Bing, il cartone animato più visto del mondo nato dalla fine di un amore
Dietro il boom della star per i bambini sotto i 5 anni, creato dallo scrittore Ted Dewan, c’è il produttore Mikael Shields, fondatore di Acamar Films. Colui che ha trasformato un fallimento del cuore in un successo educativo mondiale.
In genere i fallimenti hanno due vie d’uscita: la disperazione o la rinascita. Spesso per arrivare alla seconda bisogna passare dalla prima, un percorso quasi obbligato nel quale la vita ti costringe a imparare per restituirti qualcosa di meglio. Mikael Shields ha fatto questo percorso: la caduta personale è servita per costruire il processo professionale, una specie di cerchio che si è chiuso e che scorre attraverso il mondo dei bambini. Perché Shields, scozzese, 61 anni, è uno dei più grandi produttori di programmi TV per l’infanzia. E Bing, il personaggio che fa impazzire milioni di bambini del mondo, creato dallo scrittore Ted Dewan, è diventato una star grazie a lui.
Il viaggio lungo un anno
La storia di Mikael, e dunque di Bing, parte da un viaggio d’amore durato un anno. Shields era giovane, lei era bellissima: dodici mesi di vita insieme passati in giro per il mondo, due cuori a correre all’impazzata pensando che tutto fosse infinito. “É stato talmente grande e totalizzante, che quando tutto è finito mi sono ritrovato completamente a terra”.
Questa storia Mikael non l’aveva mai raccontata quasi a nessuno, almeno in pubblico. E quando ha aperto il suo cuore ai suoi collaboratori di Acamar Films, la casa di produzione che ha aperto una ventina di anni fa a Londra, loro sono rimasti ammutoliti. In silenzio, hanno ascoltato. E hanno saputo: “Ero talmente depresso, avevo passato un anno talmente fantastico che a quel punto nulla importava più. Anche il lavoro”. Un fallimento, insomma, del cuore. Che diventa un fallimento di vita.
La via d’uscita nei libri
La cura fu buttarsi nella lettura, ma per trovare la via d’uscita Mikael cominciò a cercare libri che gli spiegassero il perché di tanto dolore, e soprattutto come uscirne. “Man mano che andavo avanti ho scoperto tante cose dell’animo umano, ho consumato più di 150 testi sul tema in un anno e mezzo e ho conosciuto il lavoro di una delle persone più importanti nella riabilitazione dalle dipendenze, anche da quelle amorose. Si chiama Pia Melody”. Pia ha un famoso centro in Arizona e applica un modello conosciuto come The Meadows Model. Dietro a Bing, c’è qualcosa di lei. Ma non solo.
Un’altra donna importante nella vita di Mikael è Maria Montessori, perché man mano che i suoi studi andavano avanti si è consolidata in lui l’esigenza di costruire qualcosa che possa dare ai bambini di oggi le certezze di un adulto di domani. Shields ha cominciato negli Anni Novanta convincendo la BBC a investire 5 milioni di sterline in una struttura per i programmi adatti ai bambini e da quel lavoro sono nati i Teletubbies. Poi, dopo il solito giro di poltrone governative, ha cambiato azienda, ha contribuito al premio Oscar conquistato dal film di Wallace&Gromit, ha finalmente aperto Acamar Films: “Eravamo una quindicina, oggi siamo quasi cento. Siamo partiti da una scelta tra 600 progetti, la shortlist finale era tra questi tre: Peppa Pig, Gruffalo e, appunto, Bing”. Il vero successo, dunque.
Dire (e dirsi) sempre la verità
E quindi, qual è il segreto di questa storia sull’altopiano della vita? Bing oggi è un blockbuster mondiale, trasmesso in 130 Paesi, con oltre 5 miliardi di visualizzazioni su YouTube (più di 1 miliardo solo in Italia), milioni di sterline di fatturato nelle licenze per giochi e merchandising. Bing Bunny, si chiama, lo chiamano coniglietto ma in realtà ogni episodio racconta la storia qualunque di un bambino tra i 2 e i 5 anni e insegna a tutti che fallire – anche nelle piccole cose – non deve diventare un dramma: “La vita mi ha insegnato che bisogna sempre dire la verità. Non solo ai bambini, ma soprattutto: lo scopo del lavoro di Pia è riparare i danni degli adulti, il nostro ad Acamar Films è spiegare che i piccoli non vanno protetti, ma accompagnati, che sbagliare non è un dramma, ma che si deve drammatizzare nella maniera giusta per far capire come non rifare lo stesso errore”.
Per questo dietro a Bing ci sono anni di lavoro e un gruppo di produttori, psicologi, tecnici, educatori che viaggiano tutti verso l’obiettivo che permette di crescere sereni. E di farsi trovare pronti al momento in cui devi trovare la via d’uscita. “Gli studi spiegano che chi acquisisce resilienza emozionale prima dei 5 anni, da grande è probabile che avrà successo nelle materie STEM perché sa come risolvere i grandi problemi”. Per Bing, tra gli amici del suo cartone, c’è Flop, “che è come avere Maria Montessori sempre presente”. Per Shields la strada personale è stata invece più tortuosa: “Ma adesso ho un gruppo di lavoro fantastico, e anche se non ho figli è come se ne avessi milioni”. Sorride, quando lo dice, Mikael: rinascere può essere un lavoro bellissimo.