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Innovazione e Sostenibilità

Cubbit lancia la prima rete di cloud distribuito peer-to-peer aziendale d’Europa. Ecco come funziona

Eugenio Spagnuolo
Di Eugenio Spagnuolo
Giornalista free lance, scrive di innovazione, cultura, tecnologia, blockchain. Tra le collaborazioni: Wired, Business Insider, Focus, Panorama, GQ, Vogue, Huffington Post. Cura anche corsi di argomenti vari e da qualche tempo si occupa di seo editoriale e della produzione di contenuti informativi a misura di social.
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Pubblicato il 29.04.2022 alle 9:06

È stata la prima a creare una rete di storage online distribuito in Europa: un mix tra la tecnologia cloud e il peer-to-peer, utile a custodire i file online senza rischi. Tutto avviene infatti attraverso la Cubbit Cell, una “scatoletta” che si collega a internet e permette l’accesso a una rete dove i file vengono “spezzettati” e diffusi tra i vari utenti, ma in modo da essere accessibili nella loro interezza solo al legittimo proprietario. Ora la startup bolognese Cubbit (https://ngc.cubbit.io/) ha deciso di espandere il suo progetto al b2b: Next Generation Cloud Pioneers consente l’archiviazione e la condivisione di dati in modo sicuro e privato a una serie di imprese, che di fatto hanno dato vita alla prima rete privata europea di cloud distribuito. Tra loro ci sono l’Aeroporto di Bologna, la Amadori e Blockchain Italia. In tutto circa 50 realtà che operano in svariati settori: dall’aerospaziale alla pubblica amministrazione.

Come funziona il cloud distribuito di Cubbit

Proprio come avviene tra utenti privati, ogni azienda riceve alcune Cubbit Cell, che contribuiranno a formare uno swarm, ovvero l’insieme di nodi su cui poggia la rete distribuita. L’impresa diviene così utilizzatrice dei servizi e, al tempo stesso, contribuisce allo sviluppo della sua stessa rete. Questa forma di architettura diffusa è anche ecologica: per ogni Terabyte immagazzinato su Cubbit viene risparmiata l’emissione di 40kg di C02 all’anno. “Nel corso degli ultimi anni Cubbit ha sviluppato una tecnologia abilitante, il cloud distribuito, lanciandola sul mercato B2C con successo. Oggi, grazie a Next Generation Cloud Pioneers, aziende ambiziose e visionarie hanno scelto di realizzare una prima rete che permette loro di utilizzare questa tecnologia anche in ambito B2B, sfruttandone tutto il potenziale”, spiega Alessandro Cillario, co-Ceo e co-founder di Cubbit. “Insieme a loro stiamo dimostrando come il cloud centralizzato, che comporta l’uso di data-center costosi e spesso inquinanti, possa essere affiancato e abbinato a soluzioni di cloud distribuito più economiche, sicure e green. Una tecnologia simile apre a prospettive multicloud e hybrid cloud impensabili fino a pochi anni fa, e che saranno indispensabili nel prossimo decennio con la crescita dell’IoT”. 

Perché è utile il cloud distribuito 

Nata nel 2016 da un’idea di quattro studenti universitari, Cubbit ha l’ambizione di diventare il più importante fornitore di servizi cloud distribuiti al mondo. Un’idea tutt’altro che peregrina, visto che Gartner ha identificato questa tecnologia come uno dei trend dei prossimi anni, perché offre maggiore sicurezza. Tra i servizi a cui può accedere chi ricorre a Cubbit c’è, per esempio, Sync&Share che protegge le informazioni grazie a algoritmi di cifratura “zero knowledge”, e alla frammentazione e la distribuzione di ogni dato salvato (nemmeno Cubbit, in pratica, può accedere ai contenuti archiviati dai propri utenti). Inoltre, il sistema può interagire con i tradizionali servizi di backup, lasciando alle aziende la possibilità di affiancare il cloud centralizzato a quello distribuito, che garantisce loro più privacy e sicurezza. Una doppia tutela a prova di hacker, che ad oggi ha conquistato più di 5.000 clienti in oltre 70 Paesi nel mondo e protegge già più di 35 milioni di documenti. 

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