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Innovazione e Sostenibilità

NFT alla conquista del settore immobiliare

Eugenio Spagnuolo
Di Eugenio Spagnuolo
Giornalista free lance, scrive di innovazione, cultura, tecnologia, blockchain. Tra le collaborazioni: Wired, Business Insider, Focus, Panorama, GQ, Vogue, Huffington Post. Cura anche corsi di argomenti vari e da qualche tempo si occupa di seo editoriale e della produzione di contenuti informativi a misura di social.
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Pubblicato il 22.10.2021 alle 9:00

Ormai sono sinonimo di arte digitale: gli NFT (Not Fungible Token) da mezzo, che erano, per proteggere l’opera d’arte nell’era della sua riproducibilità, negli ultimi mesi hanno finito per monopolizzare ogni discorso sull’arte contemporanea. Ma come tutte le grandi innovazioni tecnologiche, anche gli NFT travalicano gli schemi nei quali vorremmo ingabbiarli. E dall’arte estendono il loro dominio anche a settori insospettabili. 

Un esempio? Il real estate e l’immobiliare.

NFT e Real Estate… Virtuale

Attorno i certificati digitali di proprietà, protetti dalla Blockchain, stanno prendendo veri e propri universi digitali (o metaversi). Terre virtuali e immobili che possono essere scambiati e venduti come NFTs in un gioco di specchi tra reale e digitale, che ricorda un po’ Second Life (e un po’ anche il Monopoly). Tra le piattaforme più attive in questo settore ci sono Decentraland,  Cryptovoxels e il famoso SuperWorld che – come scrive il New York Times – “è mappato geograficamente sul mondo reale, diviso in 64 miliardi di appezzamenti di uguali dimensioni che coprono la superficie della terra. Quindi una persona potrebbe teoricamente possedere un terreno virtuale che comprende la Torre Eiffel, il Colosseo a Roma o una proprietà commerciale di prim’ordine a Lower Manhattan. O se siete nostalgici, un NFT della casa della vostra infanzia”.

NFT e real estate… Reale!

Ma gli NFT nell’immobiliare non si limitano a riprendere i fili di Second Life: hanno anche l’ambizione di diventare una sorta di catasto digitale. Oggi, i registri dei terreni e degli immobili sono infatti centralizzati e gestiti da enti pubblici, anche nei paesi più avanzati dal punto di vista digitale. Ciò significa che le transazioni immobiliari non possono essere concluse direttamente tra le parti interessate ma è necessario far ricorso a autorità di regolamentazione e notai. Ma se da un lato questo sistema concede affidabilità e certezza nel mercato immobiliare, dall’altro, fa aumentare i costi. In questo contesto, la Blockchain si propone come una soluzione efficace: usando gli NFT, potrebbe funzionare come registro di proprietà decentralizzato e immutabile, in grado di validare le transazioni tra le parti interessate. 

NFT e mercato immobiliare: i primi esperimenti

Un primo esperimento è stato fatto in Wyoming (USA), dove è stato creato un archivio immutabile dei record di terreni su Blockchain, che può essere visualizzato via web. Non è l’unico. A maggio, Propy, una startup che utilizza la tecnologia Blockchain ha messo all’asta un vero appartamento come NFT a Kiev, in Ucraina: il vincitore dell’asta oltre all’appartamento ha ricevuto un’opera d’arte digitale NFT di un famoso artista di graffiti di Kiev, Chizz (di cui c’è una copia nell’appartamento). L’appartamento era di proprietà di Michael Arrington, fondatore del sito Techcrunch (e ora investitore di criptovalute con Arrington XRP Capital, nda). La proprietà di Kiev appartiene a una società con sede negli Stati Uniti e, al termine dell’asta, il nuovo proprietario dell’NFT è diventato il proprietario della società e quindi della proprietà stessa. Questo processo va ripetuto ogni volta che viene rivenduta la NFT, collegata alla casa. 

Il futuro degli NFT immobiliari

Gli ottimisti della cripto-economia sperano che gli NFT immobiliari si diffondano nei prossimi anni. In realtà, ad oggi, sembra più facile creare una valuta alternativa (come i Bitcoin) che armonizzare una blockchain delle compravendite immobiliari con i registri ufficiali e le norme dei diversi stati sulla proprietà (e il passaggio di essa). Per ora dunque ci si deve accontentare – si fa per dire – di compravendite di immobili virtuali, come la “Mars House”, creata dall’artista contemporanea Krista Kim, e venduta a 500.000 dollari (pari a 288 Ether al momento dell’acquisto) la scorsa primavera. Una cifra ragguardevole: molto più di un bilocale in centro in una qualsiasi metropoli italiana. 

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