemente al proprio futuro. Il che, naturalmente, non significa attuare una rimozione, ma separare l’evento, neutro in sé, dal giudizio che implicitamente ne diamo. Un licenziamento, spesso, è correlato a una valutazione negativa sul nostro operato, non su di noi come persone. Del resto, Eleanor Roosvelt diceva: “Niente e nessuno può farti sentire inferiore, a meno che tu non glielo consenta.”
Avere un piano
Mettersi velocemente all’opera programmando in modo accurato la propria rinascita è fondamentale. Ci consente da un lato di impegnarci da subito sul momento di ricostruzione, che è quello che ci permetterà di andare lontano, dall’altro di testare e affinare la validità di obiettivi e strategia. “I 7 pilastri del successo” di Stephen Covey è un’utile guida a questo momento di programmazione attraverso 7 diverse regole, da “sii proattivo” all’indispensabile “comincia pensando alla fine”: una vera e propria roadmap verso la nostra nuova vita.
Aprirsi all’apprendimento
Famosa la teoria secondo cui servono circa 10.000 ore per eccellere in qualsiasi attività, sia essa il golf o il business. È, dunque, evidente che il percorso sarà lungo e costellato di difficoltà. L’unico modo per renderlo un’esperienza di arricchimento è imparare ogni giorno e integrare rapidamente quanto si è appreso nella propria vita.
Rich Roll è un ultramaratoneta che ha vissuto per anni la tipica vita della corporate America: avvocato di successo, ritmi di lavoro forsennati, denaro. Alla soglia dei 40 anni si è ritrovato sovrappeso, con qualche problema di abuso di alcool e una forma fisica insoddisfacente. Nel giro di pochi mesi, con la determinazione di chi realizza improvvisamente di voler cambiare, ha abbandonato il lavoro e le vecchie abitudini e iniziato una intensissima routine di allenamento, arrivando a gareggiare in 5 Ironman di seguito (una specialità di triathlon estremo che comprende poco meno di 4 km di nuoto, 180 di bicicletta, 42 di corsa). In questo processo cosa ha imparato? “Il centro del valore, della bellezza e della soddisfazione è nell’esperienza del percorso. Questa è la verità”.
 

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