Non fungible token. Vantaggi e opportunità al di là della bolla culturale
L’esplosione degli NFT
All’inizio del 2021, un oggetto sino ad allora sconosciuto ai non addetti ai lavori si è affermato prepotentemente nel dibattito legato al mercato dell’Arte.
Si tratta degli NFT, acronimo che sta per non fungible token.
Per chi non li conoscesse, questi token non fungibili, come ben espresso anche in altri articoli di questa rivista, possono essere semplificati come strumenti digitali che consentono, attraverso il ricorso alla tecnologia blockchain, di apporre ad un determinato “file” una sorta di certificato di proprietà, introducendo un concetto di unicità e di autenticità anche per i contenuti online caratterizzati da una natura completamente dematerializzata.
Senza entrare troppo nel dettaglio tecnico, che non è la materia di quest’articolo, una delle più grandi “tematiche” che tali strumenti hanno introdotto può essere in qualche modo evocata parafrasando Benjamin, interpretando gli NFT come una modalità attraverso la quale riconoscere l’arte nell’epoca della sua clonazione tecnica.
Ogni immagine digitale, e quindi ogni opera d’arte digitale, non è semplicemente “riproducibile”, ma in qualche modo clonabile, rendendo quindi quasi impossibile riconoscerne un originale da una copia. Trattandosi spesso di contenuti che, a differenza di quanto osservabile in altri “linguaggi artistici” o in ogni caso “culturali”, devono il proprio valore alla circolazione degli stessi più che alla loro “rarità”, gli NFT si propongono come uno strumento che, pur riconoscendo un “contenuto” originale, non limitano, in alcun modo, la circolazione dei propri cloni.
Semplicemente consentono di individuare una determinata immagine come autentica ed originale, e al contempo, sono “staccati” dalla stessa, che quindi può continuare ad essere clonata, veicolata, diffusa.
Ascesa del fenomeno e condizioni attuali
Sorvolando sulle difficoltà ancora in corso e sui “perfezionamenti tecnici e tecnologici” che bisognerà apportare a questa “nuova logica”, è chiaro che questa tipologia di strumento può essere applicata ad una vasta gamma di settori, che vanno dalle applicazioni più “naturali”, vale a dire i “meme”, o gli “upgrade” dei personaggi dei videogame o dei “metaversi” online, fino alle dimensioni meno ovvie, come il collezionismo e la moda.
È tuttavia altrettanto chiaro che il mondo dell’arte, e soprattutto il mondo dell’arte digitale, sia stato particolarmente interessato alla vicenda.
Non è un caso che l’evento che ha poi sancito gli NFT come “hot-topic” abbia riguardato proprio il mondo dell’arte. Il grande “boom” di interesse verso questo strumento è avvenuto, infatti, nella prima metà di marzo 2021, a seguito dell’asta che ha visto vendere un’opera d’arte digitale di Beeple per circa 70 milioni di dollari.
Da allora, la keyword NFT ha iniziato a fare il giro del mondo, e praticamente ogni rivista, cartacea e online, ha trattato il tema, con più o meno perizia.
Come dimostra anche il volume di ricerche correlate alla tematica su Google, oggi, a distanza di pochi mesi, l’argomento ha perso quel carattere di “hype” che aveva contraddistinto le prime settimane di diffusione del tema.
Ciò, va detto, è dovuto anche alla natura soprattutto “tecnica” dei non-fungible-token, e in un certo qual senso, anche al loro stadio evolutivo, coinvolti come sono, in una serie di “adattamenti” per poter divenire, realmente, lo strumento che si propongono di essere.
Al di là dell’interesse diffuso, in ogni caso, gli NFT, e tutto il portato culturale e finanziario di cui essi sono potenziali portatori, possono rappresentare, al di là della “bolla”, una di quelle “disruptive technologies”, tanto ricercate dai programmi comunitari.
Scenari di Sviluppo degli NFT – tra fantascienza e realtà
La loro portata è infatti tale da poter introdurre differenti tipologie di innovazioni all’interno del settore artistico: elementi che coinvolgono aspetti estetico-critici e culturali, ma anche elementi di mercato, elementi di diritto, fino a sollevare riflessioni legate alle potenziali innovazioni in termini di allestimento curatoriale e tecnologico.
