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Empowerment

Tornare a viaggiare dopo la pandemia

Mark Perna
Di Mark Perna
Giornalista, autore televisivo, radiofonico e teatrale, regista di documentari, segue per le principali testate nazionali i temi legati all’innovazione, al life style digitale e ai viaggi. Collabora con Wired, Vanity Fair, Panorama, Il Giornale ed è contributor per Rai, Mediaset e BBC.
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Pubblicato il 09.03.2021 alle 9:00

Per qualcuno segnerà il vero ritorno alla normalità. Poter viaggiare rappresenta infatti una delle manifestazioni più grandi di libertà, una condizione essenziale della nostra vita che il coronavirus ha fortemente limitato. Il filosofo persiano Umar Khayyām amava dire che “la vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte”, impossibile non essere d’accordo. Mettersi di nuovo in cammino alla scoperta del mondo consentirà di riappropriaci di un esercizio fondamentale per lo spirito e per il corpo.

Succederà solo dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità avrà dichiarato la fine della pandemia, quindi probabilmente non prima degli inizi del 2022. Purtroppo dobbiamo ancora attendere ma possiamo iniziare a prepararci perché non viaggeremo più come abbiamo fatto in passato. Molte cose sono cambiate e non tutto tornerà come prima, a iniziare da noi. Il primo “nuovo” elemento da prendere in considerazione siamo proprio noi stessi.

Lo stop lungo e prolungato ha acuito infatti il desiderio di vivere esperienze più gratificanti, più selettive, più coerenti con le nostre attitudini. Non saliremo sul primo aereo verso una meta qualsiasi, il primo viaggio vero dopo la pandemia sarà scelto con attenzione. Le opzioni sono certamente diverse. Per qualcuno la priorità sarà tornare in un lido conosciuto, rassicurante e carico di ricordi che si vorranno far riemergere. Per altri la direzione sarà quella di un luogo ignoto, remoto, capace di appagare la bramosia di scoperta.

Viaggeremo con coscienza e consapevolezza, privilegiando un contatto autentico con la natura. Andremo in cerca di spazi aperti, di orizzonti liberi davanti agli occhi, lontano dalla moltitudine. Ovviamente qualcuno sentirà il desiderio di immergersi tra simili, ma per la maggior parte delle persone il distanziamento sociale non forzato verrà vissuto come un privilegio, quello di poter vivere qualcosa di esclusivo.

Un po’ della gente continueremo ad aver paura, sarà inevitabile. Ci vorrà del tempo prima di tornare ai gesti e alla confidenza pre-pandemia, ma saranno proprio i viaggi a curare meglio di altre cose queste ferite. Ci riapproprieremo della nostra libertà un passo alla volta tornando a scoprire e conoscere il mondo, attraverso i luoghi più belli della nostra terra. Proprio la bellezza avrà un decisivo compito lenitivo.

Sarà un percorso da fare scegliendo con attenzione anche i compagni di viaggio, pochi e collaudati. Avremo infatti bisogno di condividere questo ritorno alla normalità con persone capaci di supportarci, di ascoltarci, in grado di garantire un clima rassicurante e armonioso. Ci saranno al nostro fianco solo gli amici più veri, solo i compagni di vita, sono i navigatori da seguire. Ma per qualcuno, e saranno diversi, il prossimo viaggio avverrà in solitudine, un itinerario intimo per riscoprire la propria sostanza, senza mediazioni.

Accanto a noi, nel nostro cammino, troveremo un’accoglienza diversa e maggiore predisposizione all’educazione e al rispetto. Sarà una condizione e un desiderio reciproco. La pandemia ha segnato molto le persone e lì dove andremo, nelle mete scelte con attenzione, avremo il piacere di condividere un nuovo modo di stare insieme.

Infine punteremo all’essenziale, ci libereremo degli orpelli che appesantiscono la mente e le valige. Viaggiare leggeri sarà un obbligo, lasceremo lo spazio a nuove sensazioni ed esperienze, quelle di una normalità ritrovata e straordinariamente positiva.

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