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Empowerment

Alcuni consigli utili a chiunque viaggi spesso per lavoro

Vera Gheno
Di Vera Gheno
Vera Gheno è una sociolinguista. Nasce in Ungheria nel 1975. Si laurea e si addottora in Linguistica presso l’Università di Firenze, specializzandosi sulla comunicazione mediata dal computer. Insegna all’Università di Firenze (Laboratorio di italiano scritto), all’Università per Stranieri di Siena (Applicazioni informatiche per le scienze umane) e al Middlebury College, sede di Firenze (Sociolinguistica). Collabora con l’Accademia della Crusca dal 2000. Al momento è membro della redazione di consulenza linguistica e gestisce il profilo Twitter dell’ente. Ha pubblicato un libro, “Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi)” con Franco Cesati Editore.
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Pubblicato il 20.03.2018 alle 14:30

La dimensione del viaggio è tutta particolare. Offre la possibilità di arricchirsi culturalmente e costringe la persona a uscire dalla propria comfort zone, come la chiamano gli inglesi. C’è nel viaggio, in ogni viaggio, una componente di avventura, che se vissuta nella maniera giusta è fonte di vero e proprio piacere.
Certo, le cose cambiano se si è costretti a farlo, principalmente per lavoro. Quando muoversi non è una libera scelta, ma una necessità, è decisamente più difficile conservare il senso dell’avventura. Questi sono alcuni degli spunti che mi sento di dare a chi si trova, come me, nella situazione di essere spesso in movimento, volente o nolente. Per una volta, da linguista errante quale sono, mi avventuro fuori dall’ambito linguistico per dare qualche dritta davvero molto pratica.

  • Controlla di avere un documento valido (in alcuni paesi richiedono che il passaporto sia valido per almeno altri sei mesi dalla data del viaggio). Tieni una foto del documento sul tuo cellulare, può tornare utile.
  • Viaggia con pochi contanti e una carta di credito. Anzi, due, ché una potrebbe smagnetizzarsi.
  • Se vai in un paese con un’altra valuta, ricordati che con la carta di credito puoi prelevare il contante locale direttamente al bancomat.
  • Dòtati di spiccioli per comprare i biglietti urbani nella città dove devi andare: non ti presentare con una banconota di grosso taglio. Avere con sé degli spiccioli è una buona idea.
  • Controlla quali spine elettriche siano in uso nel paese in cui vai. Anche quando viaggi in Europa, ricorda che la nostra spina a tre poli è un’anomalia rispetto agli altri paesi, ed è un genere di adattatore difficile da trovare sul posto.
  • Investi in un trolley di dimensioni contenute (per esempio, che possa viaggiare come bagaglio a mano sui voli low cost), il più possibile leggero. Magari costa un po’ di più, ma ne vale la pena.
  • Inserisci in borsa l’essenziale. Il resto lo potrai comprare a destinazione, nel caso. In più, è divertente costruirsi un guardaroba con capi acquistati in giro per il mondo, magari invece di acquistare dei souvenir che finiranno per impolverarsi a casa.
  • Per tenere in ordine i vestiti infilati in borsa, conviene dotarsi di retine portaindumenti come queste.
  • Lo stock di cosmetici è da ridurre al minimo. Il mio kit di sopravvivenza comprende deodorante, una fiala di profumo, shampoo e creme varie, spazzolino e dentifricio, i trucchi essenziali. Il bagnoschiuma di solito si trova in ogni albergo; non ha molto senso portarselo da casa. Il tutto può essere messo in una bustina di rete, che spesso ai controlli aeroportuali è accettata in luogo di quella di plastica trasparente.
  • Da tenere in borsa: tappi per le orecchie. Non sai mai come sarà l’albergo in cui ti troverai a dormire. Purtroppo, l’importanza dell’insonorizzazione è spesso sottovalutata.
  • Il mal di testa è una delle principali conseguenze del jet lag o dell’atmosfera viziata dei mezzi di trasporto. Portati dietro la tua medicina preferita.
  • Per viaggiare scegli vestiti comodi e poco ingombranti, ma soprattutto “a cipolla”, in modo da poterti spogliare e vestire facilmente, al variare della temperatura.
  • Portati sempre dietro dell’acqua: viaggiando ci si tende a disidratare. Se viaggi in aereo, puoi sempre portarti una bottiglia vuota per superare i controlli. La puoi riempire successivamente: praticamente in ogni aeroporto ci sono fontanelle con acqua potabile.

In aggiunta:

  • Non saltare le code: farai innervosire tutti! Ricorda che tutti abbiamo fretta allo stesso modo.
  • I controlli aeroportuali non sono stati inventati per farti perdere tempo, ma per garantire la sicurezza di tutti. Non innervosirti per la loro durata. Peraltro, più ti agiti e più aumenta la probabilità che tu venga trattenuto per qualche controllo in più.
  • Permetti alle persone di scendere dal mezzo prima di cercare di salirci.
  • Non ti bloccare in mezzo al corridoio a sistemare le tue cose, a toglierti il soprabito o a chiacchierare.
  • In aereo, se l’imbarco è sia anteriore sia posteriore, controlla da dove ti viene consigliato di salire.
  • Occupa il posto a te riservato. Potrai casomai cambiarlo in seguito, quando il mezzo è partito.
  • Abbassa la suoneria del cellulare: non sei da solo, e gli altri non sono curiosi di sentire i trillini del tuo device. Del resto, non sono neanche curiosi di sentire i suonini del tuo gioco elettronico, o di quello di tuo figlio.
  • Non parlare ad alta voce (vedi sopra).
  • Mantieni pulito il tuo posto: se tutti sporcano, la pulizia del mezzo degenera velocemente.
  • Ricordati che il ritardo del mezzo non è colpa del controllore o del personale di bordo.
  • Se sei in aereo, nelle cappelliere metti solo la valigia, non la giacca e altri ammennicoli, se non sopra la tua borsa. Eviterai di togliere spazio ai bagagli altrui.
  • Evita di reclinare il sedile con violenza. Fallo delicatamente, pensando a chi hai dietro.
  • Quando ti alzi in piedi, non occorre tenersi al sedile davanti come se fossi King Kong attaccato all’Empire State Building.
  • Spintonare mentre si scende da un mezzo di trasporto di massa non serve a molto.
  • Non imbarcarti su nessun mezzo con bagagli sovradimensionati. Togli posto agli altri, rallenti le operazioni di imbarco… insomma, sei di disturbo a tutti.

In generale, se dovessi condensare tutti questi consigli in poche righe, direi questo: mentre si viaggia, per quanto si abbia fretta, si sia di cattivo umore, si provi disagio, occorre sempre cercare di preservare la relazione con il prossimo e fare caso a chi si ha accanto. L’uomo è un animale sociale, e spesso le situazioni spiacevoli possono essere rese meno onerose con un sorriso, una mano tesa, un’attitudine in generale positiva nei confronti degli altri. Non farà bene solo al destinatario della nostra gentilezza, ma anche a noi.
E infine: che fare per la nostalgia di casa? Non ho vere risposte per questo. Io, personalmente, mi porto ovunque un piccolo “pezzo di casa mia”: una cosa che, ovunque io vada, mi permette di mantenere il contatto con casa e con i miei cari. Non svelerò di cosa si tratti, ma posso consigliare questo metodo come terapia per combattere la home sickness. Con me, funziona!

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