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Empowerment

Dalla medicina all’ambiente, l’81% degli studenti italiani vuole cambiare il mondo

Simone Cosimi
Di Simone Cosimi
Simone Cosimi è giornalista professionista, collabora con numerose testate nazionali fra cui Italian Tech, La Repubblica, D, DLui, Wired, VanityFair.it, Esquire, StartupItalia, Oggi e Radiotelevisione Svizzera. Segue diversi ambiti fra cui tecnologia, innovazione, cultura, politica, esteri e territori di confine, spingendo verso un approccio multidisciplinare. Già redattore del mensile culturale Inside Art, per cui ha curato cataloghi d’arte e pubblicazioni come il trimestrale Sofà, ha lavorato in passato, fra gli altri, per Rockstar, DNews, Excite, Style.it e molte altre testate. Speaker, moderatore e saggista, è autore con Alberto Rossetti di “Nasci, cresci e posta. I social network sono pieni di bambini: [...]
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Pubblicato il 04.04.2023 alle 9:30

Un’indagine di GoStudent scava nei desideri formativi e di vita delle generazioni Z e Alpha. Smentendo molti pregiudizi: il 94% è impegnato duramente nella formazione e oltre 7 su dieci proseguiranno gli studi all’università.

Cambiare il mondo. O almeno migliorarlo. Fare di tutto per raggiungere questi obiettivi, decisamente ambiziosi, è al centro delle preoccupazioni degli studenti italiani. Obiettivi che sembrano essersi accentuati in particolare dopo il biennio pandemico, fra restrizioni, lontananze, frustrazioni e lockdown. Lo dice un rapporto realizzato dalla piattaforma leader delle ripetizioni online, GoStudent, unicorno ed-tech europeo da 3 miliardi di euro. Si intitola GoStudent Future of Education Report 2023, è stato realizzato in collaborazione con l’agenzia di ricerca Opinium e svela che, contro ogni retorica del disimpegno, gli studenti in Italia sono coloro che, più di tutti gli altri coetanei europei, vogliono intraprendere una carriera per cambiare e migliorare il mondo. 

Quali sono gli ambiti in cui i giovani vogliono fare la differenza

In particolare l’81% di loro vorrebbe fare la differenza nel proprio ambito di riferimento con il proprio lavoro e in tanti campi diversi come la medicina, la psicologia, la fisioterapia o la cura dell’ambiente prendendosi cura e assistendo gli animali. A rispondere al questionario sono stati 1.015 genitori e 1.015 adolescenti e bambini della Generazione Z (nati tra il 2006 e il 2009) e Alpha (nati tra il 2010-2012). Lo stesso questionario è stato fra l’altro sottoposto a famiglie in Italia, Regno Unito, Spagna, Austria, Germania e Francia. 

Eppure quel che ne esce è che sono i giovani italiani i più altruisti. Sono quelli, cioè, davvero determinati a lasciare un segno nel futuro che verrà durante e dopo le loro esistenze. La spinta, come si diceva, arriva anche dal sentimento vissuto da bambini e adolescenti durante i mesi più bui della pandemia da Covid-19: il 65% di loro si è sentito isolato, come rivelava d’altronde l’Education Report di un paio di anni fa. È la percentuale più alta in Europa. Un numero molto alto, che però li ha evidentemente anche ispirati e motivati ​​a cercare di lavorare in professioni che possano restituire sensazioni positive.

La scommessa sulla formazione senza abbandonare le relazioni sociali

Ed è proprio la voglia di affermarsi dal punto di vista lavorativo, e in particolare nella professione dei sogni, a spingere gli studenti in Italia a impegnarsi nello studio: il 94%, il dato più alto se confrontato con quello degli altri paesi coinvolti nel rapporto, ha deciso di impegnarsi duramente nella propria formazione. Il 92% – anche in questo caso è il valore più alto in Europa – non vuole solo realizzarsi, ma anche avviare una carriera brillante e di successo, ricca di soddisfazioni, che consente di impegnarsi su fronti che facciano la differenza. Vogliono insomma lasciare il segno. Allo stesso tempo, l’indagine distrugge una contrapposizione dura a morire: quella fra relazioni sociali, cioè una parte della vita privata, e lavoro. Il 90% dei giovani non è disposto a sacrificarle proprio perché le definiscono fondamentali per migliorarsi dal punto di vista umano.

Il 73% degli studenti e delle studentesse delle scuole superiori è intenzionato a iscriversi all’università: per la stragrande maggioranza dei lavori che gran parte di loro sogna di fare è necessaria una formazione specifica che prevede la laurea e poi un’abilitazione. Anche in questo caso l’Italia è in vetta alla classifica, ma stavolta non da sola: condivide il primato con la Spagna.

Ohswald: “Generazioni ambiziose e dai grandi sogni”

“I dati dell’ultimo GoStudent Education Report ci danno una visione molto interessante di ciò che pensano gli studenti in Italia – spiega a Centodieci Andrea Rivolta, senior team lead tutor operations di GoStudent – ad esempio, secondo i dati del nostro report, gli studenti in Italia sono quelli che desiderano maggiormente tenersi aggiornati sulle ultime tendenze tecnologiche (84%), più di tutti gli altri coetanei europei”. Mentre Felix Ohswald, CEO e co-fondatore della piattaforma, aggiunge che “le Generazioni Z e Alpha sono motivate, ambiziose e hanno grandi sogni. Ci siamo rivolti alla prossima generazione di psichiatri, scienziati ed economisti e si sono resi conto di avere un desiderio per un’esperienza di apprendimento più olistica, coltivando abilità personali e sociali insieme alla matematica e le scienze”.

I genitori dalla parte dei figli: per l’83% l’istruzione è la chiave del successo

I genitori sembrano d’accordo con i propri figli: l’83% in Europa pensa che una buona istruzione sia la chiave del successo dei giovani. Tuttavia, a causa dei cambiamenti sociali e tecnologici degli ultimi anni, il 42% ritiene che sia giusto guardare oltre il sistema scolastico per migliorare la preparazione di bambini e adolescenti. Tra gli strumenti ritenuti utili c’è ovviamente il tutorato online e quindi a distanza. Consentirebbe inoltre a chi vive in contesti extraurbani di avere più strumenti per apprendere rispetto a chi vive in contesti cittadini.

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