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Innovazione e Sostenibilità

Perché lavorare meno è innovativo (e come farlo)

Silvio Gulizia
Di Silvio Gulizia
Scrittore, giornalista e consulente di comunicazione. Ha lavorato venti anni nel giornalismo, come cronista prima ed esperto di tecnologia e innovazione poi, scrivendo per quotidiani e riviste. Questo l’ha portato a collaborare con acceleratori di startup e fondi di venture capital. Attualmente cura comunicazione ed eventi per il fondo Pi Campus. Dal 2015 scrive vivereintenzionalmente.com, una newsletter dedicata a pratiche per allineare le proprie azioni con le proprie intenzioni.
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Pubblicato il 07.05.2020 alle 7:50

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Lavorare meno è uno dei nuovi trend del mondo del lavoro, secondo una ricerca del 2017 di Gartner. Perché è innovativo: chi lavora meno ha più tempo per contaminare il proprio cervello con informazioni diverse, che rendono creativi. Vediamo perché e come questo è possibile.

La settimana di 4 ore (o quattro giorni)

Nel 2007 l’autore americano Tim Ferris pubblicò il libro The 4-Hour Workweek che scatenò un lungo dibattito: si può diventare ricchi lavorando solo 4 ore al giorno? Ferris individuò un trend oggi più che mai evidente: sempre più lavoratori vogliono anteporre la vita al lavoro. Una recente indagine di PricewaterhouseCoopers ha rilevato che il 46% dei lavoratori considera un orario flessibile e la possibilità di organizzare al meglio impegni lavorativi e personali/familiari gli aspetti più importanti di ogni impiego.

I casi di aziende che hanno sperimentato in materia sono diversi e si va dall’orario di lavoro ridotto a 5 o 4 ore al giorno al numero di giorni lavorativi scesi da 5 a 4. Si registrano risultati diversi, ma per lo più vanno in un’unica direzione: produzione stabile, a volte migliorata. Secondo il vice presidente di Gartner, le persone sono produttive mediamente 4 o 5 ore al giorno, e di conseguenza ridurre l’orario di lavoro non è un costo per l’azienda.

Lasse Rheingans, managing director di Digital Enabler, startup tedesca celebrata di recente dal Wall Street Journal come valido esperimento della 4 hours workweek, sostiene che lavorare 5 ore al giorno in completa concentrazione, anziché 8 continuamente distratti, consente di raggiungere almeno gli stessi risultati. Le regole ferree per riuscirci sono:

  • niente social;
  • telefonini rigorosamente in borsa;
  • meeting di massimo 15 minuti;
  • controllo della posta di lavoro solo 2 volte al giorno.

Deep Work

Il punto più interessante del libro di Ferris è la definizione della pensione: non un periodo di pace in cui godersi quanto messo da parte, ma qualcosa da consumare a piccole dosi durante tutto l’arco della propria vita. 

Per rendere questo possibile, l’imprenditore Shawn Blanc ha organizzato la produzione del proprio team intorno a un ciclo di sei settimane: 6 di deep work, 1 di cuscinetto e 1 di vacanza. 

Il deep work è un concetto definito dal matematico Cal Newport nel libro Deep Work: rules for focused success in a distracted world, ovvero un lavoro privo di distrazioni e focalizzato sulle cose davvero importanti. Secondo Newport la capacità di concentrazione è una competenza che permette di processare informazioni complesse in breve tempo e questo aiuta a raggiungere rapidamente ottimi risultati. 

Diminuire l’orario di lavoro è funzionale a tutto questo. Cosa succede infatti quando hai meno tempo per lavorare su una cosa? Elimini le distrazioni e ti concentri sugli aspetti importanti.

Il valore del tempo libero

Il modo in cui spendiamo il nostro tempo libero incide sulle nostre prestazioni, perché le esperienze svolte al di fuori del lavoro funzionano da stimolo per il cervello. Avere più tempo per esporsi a contesti diversi e riposarsi consente al cervello di avere maggiori risorse per affrontare e risolvere i compiti quotidiani. Chiunque può sperimentare questa cosa semplicemente definendo un problema e cercando la soluzione con una camminata o una corsa al parco: gli stimoli che il contesto produrrà sul cervello lo aiuteranno a risolvere il problema. Provare per credere.

Più tempo libero, in sostanza, significa più tempo da dedicare a corpo e mente, ovvero gli strumenti con cui svolgiamo il nostro lavoro. Se funzionano meglio siamo in grado di ottenere gli stessi risultati in meno tempo. O addirittura fare meglio dei nostri colleghi perché siamo più riposati, più felici, e abbiamo più lance al nostro arco per innovare quello che stiamo facendo, ormai liberi da quelle routine come controllare la posta o i commenti alla nostra ultima foto su Instagram che ci privavano del tempo per riflettere.

Come convincere il datore di lavoro

Come vendere tutto questo a un datore di lavoro? C’è poco da fare: se si è vincolati a un orario di lavoro, è necessario innanzitutto passare a monitorare i risultati ottenuti e il tempo speso, e piano piano tagliare il tempo a propria disposizione facendo altro sul posto di lavoro se proprio non ci si può assentare – per esempio leggendo un libro o articoli online, scrivendo un diario o parlando con i colleghi di altro – senza diminuire i risultati ottenuti. E poi si può provare a convincere il proprio datore di lavoro a concedere un orario di lavoro flessibile, basato sui risultati. Oppure proporre di lavorare di meno anziché avere un aumento di salario.

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