• Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Public Program
  • Lezioni Italiane
  • Argomenti
  • Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Progetti speciali
  • Lezioni Italiane
  • Public Program
  • Centodieci Extra
  • Tipo di contenuto
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Webinar
  • Eventi
andare in bicicletta creatività
Icona
Empowerment

Le biciclette, come le migliori idee, non vanno tenute in garage

Luciano Canova
Di Luciano Canova
Economista e divulgatore scientifico. Ha preso un dottorato lavorando sui temi della multidimensionalità del benessere in economia e ha pubblicato con Mondadori il volume “Il metro della felicità”. Ora insegna economia comportamentale alla Scuola Enrico Mattei e fa divulgazione economica per gli Stati Generali e con il podcast Favolosa Economia di Storielibere.fm. In Centodieci racconta le evidenze principali delle scienze comportamentali concernenti i temi della motivazione e della felicità al lavoro.  
Scopri di più
Pubblicato il 19.06.2017 alle 14:30

Qualcuno scrisse anni fa il piccolo trattato di ciclosofia, un prontuario di chi usa le due ruote e guarda le città da un altro punto di vista.
Perché la bicicletta è un detonatore di attimi rubati, quelli in cui spesso nascono le migliori idee, a volte perché le trovi per caso.
Ho sempre trovato le due ruote un mezzo privilegiato, metafora perfetta della decisione e della scelta: c’è la parte più cognitiva e strategica, quella in cui pianifichi la strada da percorrere, i semafori da evitare, il modo più rapido per arrivare a destinazione. E c’è quella più istintiva e non troppo consapevole: a un certo punto pedalare diventa gesto ipnotico e senza tempo, come il magico giorno in cui, studiando pianoforte, un passaggio difficile sulla tastiera, che richiedeva la massima concentrazione, si scioglie nella magia dell’automatismo e si trasforma in naturale. Ecco, la bici è questo, esempio perfetto di quello che Daniel Kahneman ha brillantemente distinto in sistema 1 e sistema 2 nel cervello: la mente più razionale – pianificatrice, appunto, e quella più automatica emotiva.
La bicicletta è un mezzo che mi è sempre piaciuto perché chi la usa padroneggia i segreti del pi greco senza necessariamente doverne conoscere le equazioni. È il mezzo più esperienziale e REALE: il ciclista sente, più del pedone, le asperità del terreno e le pendenze nascoste di un viale. Avverte o intuisce la salita, o il falso piano. E fa la fatica umile di sentire il percorso nelle gambe.
Baumeister usava il concetto di ego depletion per descrivere quelle situazioni in cui, resistendo a una tentazione, le persone consumano molta energia mentale. Se su un tavolo trovate dei rapanelli e poi dovete svolgere un sudoku, ci metterete meno tempo o, in ogni caso, vi arrenderete molto dopo di chi, viceversa, sul tavolo ha una barretta di cioccolato. La bicicletta sospende i pensieri come in uno stato di flusso; rende ecologico il pensiero. Perché pedalare è la vita su un ritmo diverso: è vedere cose che voi umani non potete capire. È sospendere un’idea nell’ipnosi dell’intuizione. È fare fatica, di nuovo, ma muoversi con la nobiltà leggera di un cigno (magari nero).
La bicicletta è emblema perfetto della serendipity, categoria necessaria ai tempi dell’innovazione e dei Big Data: è trovare quello che non si stava cercando o capire, magari, se lo si era già trovato. È fare tesoro dell’esperienza ricombinando la realtà in un puzzle più azzeccato. È avere, perché no, la botta di fortuna che nasce dalle asperità. Lo sapete che la bici stessa è un prodotto serendipitoso dell’improbabile?
Correva il 1816, divenuto celebre come l’anno senza estate. L’eruzione del vulcano Tambora produsse in Europa come negli Stati Uniti anomalie termiche che rovinarono i raccolti, riducendo la quantità di foraggio disponibile per buoi e cavalli e aguzzando l’ingegno della necessità. Fu proprio in quell’anno che il prototipo della moderna bicicletta fu creato, dando il via a una storia che ancora oggi innamora e fa innamorare.
Perché della bici, come di un’idea, ci si innamora: e le bici, come le idee, non vanno tenute in garage.
Magari lì nascono ma poi sono fatte per prendere aria: e perdersi nel raggio che torna dove era partito, per conoscere ogni cosa per la prima volta.

Condividi questo articolo

Leggi anche

Leggi tutti gli articoli
  • Icona
    Empowerment
    12.03.2015

    La nostra attenzione è sotto attacco, mille stimoli ci distraggono. Riprendiamone il controllo!

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    14.12.2017

    Perché il magnetismo è la dote indispensabile di ogni leader

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    26.01.2015

    La cultura fa crescere le aziende. I 25 libri che hanno ispirato Zappos.com

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    07.09.2018

    5 errori che stai commettendo nello scrivere le tue email

    Leggi l'articolo

Tutti i consigli utili per innovare con lode

Iscriviti alla nostra newsletter

al trattamento di dati per la finalità dell’attività di marketing di vario tipo, inclusa la promozione di prodotti, servizi, distribuzione di materiale a carattere informativo, pubblicitario e promozionale, eventi, invio di newsletter e pubblicazioni come indicato nell’informativa.

© Centodieci 2025
| Privacy Policy & Cookie Policy | Feed RSS|Sitemap HTML|Dichiarazioni di accessibilità| A+ A-