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Arte e Cultura

Quattro buoni motivi per vedere THE GREAT

Lorenza Gentile
Di Lorenza Gentile
Nata a Milano, ha pubblicato i romanzi Teo e La felicità è una storia semplice con Einaudi, ottenendo premi nazionali (Kihlgren, Seminara, Rhegium Julii) e internazionali (Young Juri Award della Literaturhaus di Vienna). Lorenza collabora con varie riviste e insegna scrittura creativa.
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Pubblicato il 17.03.2021 alle 9:00

“Huzzah!” è la parola che più troverete a ripetervi nella testa dopo aver visto The Great. Lo farete con un sorriso soddisfatto, alla fine, e un po’ sarcastico, perché vi avrà lasciato in bocca quel sapore dolceamaro tipico delle commedie riuscite.

The Great è una miniserie di dieci episodi in onda su Starz Play (Amazon Prime). Il suo creatore, Tony McNamara, è lo sceneggiatore de “La Favorita” (film diretto da Yorgos Lanthimos, candidato a dieci premi Oscar nel 2018), ma questa non è l’unica ragione per cui se ne è sentito molto parlare.

La serie, ironica, dissacrante e, come specificato nei titoli di testa, solo occasionalmente vera, racconta l’ascesa al potere di Caterina la Grande di Russia, trovatasi giovanissima in una corte straniera e corrotta con a capo l’altrettanto corrotto e depravato neo marito e imperatore, Pietro III.

Le atmosfere storico-pop ricordano quelle del pluripremiato “Marie Antoniette” di Sophia Coppola, ma con più mordente. I quasi quindici anni che separano i due film si sentono. Sebbene il primo sia sicuramente tra le fonti d’ispirazione, la sfrontatezza e il ritmo del secondo sono ancora più accentuati. Divertente, brillante, crudo, irriverente, filosofico.

Di seguito, quattro motivi buoni per vederlo.

  1. È una storia (quasi) vera di emancipazione femminile. Sembra impossibile credere che nel Settecento una donna appena trentatreenne, destinata a essere semplicemente un’imperatrice consorte, sia riuscita a detronizzare il marito con un colpo di stato e mantenere il potere su un paese come la Russia per più di trent’anni, facendolo passare alla storia come l’età dell’oro dell’Impero Russo. Sì, perché oltre ad espandere l’egemonia russa, Caterina la Grande ha modernizzato il paese secondo le idee illuministe, fondato scuole per sole donne e rinvigorito le finanze. Nella serie vediamo una ragazza giovane e romantica, totalmente impreparata al ruolo e alla situazione che le spetta, evolversi man mano che si sviluppa la vicenda fino a diventare una donna sicura di sé, pronta per la grandezza a cui è destinata.
  2. È storico, ma molto attuale. Non solo si rispolvera una parte di storia, ma lo si fa con sguardo contemporaneo. Un esperimento non facile. Grazie alle licenze poetiche del suo creatore, la figura di Caterina la Grande ci permette di riflettere su temi forti dei nostri tempi, quali il sessismo, l’abuso di potere, il ruolo della donna nella società, l’importanza della cultura e della filosofia in politica, mostrandoci quanto di più abbietto possa esserci nel maschilismo e nel malgoverno. Questa attualizzazione della Storia sembra dar vita a un nuovo genere: non è storico perché reinventa parte della Storia e allo stesso tempo non è completamente originale. Solo per questo: da vedere.
  3. Il cast. Prendete Elle Fanning e Nicholas Hoult e metteteli nei panni di Caterina la Grande e Pietro III: non potevano essere più appropriati. Affiancati da altri talenti, tra cui Phoebe Fox, che interpreta la serva amica e confidente dell’imperatrice e Belinda Bromilow, la zia dell’imperatore, formano un cast più che convincente.
  4. È riuscito. Nonostante le premesse lo rendano un progetto complesso, in cui inciampare non sarebbe stato difficile, The Great è riuscito. È dissacrante, entertaining, ricco di colpi di scena, originale. Certo, ci vuole fegato. Non mancano le uccisioni di orsi, le teste mozzate e più di una scena esagerata. Niente da invidiare al Trono di Spade, insomma. Ma sebbene The Great sia grottesco, è anche una farsa molto seria. Fa  riflettere. E non è forse sempre quello che ci vuole?

Il riscontro del pubblico, d’altra parte, parla chiaro. Pare che sia già in arrivo la seconda stagione.

Scoprire che l’esclamazione “Huzzah!” è stata inventata dalla produzione e che si avvicina solo per assonanza all’originale russo “Ura!” grido di gioia e di guerra, ce la fa amare ancora di più.

Sì, perché proprio gioia e guerra è questa serie.

Chapeau.

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