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Innovazione e Sostenibilità

Multivitaminici e longevità: ecco chi dovrebbe prenderli, secondo la scienza

Eugenio Spagnuolo
Di Eugenio Spagnuolo
Giornalista free lance, scrive di innovazione, cultura, tecnologia, blockchain. Tra le collaborazioni: Wired, Business Insider, Focus, Panorama, GQ, Vogue, Huffington Post. Cura anche corsi di argomenti vari e da qualche tempo si occupa di seo editoriale e della produzione di contenuti informativi a misura di social.
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Pubblicato il 13.07.2023 alle 8:21

Gli integratori più diffusi sono davvero utili a tutti? Alcuni scienziati hanno scoperto chi può davvero beneficiarne.

Tra gli integratori occupano una posizione di primo piano: dai barattoli colorati pieni di pasticche masticabili per bambini alle complesse formule anti-invecchiamento per gli anziani, sembra che ci sia un multivitaminico per ogni fase della vita e per ogni esigenza. Ma quanto è efficace realmente l’uso di questi integratori che contengono un po’ di tutto, tra vitamine e minerali? Possono davvero fare la differenza in termini di salute e benessere o, come sostengono alcuni critici, rappresentano più un affare commerciale che un reale vantaggio per la salute?
Per provare a rispondere a queste domande, un recente studio dell’Università dell’Oregon, condotto dai ricercatori Tory Hagen e Alexander Michels, si è concentrato sugli effetti dei multivitaminici, scoprendo che un vantaggio sembrano effettivamente averlo, almeno a breve termine, soprattutto tra i gli anziani in buona salute.

Multivitaminici per gli anziani: lo studio

Il gruppo di ricerca, con otto scienziati dell’OSU, ha reclutato 35 uomini sani di età pari o superiore a 68 anni per uno studio doppio: metà di loro ha ricevuto un integratore multivitaminico di qualità, l’altra metà ha ricevuto, senza saperlo, un placebo. A nessuno dei partecipanti è stato inoltre permesso di assumere altri integratori durante lo studio, ad eccezione della vitamina D, se prescritta dal proprio medico. “I nostri test hanno dimostrato che molti di questi uomini anziani non mostravano i livelli ottimali di diverse vitamine quando è iniziato lo studio”, ammette Hagen, Helen P. Rumbel ricercatrice presso il Linus Pauling Institute. “Quindi c’era sicuramente spazio per miglioramenti”.

Dopo il test di 6 mesi, sono diventate evidenti le differenze nei gruppi di integratori e placebo. Mentre i volontari che assumevano il multivitaminico mostravano migliori biomarcatori della nutrizione, quelli del placebo no. “Molti dei partecipanti assegnati al gruppo placebo hanno registrato una caduta dei biomarcatori della nutrizione del sangue durante lo studio”, spiega Hagen. “E questo suggerisce che il cibo da solo non era sufficiente per mantenere alti i livelli di vitamine nell’organismo”.

Più vitamine per tutti? Non proprio

Ma, come ha precisato il Dott. Alexander Michels, anche lui ricercatore del Linus Pauling Institute dell’OSU, questo non significa che dovremmo tutti precipitarci a prendere multivitaminici, senza che un medico ce li consigli. “Le nostre prove indicano che se è vero che molti uomini anziani potrebbero trarre beneficio da un multivitaminico quotidiano, la risposta varia da individuo a individuo“. E ha aggiunto: “Sapere chi ne trae maggior beneficio e perché sarà la chiave per gli studi che valutano il rischio di malattia in futuro”.
Come fa notare Hagen, l’effetto non è stato più significativo dopo 2 e 3 anni, il che suggerisce che potrebbe anche essere dovuto al caso. “Siamo però rimasti sorpresi nello scoprire che gli uomini che hanno assunto il placebo hanno mostrato una riduzione del consumo di ossigeno cellulare”, ammette. “Questo non è stato osservato nei volontari che hanno assunto il multivitaminico, il che suggerisce una connessione tra il nostro stato vitaminico e la funzione dei globuli bianchi, che non vediamo l’ora di esplorare ulteriormente”.

Insomma, forse i multivitamici davvero potrebbero fare la differenza per alcune persone, ma servono altre ricerche per affermarlo…

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