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Innovazione e Sostenibilità

Le città che verranno: cinque trend urbani per il 2016. Con una nota imprevista: cresceranno le auto!

Giacomo Biraghi
Di Giacomo Biraghi
Giacomo Biraghi è esperto internazionale di strategie urbane. Si è laureato in Economia delle Pubbliche Amministrazioni alla Bocconi di Milano e in City design and social sciences alla London School of Economics di Londra. Specialista nella gestione strategica di progetti territoriali complessi, cura in Italia e all’estero iniziative per amministrazioni pubbliche e società di servizi locali, come il Piano di Governo del Territorio di Milano e Cityprofile di Buenos Aires. Per la Camera di Commercio di Milano coordina il Sistema Integrato Turismo e i Tavoli Tematici in vista di Expo 2015. Nel settembre 2013 ha organizzato il TEDx di Porta Nuova, a  [...]
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Pubblicato il 28.12.2015 alle 8:26

Nel 2016 saranno ormai passati otto anni dalla nota rivoluzione urbana, momento da cui secondo l’ONU più della metà della popolazione mondiale vive nelle città e nelle metropoli in continua espansione in ogni continente.

Nei prossimi vent’anni il pianeta raggiungerà livelli di inurbamento senza precedenti

Questo dato sta continuando a crescere: raggiungeremo nei prossimi vent’anni livelli di inurbamento senza precedenti, con il duplice effetto di una concentrazione economica e di creatività individuale in potenti poli e nello stesso tempo di una esplosione di bisogni pressanti di gestione dei flussi e di approvvigionamento energetico in agglomerati spesso fuori da ogni controllo.
In questo nuovo contesto competitivo quali saranno allora nel 2016 i cinque mega trend emergenti con cui si dovranno confrontare le città di ogni parte del mondo?

  1. Ritorno delle automobili sulla scena urbana
    Nonostante un decennio di lotta allo sviluppo della mobilità individuale e di investimenti sulla mobilità collettiva, le auto resteranno protagoniste delle nostre città. Saranno sempre meno a combustione e sempre più a trazione elettrica, con versioni innovative che si guidano da sole, ma di certo riporteranno in campo un sistema di spostamenti non centralizzati e di massa, legati alle esigenze dei singoli e a percorsi sempre diversi. Dovremmo cominciare a ripensare all’equilibrio di attenzione, spesa corrente e investimenti tra trasporto pubblico e nuovi sistemi di mobilità personale.
  2. Diffusione di zone o aree territoriali di sperimentazione
    Ne stanno già nascendo a decine nelle metropoli mondiali: dalla singola piazza o via sperimentalmente chiusa al traffico e adibita per qualche tempo a usi diversi (un cinema, uno spazio dove prendere il sole su una sdraio, un campo di grano), fino a un intero quartiere nel quale si introduce una legislazione o delle regole di favore, sia dal punto di vista commerciale che burocratico, fiscale o di occupazione del suolo.
  3. Boom delle community e degli eventi temporanei
    A partire dalle antesignane critical mass, fino alla diffusione delle cene in bianco o più recentemente l’esplosione di fenomeni come gli eventi live di Ingress, il popolare videogioco di realtà aumentata. Quello cui stiamo assistendo è un graduale prevalere dell’analogico sul digitale, dell’offline sull’online: eventi come Expo 2015 ci hanno dimostrato quanto attirino nuovamente le esperienze sensoriali e fisiche, il desiderio di condividere un momento di festa e di folla.
  4. Privatizzazione dello spazio pubblico
    Le aree della città diventano in modo molecolare un’estensione della nostra abitazione o dell’ufficio per organizzare una festa di compleanno o una riunione, vengono trasformate in palestra per correre, fare yoga, appendere una corda tra un albero e l’altro di un parco, o in uno stadio a cielo aperto, come fanno le comunità di migranti ovunque, ritrovandosi intorno ai propri sport tradizionali che spesso non hanno ancora dei luoghi ufficiali e strutturati dove svolgersi.
  5. Il lusso accessibile
    L’ultima tendenza che vivranno le città a partire dal prossimo 2016 è la diffusione di servizi considerati oggi di lusso a strati di popolazione che non lo avevano mai vissuto, grazie al coinvolgimento di milioni di nuovi gig workers, lavoratori a chiamata. Non sarà infatti più un privilegio per pochi avere un autista personale o un maggiordomo che fa la spesa per noi, visto il crescente di sviluppo di servizi derivanti dalla cosiddetta sharing economy (le auto a noleggio condivise per esempio) o dal boom di una nuova logistica delle merci ubiqua e immediata, come sa chi ha provato il servizio Prime di un noto marchio di vendita di prodotti un tempo riservati ai soli supermaket, e oggi distribuiti in un’ora in tutta la città.

È difficile prevedere se questi nuovi trend urbani cambieranno in meglio o in peggio la nostra vita quotidiana o le catene del valore dei soggetti imprenditoriali che operano nelle nostre metropoli, ma di certo la loro pervasività e la rapidità con la quale sono apparsi e stanno crescendo muterà per sempre il volto delle città e le nostre abitudini. Prepariamoci!

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