Ci provo. Provo a esporre i motivi essenziali per cui una società, una civiltà, un paese, sono più vivibili di altri. Perché è inutile far tante storie, si può e si deve essere aperti alla più abbondante molteplicità di culture, idee, esperienze, ma non si può e non si deve scivolare nel relativismo: ci sono posti dove l’esistenza umana è più valorizzata e altri dove lo è molto meno, punto. Ecco allora qui le mie sette, fondamentali unità di misura, intorno ai quali costruire una società più ricca di felicità.

  1. Le possibilità di scelta
    È molto semplice alla fine: dove ci sono più opzioni, più scelte possibili, quella è una situazione migliore. Vale per gli scenari della politica, della fede, del lavoro, del mercato, e vale per tutte le circostanze della nostra esistenza. Dove e quando siamo liberi di scegliere, significa che non possiamo lamentarci. Dove e quando siamo liberi di scegliere di più, significa che ce la stiamo passando bene.
  2. La valorizzazione del femminile
    Se una persona, un gruppo, una cultura, una società, un modello di pensiero e di vita, mette al centro la ricchezza vitale del femminile, allora possiamo fidarci, altrimenti no. Non parlo semplicemente di rivendicazioni e di riconoscimenti sociali: sto parlando di assumere come parametro assoluto la potenza del mistero vitale del femminile. La misoginia è forse il più orrendo crimine contro la vita stessa.
  3. La più ampia circolazione delle idee, dei linguaggi, dei progetti
    Una società dove la comunicazione smette di funzionare a senso unico e diventa condivisione perché muove contatti, confronti, relazioni, una società dove non siamo più spettatori o pubblico passivo ma produttori di contenuti: questa è una società dove è molto più facile crescere e far crescere tutto quanto.
  4. La protezione e la crescita dei bambini
    La valorizzazione delle ragazze e dei ragazzi che saranno i protagonisti del futuro prossimo. Perché mentre noi parliamo di evoluzione, loro sono evoluzione, e farli sentire importanti, aiutarli a elaborare il loro senso di se stessi è una vera missione antropologica.
  5. La libertà di ricerca e di sperimentazione
    Perché il miglioramento delle condizioni di vita dell’intero pianeta – dalla durata e qualità della nostra esistenza fino alla salvaguardia e all’incremento delle risorse ambientali e naturali – passa per lo sviluppo della ricerca medica, scientifica, tecnologica. È innanzitutto grazie alle scoperte dei ricercatori se finiamo per essere sempre un po’ migliori di prima.
  6. La promozione della responsabilità personale
    Perché è quando gli esseri umani smettono di essere considerati e di considerarsi pedine di un grande schema, di una dottrina, di un’ideologia, di un sistema, e si prendono la responsabilità delle proprie scelte e azioni, che una società e una cultura possono davvero dirsi vivibili. Tanto più che sentirsi responsabili in prima persona è  in questo nuovo mondo non soltanto più gratificante ma più vantaggioso.
  7. Priorità all’Innovazione
    E poi al centro della società, dell’esistenza condivisa, dovrebbe esserci chi fa, costruisce, progetta, innova, allarga frontiere. Tutte quelle persone, tecniche, sentimenti, idee, valori, linguaggi, che in un modo o nell’altro evolvono la vita, che la espandono. Questo dovrebbe essere il prototipo, quello che può motivare tanti a modellarsi su questa attitudine.

Dite che una società così ancora non c’è? Mi sa che è vero: motivo in più per provare con tutte le nostre forze a costruirla, no?