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imparare perché non smettere mai
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Empowerment

Smettere di imparare è il modo migliore per sabotare la propria carriera

Roberto Panzarani
Di Roberto Panzarani
Presidente dello Studio Panzarani & Associates, docente di Innovation Management e di Governo dell’innovazione tecnologia presso la facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Ha sempre operato nel campo della formazione. Attualmente,  come esperto di Business Innovation, si occupa dello sviluppo di programmi di innovazione manageriale per il top management delle principali organizzazioni italiane e internazionali. Il suo nuovo libro “Viaggio nell’innovazione Dentro gli ecosistemi del cambiamento globale” è edito Guerini e per Centodieci racconta come facilitare quei cambiamenti interni alle aziende in grado di creare nuove occasioni di business.
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Pubblicato il 23.04.2018 alle 14:30

Warren Buffett,  il più grande value investor di sempre, durante la sua carriera ha investito l’80% del suo tempo nella lettura e nel pensiero. Bill Gates legge un libro a settimana. Questi sono solo alcuni esempi che Michael Simmons fa nel suo articolo The secret to lifelong success is lifelong learning parlando di persone intelligenti e impegnate che dedicano almeno un’ora al giorno a imparare. Altri accampano, invece, scuse di non farlo per mancanza di tempo. Cosa li differenzia?
Sicuramente il fatto che i primi hanno compreso quanto l’apprendimento sia il miglior investimento per noi stessi e non possiamo non citare uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, Benjamin Franklin, che nel suo celebre Almanacco scriveva: “Il rendimento dell’investimento in conoscenza è più alto di quello di ogni altro investimento”.
Siamo nell’economia della conoscenza e come dice Paul Tudor Jones, imprenditore, investitore e filantropo, “Il capitale intellettuale vincerà sempre sul capitale finanziario”.
Il sociologo Alvin Toffler disse che “gli analfabeti del XXI secolo non saranno quelli che non sanno leggere e scrivere, ma quelli che non possono imparare, disimparare e imparare di nuovo.”
Come apprendere la giusta conoscenza allora?
Sempre Simmons, propone sei abilità per padroneggiare la nuova economia della conoscenza.

  1. Identificare quali conoscenze possono in quel momento essere giuste, il valore della conoscenza non è statico ma cambia in funzione di quanto la gente lo consideri prezioso e raro. Le nuove tecnologie rimodellano continuamente i settori e molto spesso mancano le persone giuste con le competenze giuste al posto giusto.
  2. Padroneggiare la nuova conoscenza velocemente. Le opportunità sono fugaci e le persone devono approfittarne subito. Questo significa essere in grado di apprendere rapidamente nuove competenze.
  3. Saper comunicare il valore delle proprie abilità agli altri permette di convincere gli altri che le abilità che si possiedono sono preziose e utili.
  4. Convertire le conoscenze in denaro e obiettivi, saper costruire un business di successo intorno alle proprie conoscenze, sapersi vendere come consulente e costruire la propria reputazione.
  5. Non smettere mai di investire nell’apprendimento per ottenere il massimo rendimento.
  6. Imparare come imparare, aumentare costantemente il tempo che viene dedicato all’apprendimento.

Niente più scuse, quindi, sulla mancanza di tempo da dedicare alla nuova conoscenza, altrimenti è come rinunciare a priori alla possibilità di acquisire nuove abilità o di diventare esperti in un dato settore, tutto ciò insomma che può far diventare uomini di successo.
Smettere di imparare è il modo migliore per sabotare la propria carriera. 
Soprattutto un leader deve essere proiettato verso uno studio costante ed è questa un’attitudine da coltivare per sé e da ricercare nei collaboratori: una risorsa interessata a rimanere sempre aggiornata è un dipendente “evergreen”, capace di adattarsi ad ogni cambiamento aziendale.
In conclusione, oggi è il sapere a determinare l’economia.

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