È più facile scalare una montagna se si è in due, o in un team: ci si tiene per mano, ci si dà la spinta, più occhi proteggono e guidano la nostra salita. È per questo che, tipicamente, quando si tratta di concretizzare un grande progetto si scelgono uno o più partner. Il lavoro a più mani, però, è pieno di rischi ed è facile che all’intento di una coppia o un gruppo si formino delle disfunzioni capaci di minacciare la messa in atto di una certa idea. Scopriamole assieme, per prestarvi maggiore attenzione.

  1. Timore di essere vulnerabili
    O meglio, assenza di fiducia. Non si può lavorare bene con qualcun altro se non ci si sente a proprio agio, sicuri, tranquilli, sereni nella certezza che non si verrà giudicati. Chi non si fida si chiude a riccio, con il risultato di portare ben poco al lavoro di gruppo.
  2. Paura del conflitto
    Quando si tratta di lavoro, o di rendere reale e tangibile una grande idea non può esserci paura di essere in disaccordo. Non la polemica ma la capacità di dirsi “in faccia” ciò che non convince o non funziona è quanto di più fertile possa esistere all’interno di un team, il cui progresso avverrà soprattutto attraverso il dialogo costruttivo.
  3. Mancanza di engagement
    Se teniamo moltissimo a una determinata idea o progetto e non si può dire lo stesso del nostro o dei nostri compagni partiamo su basi poco solide che, alla fine, crolleranno. La regola d’oro di ogni gruppo di lavoro è che deve esistere un grado di engagement pari in ciascun membro, ossia deve esservi grande motivazione essenziale a superare le inevitabili difficoltà.
  4. Evasione della responsabilità
    “Adesso non ho tempo” oppure “ne parliamo più avanti” sono già cattivi segnali. Esserci è la parola chiave di ogni team riuscito, un microcosmo nel quale ognuno conosce esattamente il suo ruolo e non trova scuse per la propria condotta assumendosi rischi e impegni.
  5. Scarsa attenzione al processo, eccessiva attenzione al risultato
    Un buon risultato nasce da un buon processo, non è possibile invertire il percorso di una buona intuizione immateriale, che richiede passi avanti e sacrifici quotidiani per diventare tangibile. “Tutto e subito” non è né un buon consiglio né, come convinzione, un buon consigliere: il traguardo si taglia dopo la corsa, non è data vittoria senza fatica e senza indirizzo preciso.