• Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Public Program
  • Lezioni Italiane
  • Argomenti
  • Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Progetti speciali
  • Lezioni Italiane
  • Public Program
  • Centodieci Extra
  • Tipo di contenuto
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Webinar
  • Eventi
levoro
Icona
Empowerment

Come possiamo perfezionarci sul lavoro? Con un allenamento continuo

Lorenzo Cavalieri
Di Lorenzo Cavalieri
Fondatore e Direttore di Sparring, società di formazione e consulenza che diffonde la cultura della buona vendita: allenamento, semplicità, emozioni. Dopo un’esperienza manageriale come selezionatore e cacciatore di teste si occupa dal 2008 di sviluppo delle risorse umane, outplacement e coaching (è un coach certificato ICF). Da specialista di orientamento nel mondo del lavoro cura per scuole, università e business school progetti di promozione di un approccio imprenditoriale al lavoro. Ha raccolto la sua visione del nuovo mondo del lavoro nel libro “Il lavoro non è un posto”. Precedentemente aveva pubblicato “Mi vendo bene ma non sono in vendita” e “Vendere [...]
Scopri di più
Pubblicato il 31.03.2016 alle 14:10

«Noi ci alleniamo lavorando». È una frase che ho sentito pronunciare spesso nel mondo del lavoro.

È una frase simpatica, ma dimostra che chi la pronuncia non ha ben chiaro cosa significhi allenarsi.

Allenarsi non significa solo fare esperienza diretta, significa svolgere in un ambiente “protetto” degli esercizi che ti consentiranno di fare meglio quando arriverai sul campo.

È una distinzione sottile ma fondamentale. Vale per lo sport ma vale, forse ancora di più, per le nostre performance nel mondo del lavoro. Questo non significa che per perfezionarsi non si debba fare tanta pratica, ma che accanto all’esperienza in partita occorre prepararsi in palestra. Se il nostro unico allenamento è infatti la partita succedono tre cose:

  • Tendiamo a perpetuare errori e imperfezioni;
  • Non sperimentiamo e non rischiamo;
  • Valutiamo il successo dal risultato (che dipende da molti fattori) e non dalla qualità del lavoro svolto.
Strumenti formativi utilissimi sono quelli che simulano pratiche professionali

Nel mondo del lavoro si stanno diffondendo con grande successo dei meccanismi formativi fondati sulla simulazione della pratica professionale. Il professionista grazie alla tecnologia si misura con degli ambienti virtuali lifelike, molto vicini alla realtà, in cui può moltiplicare senza rischi l’esperienza della sua performance professionale.
Può fare 100 ore di volo virtuale o 100 interventi chirurgici o 100 colloqui con un cliente, prima di poter mettere le mani sulla vita vera. Questi strumenti formativi sono utilissimi perché ci consentono di simulare l’intera performance professionale.

Tuttavia il professionista che vuole eccellere e perfezionarsi deve andare oltre. Si deve concentrare in allenamento sui gesti che fanno la differenza, su quelle singole componenti del proprio lavoro per cui Tizio è più bravo del collega Caio.

Mi spiego con un esempio: nel basket molti allenatori sostengono che la vera differenza tra due giocatori dello stesso livello la faccia la qualità dei passaggi. È il passaggio che fa la differenza e quindi è il passaggio che merita un surplus di esercizi: passarsi la palla potendo utilizzare solo un braccio per esempio, passarsi un pallone pesantissimo, passarsi la palla da terra oppure con la visuale ristretta.

Dobbiamo individuare quello che ci rende più bravi degli altri, che ci rende insostituibili

Uscendo dalla metafora sportiva cosa significa quindi perfezionarsi sul lavoro?

Intanto significa individuare dove sta quel guizzo insostituibile, quel qualcosa che nel tuo lavoro ti può rendere più bravo degli altri: un contabile migliore, un progettista migliore, un imprenditore migliore.
Qual è la competenza chiave, quella che ci distingue dai nostri colleghi? È allenabile? Come?
Con quale fotogramma descriveremmo il momento in cui facciamo la differenza sul lavoro? Ecco, quel gesto tecnico può e deve essere allenato. Analizziamo il fotogramma, chiediamoci cosa c’è dietro quel gesto, quali “muscoli cerebrali” lo rendono possibile. A quel punto diventa naturale progettare degli esercizi ad hoc, e trovare almeno mezz’ora alla settimana per praticarli.

Non temo l’uomo che ha tirato centomila calci, ma quello che ha tirato lo stesso calcio centomila volte. (Bruce Lee)

Per trovare meravigliosa ispirazione sul tema leggete Piccolo manuale del talento di Daniel Coyle.

Condividi questo articolo

Leggi anche

Leggi tutti gli articoli
  • Icona
    Empowerment
    13.05.2021

    Il valore delle esperienze trasformative nella nostra vita (e al lavoro)

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    16.05.2019

    Da giornalista ad angelo di città: storia di una vocazione laica

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    03.08.2021

    Perché non dovresti coltivare l’autostima

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Empowerment
    13.07.2018

    10 frasi da ripetere come un mantra per sentirsi più forti

    Leggi l'articolo

Tutti i consigli utili per innovare con lode

Iscriviti alla nostra newsletter

al trattamento di dati per la finalità dell’attività di marketing di vario tipo, inclusa la promozione di prodotti, servizi, distribuzione di materiale a carattere informativo, pubblicitario e promozionale, eventi, invio di newsletter e pubblicazioni come indicato nell’informativa.

© Centodieci 2025
| Privacy Policy & Cookie Policy | Feed RSS|Sitemap HTML|Dichiarazioni di accessibilità| A+ A-