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Empowerment

Educazione digitale per genitori

Monica Bormetti
Di Monica Bormetti
Digital wellness coach, mindfulness trainer e psicologa. Aiuta le persone a costruire e coltivare il proprio equilibrio interiore nell’era dell’iper-connessione digitale. Nei suoi percorsi e masterclass guida in particolare professioniste e professionisti a migliorare le proprie abitudini per avere più focus, tempo e benessere mentale. Organizza anche ritiri digital detox in cui accompagna gruppi di persone a disconnettersi per riconnettersi a sé. Nel 2017 fonda smartbreak.it, progetto che ha l’obiettivo di favorire un uso consapevole del digitale. Si tratta della prima realtà italiana a divulgare temi quali il digital detox e cultura digitale al lavoro. Nel 2018 esce il suo [...]
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Pubblicato il 25.05.2021 alle 9:00

Essere genitore oggi ha delle complessità ulteriori rispetto a qualche decennio fa. Sicuramente ogni periodo storico ha le sue difficoltà ma il mondo è cambiato radicalmente negli ultimi anni e per di più a gran velocità. Una velocità cui il nostro cervello non è preparato e quindi a tratti fatica.  Secondo l’ingegnere capo di Google, Ray Kurzweil, il 2045 è un anno da segnarsi sul calendario a proposito di evoluzione tecnologica. E quelli che oggi sono bambini allora saranno degli adulti sempre più immersi nella tecnologia che oggi potrebbe sembrare solo un gioco.

Secondo Kurzweil nel 2045 si raggiungerà la cosiddetta Singolarità Tecnologica, cioè il momento in cui “il progresso tecnologico raggiungerà una velocità tale da cambiare radicalmente il mondo per come lo conosciamo” e in cui l’intelligenza delle macchine supererà di diverse misure quella dell’uomo.

Quindi, in un panorama così impregnato di cambiamento e di digitale, come possiamo educare al meglio i più piccoli all’uso della tecnologia? La ricetta magica non c’è ma il punto di partenza fondamentale che poi servirà loro anche in qualità di giovani adulti nel 2045, sarà avere un forte senso critico. Senso critico nel senso di essere predisposti a porsi domande, creare dei dubbi, aprire delle riflessioni e non accettare lo status quo in modo passivo.

I 3 pilastri dell’educazione digitale  

Lo psichiatra  francese Serge Tisseron da tempo lavora sull’educazione digitale dei più piccoli e il suo libro “3-6-9-12 Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali” riporta una serie di strategie puntuali per tutte le età fino alla pre-adolescenza.

Tisseron identifica 3 pilastri su cui basarsi per educare i più piccoli all’uso della tecnologia, all’interno dei quali è possibile inventarsi abitudini, prassi e modalità adeguate alla propria famiglia: accompagnamento, alternanza e auto-regolazione.

Accompagnamento

Significa vivere l’uso dei media digitali insieme al proprio figlia o propria figlia. La tendenza dei più piccoli (e spesso anche dei più grandi) è di isolarsi all’interno del proprio smartphone, tablet o computer. Ecco che invece è utile svolgere delle attività insieme ai più piccoli sugli schermi digitali. Questo significa per esempio sedersi a fianco al bambino, guardare un video o giocare ad un gioco e farla diventare un’occasione di interazione.

Alternanza

Significa fare attenzione a variare la tipologia di attività che i bambini svolgono nell’arco della giornata dando spazio ad attività digitali ma anche ad altre analogiche. Ogni età ha le sue preferenze ma è comunque importante per i più piccoli svolgere attività manuali, sportive, all’aria aperta e dunque in alternanza con un video o un video-gioco.

Autoregolazione

Significa allenare i più piccoli a darsi un limite, a comprendere quando è il momento di concludere il video-gioco per esempio. Si tratta di una questione spinosa in molte famiglia che spesso viene affrontata strappando di mano il telefono o il tablet al bambino di punto in bianco per mettere una fine. Per aiutare il bambino a sviluppare un buon senso di auto-regolazione è invece utile accompagnarlo verso la fine per esempio anticipandogli fin dall’inizio che alla tal ora, indicata nell’orologio da una precisa posizione delle lancette, dovrà posare il telefono.

In conclusione dunque, ad ognuno le proprie strategie di educazione digitale in casa, ma il consiglio è di pensarle all’interno dei 3 pilastri sopra illustrati.

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