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Immagine principale di: Christopher Castellini, il mago della mente che ha stupito anche se stesso
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Empowerment

Christopher Castellini, il mago della mente che ha stupito anche se stesso

Marco Pietro Lombardo
Di Marco Pietro Lombardo
Giornalista professionista, una vita al Giornale, un presente (anche) da docente e comunicatore. Laureato in Giurisprudenza, ama lo sport e la tecnologia e studia l’innovazione per capire da che parte sia la strada giusta per il futuro, tentando di leggerla negli occhi dei suoi tre figli. Ha scritto un libro sui Mondiali di calcio e due pamphlet su intelligenza artificiale e smart working ed è sempre alla ricerca dell’articolo perfetto: magari sarà il prossimo!
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Pubblicato il 24.03.2023 alle 9:29

Ha 31 anni ed è costretto su una sedia a rotelle dalla distrofia muscolare progressiva, eppure, è diventato un illusionista di fama mondiale, con i complimenti di David Copperfield. “Sognavo di avere i miei spettacoli, ma pensavo che non ce l’avrei fatta. Invece ho imparato che i limiti sono solo nella testa. E che la vita è fatta di connessioni”.

Christopher Castellini è un mago della mente, uno di quelli che è riuscito ad andare oltre le barriere con tenacia e immaginazione e ti fa sembrare la realtà diversa da quella che sia. Un esempio, insomma, anche se non vuole esserlo. Ha fatto solo una magia, dice, mentre gioca con te riuscendo sempre a ingannarti. Christopher, in pratica, è un novello Houdini che non può muoversi dalla sua sedia a rotelle: soffre di distrofia muscolare progressiva e lo ha sempre saputo. Solo che, fino a che è diventato adulto, riusciva ancora a camminare, mentre ora – a 31 anni – non può fare a meno della sua carrozzina. E allora vola, con i suoi spettacoli.

La scintilla di Harry Potter

Gira il mondo comunque: dall’Europa all’Africa, fino all’Asia e gli Stati Uniti. “Quando ero piccolo la magia era un gioco in scatola. Poi a 8 anni, un mazzo di carte ha fatto scoppiare la scintilla. Da allora genitori e amici si sono sbizzarriti per trovarmi oggetti nuovi sui quali costruire la mia passione. Sognavo di avere un giorno uno spettacolo tutto mio a teatro. Volevo diventare come Silvan”.  

Come sempre le cose accadono quasi per caso: scopre Walter Rolfi guardando i titoli di coda di un programma TV, e quando – avendo Christian un sito di appassionati di Harry Potter – riceve dal presentatore di Master of Magic una e-mail dall’oggetto “forse non mi conoscerai, ma…”, il destino cambia. A 17 anni. “Grazie a lui ho scoperto che esisteva un club di magia a Brescia, la mia città. Mi sono iscritto e sono entrato in questo mondo fantastico”.

Oltre la malattia

Ovviamente gli ostacoli non erano finiti. “A 17 anni riuscivo ancora a camminare. Anche se, appunto, ho sempre saputo che non sarebbe stato per sempre: mia madre è portatrice sana di questa malattia, ho un fratello più grande con gli stessi problemi, eppure i miei genitori non hanno voluto fare i controlli durante la gravidanza. Ringrazio ogni giorno loro e Dio per questo”.

Ma come diventare un illusionista professionista senza potersi muovere liberamente? “Confesso che a un certo punto stavo per rinunciare, pensavo fosse impossibile. E pensavo che la gente mi avrebbe mal giudicato”. Poi, un giorno, ecco la magia.

Un viaggio negli Stati Uniti, parlano di lui a David Copperfield. Che lo incontra, lo guarda fisso negli occhi e gli dice: “Vai avanti”! Un’altra scintilla, non c’erano più limiti: “erano solo nella mia testa. Quando il presidente del circolo, Mario Bovo, mi iscrisse al concorso internazionale di San Marino quasi contro il mio volere, finì che il mio spettacolo venne applaudito entusiasticamente dal pubblico e in camerino venne Raul Cremona a farmi i complimenti.”

I premi e il messaggio di David

Da lì ai premi è un attimo: terzo al campionato europeo di Blackpool, categoria Mental Magic. E terzo, l’anno dopo, in Corea del Sud al mondiale. Ora lo chiamano “lo Steven Hawkins della magia” (“è un onore”), e oltre ai suoi spettacoli, Christian si dedica all’associazione che porta il suo esempio nelle scuole: “Si chiama Life is Magic, e gli incontri hanno questo titolo: Una lezione (im)possibile. È il messaggio della mia vita che vorrei passare agli altri”.Nel frattempo i suoi giochi diventano sempre più sofisticati, gli spettacoli sempre più magici, l’empatia verso le persone sempre più un mezzo per meravigliarle: “senza quell’illusionismo non si può praticare. È una questione di connessioni, quelle che ci legano l’uno all’altro”. Quelle che lo legano anche ai suoi, ormai, colleghi: “che emozione chiamarli così, ancora non ci credo”. E quella, in pratica, che un giorno ha fatto scrivere a David Copperfield su Twitter un messaggio che tutti dovevano sapere: “Sono fiero di te”. E anche questa, alla fine, è una vera magia.

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