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Immagine principale di: Lo Stato dell’Unione di Nick Hornby ci racconta le crisi di coppia
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Arte e Cultura

Lo Stato dell’Unione di Nick Hornby ci racconta le crisi di coppia

Redazione Centodieci
Di Redazione Centodieci
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Pubblicato il 15.05.2020 alle 7:23

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Le coppie, si sa, vanno in crisi. Si uniscono e si lasciano e magari proprio la convivenza coatta può far creare situazioni inedite che inaspriscono o rendono migliori lo stare insieme. I protagonisti de Lo Stato dell’unione di Nick Hornby parla proprio di questo. Una coppia inglese in crisi sta andando in terapia per provare a risolvere la propria relazione. Lei ha tradito lui e questa cosa non è facile da superare. Le scene che si susseguono in quello che sembra quasi una sceneggiatura (infatti da questo libro è stata tratta anche una mini serie tv) sono fatte di tantissimi dialoghi, di battute, di rancori, di debolezze che a un certo punto si perde un po’ il filo del discorso. Chi ha detto cosa? Poco importa, perché quando si è in crisi le debolezze e i rancori li hanno entrambi. 

Il libro di Hornby è ambientato poco dopo il famoso referendum della Brexit, ma potrebbe essere tranquillamente ambientato ora, ai tempi del lockdown a causa del Coronavirus. Anzi, leggendolo in questi giorni viene da chiedersi come avrebbero fatto Louise e Tom? Si sarebbero lasciati? Avrebbero trovato un modo per superare insieme il momento di difficoltà anche senza psicoterapeuta? Anche senza appuntamento rituale al pub di fronte il suo studio? Perché è così, avere un unico palcoscenico, un unico spazio comune a volte può creare situazioni tese e difficili come quelle di Carnage (l’opera teatrale Il Dio del massacro di Yasmina Reza e poi film di Roman Polanski), ma allo stesso tempo può rendere più facile trovare il tempo per dedicarsi all’altro, per vederlo con nuovi occhi e per tornare ad amare sia le sue debolezze che i suoi lati migliori. La convivenza quotidiana senza via di fuga può essere un nuovo modo, per noi persone abituate ad orari lunghi in ufficio, viaggi di lavoro, aperitivi e cene con gli amici, eventi da non perdere e occasioni culturali dove è “obbligatorio” partecipare, di ritrovare gli spazi della casa, della ritualità. Lo Stato dell’unione di Nick Hornby non perde mai il suo smalto, le battute sagaci, la forza dello scambio quasi al vetriolo ed è normale che – al di là della bravura dello scrittore – in un momento di tensione sia soprattutto questo a prevalere. Ma è anche vero, che quando fuori i tempi si fanno di burrasca e di incertezza verso il futuro forse il sapere di poter contare su qualcuno che si conosce e ci conosce a fondo, con cui le burrasche e le difficoltà non sono una novità, può essere un nuovo tipo di conforto, una àncora di salvezza mentre tutto diventa indefinito. Anche a questo servono probabilmente i tanti gruppi whatsapp nati in questi giorni di quarantena, le tante videotel con amici e parenti lontani (o semplicemente a qualche via di distanza, ma impossibili da raggiungere fisicamente). Una nuova riscoperta delle relazioni. 

Oltre a quella che è l’unione britannica, dunque, Lo Stato dell’unione di Nick Hornby ci fa appassionare a quella che è una crisi di coppia bella e autentica, è quella di Tom e Louise ma potrebbe essere la nostra o quella di qualche amico o parente. Come si diceva, le famiglie infelici sono tutte diverse tra di loro, ma forse le difficoltà sono molto simili, ed è sempre bello sapere che le si può superare insieme, anche in un momento di crisi.

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