Una delle prime riflessioni, ad esempio, è la possibilità di estendere i “luoghi” espositivi urbani: se oggi le mostre sono diretto appannaggio dei Musei, che sono i luoghi che meglio garantiscono gli standard di salvaguardia delle opere d’arte tradizionali, nel caso di una eventuale esplosione di “linguaggi artistici digitali”, in cui il tema della salvaguardia è meno rilevante, ogni luogo potrebbe ambire ad essere un Sito espositivo, dai capannoni industriali abbandonati delle nostre periferie, ad appartamenti privati. Oltre ad incidere sulle dimensioni più prettamente espositive, e sulle economie interne dei Musei, questa dimensione potrebbe anche favorire la creazione di “nuovi itinerari” culturali e turistici, che, nei fatti, potrebbero anche smistare i flussi turistici cittadini verso mete meno stereotipate, estendendo in questo modo la distribuzione dei consumi all’interno del tessuto urbano.
Altra riflessione, di grande rilevanza, non può non tener conto di quei “mondi digitali”, che oggi si chiamano “metaversi” e che sono, in un certo senso, un’evoluzione molto ben riuscita di Second Life, un progetto che negli scorsi decenni ha avuto una grande notorietà in tutto il mondo. In questi mondi completamente virtuali sono già esplose venues destinate ad ospitare mostre e collezioni permanenti di arte digitale, e che rappresentano, quindi, un mercato “naturale” per le opere d’arte digitali, in cui tutto avviene nella dimensione virtuale, senza alcun “rimando” al mondo dell’arte tradizionale, consentendo quindi l’ingresso di nuovi player, nuovi potenziali “critici” e “intermediari” che siano “nativi”, e che quindi dispongano di sensibilità specifiche, che un uomo o una donna del novecento, non potranno mai sviluppare.
Ma c’è ancora un altro tema su cui gli NFT, o qualsiasi strumento che erediterà la sfida che gli NFT hanno avviato, potrà giocare una partita decisiva, e riguarda in qualche modo un aspetto più “ampio” che riprende il concetto di “multilayer” che è tipico di tutti i processi che intersecano il mondo reale e il mondo digitale. Oggi, il “mondo” è pronto per essere “completamente digitalizzato”. Ciò vuol dire che ogni “pezzo di mondo”, può avere una propria controparte digitale: case, strade, città, opere di street-art, immobili commerciali.
Questo significa che, ad ogni pezzo di mondo, possono essere applicate, già oggi, informazioni aggiuntive rispetto a quelle sensibili, vale a dire acquisibili attraverso i nostri cinque sensi tradizionali: già oggi è possibile passare dall’esperienza sensibile all’esperienza arricchita in molti angoli del nostro pianeta, e l’evoluzione tecnologica ha già mostrato (anche fallendo), la volontà di rendere questi “due mondi” sempre più vicini, sempre più intercambiabili (si pensi, ad esempio ai Google Glass).
Pensare che questi due mondi, quello reale, e la sua versione digitale aggiornata in tempo reale, rimangano per sempre “separati” è impossibile. Di converso, pensare che la ricerca scientifica finisca, prima o poi, per riuscire a creare una completa integrazione dei due mondi pare l’evoluzione naturale di un processo che ormai dura da decenni, e che non mostra alcuna intenzione di arrestarsi.
Per quanto ancora possiamo percepire tale integrazione come fantascientifica, in realtà è tutt’altro che lontana, e ne facciamo esperienza quotidiana (si pensi, ad esempio, a Google Maps).
Ecco che un certificato di “proprietà”, di “autenticità”, vale a dire un certificato che, in qualche modo, regoli anche il mondo digitalizzato mutuando e adattando i principi che regolano il mondo come sinora lo abbiamo conosciuto, diviene una caratteristica necessaria allo sviluppo di tale integrazione.
Non si tratta, quindi, soltanto di una dimensione tecnica, tecnologica, amministrativa. Il processo avviato con gli NFT potrebbe avere delle implicazioni anche di natura sociale e culturale che al momento possono essere per lo più “immaginate”, “intraviste”, “intuite”, ma che se non approfondiamo con il dovuto anticipo, ci troveremmo inevitabilmente a subire