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Arte e Cultura

The Chosen, la serie fenomeno che racconta Gesù

Simona Spaventa
Di Simona Spaventa
Piemontese, dopo la laurea in lettere moderne e un master in filologia romanza a Friburgo, ha frequentato l’Ifg di Milano ed è diventata giornalista professionista. Oggi è freelance e critico teatrale. Dal 2001 collabora stabilmente con le pagine milanesi e nazionali del quotidiano LaRepubblica per il teatro e il cinema. Tra le sue altre collaborazioni quella con il manifesto e, in passato, con il mensile di Emergency E. La sua passione, oltre al cinema e al teatro, sono i gatti e i viaggi in Oriente.
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Pubblicato il 27.12.2022 alle 8:59

Autoprodotta dal basso, fa record d’ascolti, ha sbancato il botteghino dei cinema negli Stati Uniti e conquistato i fan di Netflix

C’è una serie tv che ha fatto quasi mezzo miliardo di visualizzazioni, finanziata dal basso con il più grande crowdfunding della storia della televisione, visibile su un proprio sito e app in modo completamente gratuito, e che quando poche settimane fa è stata distribuita nei cinema americani ha sbancato il botteghino. Un fenomeno mediatico impressionante, eppure qui in Italia nessuno ne parla, e anche negli Stati Uniti, dov’è nata, sono pochi i critici blasonati che spendono qualche riga per recensirla. Sarà perché questa serie racconta la vita di Gesù, e per le modalità totalmente indipendenti di finanziamento e distribuzione il sospetto che sia un prodotto di propaganda religiosa volto ad evangelizzare lo spettatore blocca i media dal darle troppa visibilità. La serie di cui parliamo è The Chosen, ossia l’Eletto (o il Prescelto), ed è firmata in tutti i suoi aspetti, dalla produzione alla sceneggiatura, alla regia, da un nome finora sconosciuto al grande pubblico, Dallas Jenkins. Il modo con cui chi scrive questo articolo l’ha scoperta è piuttosto singolare. Ve lo racconto. 

The Chosen: un successo al botteghino

Tra i miei amici su Facebook ce n’è uno che non conosco di persona, ma ammiro immensamente. È Paul Schrader, vale a dire uno dei massimi autori della New Hollywood che dalla fine degli anni ’60 con nomi come Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Robert Altman, Michael Cimino ha rivoluzionato l’industria americana dei sogni. Schrader è stato sceneggiatore per Martin Scorsese di capolavori come Taxi Driver e Toro Scatenato e regista di un cult come American Gigolò nonché Leone d’oro alla carriera all’ultima Biennale di Venezia. Uno tosto, che non potrebbe mai incensare film religiosi in odore di proselitismo. E tosto lo è anche sui social, dove pubblica giudizi spesso tranchant o satirici su serie e film appena usciti. Io mi fido ciecamente dei suoi giudizi e leggo spesso quello che gli passa per la testa. Per questo mi ha incuriosita parecchio il suo post del 21 novembre in cui parla, appunto, di The Chosen. Quel 21 novembre, Schrader ne ha scritto a caldo dopo aver visto i primi due episodi della terza stagione, che erano stati distribuiti in anteprima nei cinema il weekend precedente. Con un risultato sorprendente: il titolo è balzato subito al terzo posto nel botteghino, con 8,7 milioni di dollari di incassi, davanti a produzioni di major come DC Comics, Disney e Universal. Un successo che ha scioccato gli stessi media americani, e che ha spinto la produzione ad allungare la programmazione nelle sale, inizialmente prevista per cinque giorni, a due settimane. 

Ma che cosa scrive Schrader di così intrigante? Il post esordisce così: “Ho guardato entrambe le stagioni e sono andato alla presentazione in sala dei primi due episodi della terza stagione. In precedenza ero combattuto, ma affascinato. Volevo commentare un anno fa, ma ho esitato. I film basati sulla fede sono in gran parte programmi di intrattenimento per ribadire convinzioni precedentemente sostenute, rafforzare il conformismo e raccogliere fondi. Ora non sono più combattuto. “The Chosen” è l’eccezione”. E qui, il regista argomenta il suo giudizio: “È molto più di un’illustrazione sulla lavagna del catechismo domenicale. La scrittura è nitida, la recitazione puntuale, la ricerca storica meticolosa. Si tratta di storie, non di preconcetti. Al suo centro c’è Gesù, non il supereroe divino, ma Gesù il rabbino di Nazareth. L’insegnante pieno di idee originali. Sono sbalordito dalla realizzazione di Dallas Jenkins che non solo scrive, dirige e produce questa serie, ma ha ideato una reinvenzione epocale del finanziamento filmico”.

Come vedere The Chosen in Italia

Convincente, no? Così, subito dopo averlo letto mi sono andata a cercare la serie su Internet. La si può vedere gratuitamente sul sito della produzione, la Angel Studios, e scaricando sul cellulare l’app che mostra in tempo reale il numero di visualizzazioni: mentre scrivo sono 444.769.710, e aumentano a vista d’occhio. Ho scoperto che il progetto, partito con un crowdfunding di oltre dieci milioni di dollari che ha segnato il record per i finanziamenti dal basso di un prodotto audiovisivo, ha un respiro molto ampio: fino al 2027 sono previste sette stagioni che racconteranno la vita di Gesù di Nazareth dai trent’anni alla crocefissione. E, soprattutto, ho scoperto un racconto molto realistico e mai retorico, dettagliato nella ricostruzione storica realizzata con la consulenza di storici, architetti e studiosi di storia delle religioni per dare un quadro credibile, anche se il set è in Texas, della vita quotidiana di duemila anni fa in Galilea. Provare per credere. Le prime due stagioni sono online (in lingua originale con sottotitoli disponibili in 58 lingue), la terza sta per essere rilasciata. E dopo il successo nei cinema, i primi episodi, da qualche settimana, sono anche su Netflix. 

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