Non è semplice accettare i commenti negativi perché, se giusti, di solito puntano il dito su quelli che noi stessi percepiamo come difetti. Ricevere un feedback – non potrebbe essere altrimenti – ci porta infatti a metterci in discussione, tornare sui nostri passi, osservare lucidamente i progressi compiuti per comprendere come crescere ulteriormente. Nessuno dice che evolversi sia indolore, del resto, perché resistere a un cambiamento (spesso necessario) è nella natura umana. Ecco, dunque, 7 suggerimenti per gestire al meglio le critiche poco piacevoli e trarne il massimo beneficio.

  1. Non arrabbiarti! 
    Fondamentale. Possiamo essere tentati di rispondere, di dire: “Ma come, io?”. Se ci sono buone ragioni da esporre è giusto farlo, ma in linea di massima una critica non dovrebbe funzionare da amo per una lunga discussione. Recalcitrare, del resto, vuol dire rifiutare di migliorare.
  2. Ricorda che VUOI sapere cosa non va
    Un fatto paradossale: non vogliamo critiche ma in realtà ne vogliamo, eccome. Se nessuno offre una valutazione del nostro lavoro, per chi lavoriamo? E, soprattutto, come possiamo lavorare meglio e correggere eventuali falle nel nostro comportamento?
  3. Ricorda che una critica vale più di un complimento
    La semplice realtà: un complimento ci fa piacere, ma ci lascia esattamente dov’eravamo. Nessun progresso è fatto, nessun cambiamento è in atto.
  4. Il cosiddetto “reductive feedback” è quasi sempre corretto
    Per “reductive feedback” si intende “commento generale su quanto non funziona”. Qui entra in gioco la nostra capacità di ascolto, che dovrebbe stimolare a sua volta la capacità di percepire quanto abbiamo fatto, e dove siamo stati carenti, con maggiore lucidità.
  5. Il cosiddetto “additive feedback” è molto prezioso
    Per “additive feedback” si intende il tipo di critica che suggerisce qualcosa da aggiungere a qualcosa che non funziona. I commenti su ciò che potrebbe essere inserito perché assente sono essenziali, perché fanno luce sulle possibili lacune e/o mancanze.
  6. Poni domande (ma non per litigare)
    “Come posso fare meglio?”, “Cosa va sistemato?”, “Dove ho sbagliato?”: tutti quesiti fondamentali che sono molto più utili di un’esplosione di fastidio o, peggio, ira di fronte a un feedback negativo. Evitiamo la passivo-aggressività, o le domande sarcastiche fatte per svuotarsi il fegato.
  7. Se percepisci che un feedback sia “stupido” riflettici ugualmente
    Certo, esiste la possibilità che ci venga mossa una critica ingiustificata. La strada da intraprendere resta quella dell’autocritica e della riflessione.