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Empowerment

Come creare emozioni positive con piccole pratiche quotidiane

Anna Fata
Di Anna Fata
Esperta di Comunicazione e Copywriting del benessere. Si occupa di Comunicazione integrata su carta, Web e Social su temi di salute, benessere alimentazione, psicologia dal 1998. Ha scritto migliaia di articoli, recensioni, interviste e 12 libri. E’ Fondatrice e Presidente di ArmoniaBenessere. Operativamente aiuta aziende e professionisti a comunicare brand, prodotti, servizi nel campo del benessere.
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Pubblicato il 16.10.2018 alle 17:56

I fatti accadono, gli eventi si verificano, esistono situazioni con le quali siamo quotidianamente chiamati a fare i conti, che ci piaccia o meno. A volte abbiamo possibilità di intervenire concretamente sulla situazione per modificarla come meglio crediamo, altre volte, invece, le circostanze sono quelle che sono e dobbiamo imparare a conviverci. In entrambi i casi c’è però una costante: la nostra disposizione interiore, il modo in cui diamo un senso a quello che accade, a noi stessi, alle persone che ci stanno intorno, al mondo.
Se cerchiamo di agire su una situazione per modificarla, ma senza crederci più di tanto, è altamente probabile che qualcosa non andrà secondo le nostre aspettative. Se la situazione risulta immodificabile e dobbiamo imparare ad accettarla per quella che è potremo vivere questa condizione con tristezza, colpa, rabbia, rassegnazione, oppure in modo pacifico, placido, pacato, sentendo e sapendo che abbiamo fatto del nostro meglio.
Le situazioni, le circostanze esterne quindi, a volte sono modificabili, a volte no. La nostra disposizione interiore, l’atteggiamento, i pensieri, le emozioni, le interpretazioni, i giudizi, le convinzioni, invece si possono cambiare. Sempre. La nostra interiorità rappresenta il nostro punto di forza: è la libertà interiore che ci consente di padroneggiare veramente noi stessi e le circostanze.
Vivere emozioni positive e felici fa piacere a tutti e soprattutto comporta una lunga serie di benefici per la salute fisica e psichica, per il rendimento scolastico e professionale, per le relazioni affettive.
Investire il proprio tempo e le proprie energie per coltivare le emozioni positive, quindi, ci conviene.
Questo non significa dichiarare guerra alle emozioni e pensieri negativi, che hanno comunque un loro valore e utilità, perché ci fanno capire cosa della nostra vita, forse, è opportuno modificare, bensì implica la possibilità di scegliere cosa alimentare della nostra vita interiore, e di riflesso anche esteriore.
A seguire 8 strategie in numeri che possono alimentare le emozioni positive e la felicità, secondo ricerche scientifiche basate sul modello della Psicologia Positiva:

  • 6 o 7: sono le ore da investire ogni giorno per la socializzazione.
    Un sondaggio realizzato da Gallup ha permesso di scoprire che le persone che trascorrono un quarto delle loro ore giornaliere in famiglia e con gli amici hanno una probabilità di 12 volte superiore di riferire gioia e non ansia o stress. Inoltre, si è visto che le persone sono felici prevalentemente nel fine settimana probabilmente proprio perché trascorrono più tempo con le persone a loro care
  • 10: è il numero ottimale di amici che garantisce il nostro benessere
    Una ricerca condotta sul popolo britannico ha evidenziato che avere contatti regolari con 10 o più amici influisce significativamente sulla felicità. Coloro che ne hanno meno risultano meno felici. In aggiunta si è visto che avere almeno 10 amici ha una ricaduta positiva sullo stato di salute e sulla possibilità di vivere più a lungo
  • 5: è il numero di interazioni positive che una coppia dovrebbe avere quotidianamente.
    Secondo la Linea di Losada per la mente umana pesa di più un giudizio negativo che non uno positivo. Per questo motivo si dovrebbe proferire almeno 3 commenti positivi per uno negativo nel caso di relazioni amicali e professionali e 5 nel caso di rapporti di coppia. Le interazioni positive non accadono da sé, ma abbiamo grande potere nel poterle creare attivamente, ad esempio con un gesto di gentilezza, di gratitudine, un complimento inatteso
  • 000 dollari: è il salario annuale ideale per essere felici.
    Una ricerca condotta presso la Princeton University ha messo in luce che la felicità aumenta con l’aumentare del reddito, ma fino ad un certo punto. Il limite oltre il quale un aumento del salario non incide più sull’incremento della felicità pare essere 75.000 dollari. D’altro canto, un salario inferiore coincide con un aumento di malattie psicofisiche e maggiore rischio di divorzio
  • 2 o 3: è il numero di volte in cui fare sesso ogni settimana per diventare più felici.
    Secondo una ricerca condotta presso la Colorado Boulder University tutto il sesso va bene per essere felici, ma se si pratica almeno 2-3 volte a settimana si è visto che è più probabile del 55% essere felici e del 44% nel caso di una volta alla settimana. Del resto, l’attività sessuale non solo comporta un coinvolgimento emotivo e mentale, ma anche ormonale e le emozioni positive si nutrono ampiamente di ormoni
  • 1 miglio: è la distanza massima da tenere dagli amici
    In base ad una ricerca condotta presso la San Diego University si è constatato che se un amico che vive a meno di 1 miglio da noi è felice la probabilità che lo diventiamo anche noi cresce del 25%. Lo stesso vale anche nel caso in cui si conviva con un coniuge felice o se si ha un vicino di casa felice. Tutte le emozioni sono contagiose per cui vale la pena circondarsi di persone positive emotivamente per poter diventarlo a propria volta
  • 33, 55, 70 anni: sono le età in cui si è statisticamente più felici.
    In base a diverse ricerche condotte nell’ambito della Psicologia Positiva i livelli di felicità variano in una persona a seconda della fase di vita in cui si trova. A 30 anni si suppone che le persone si trovino al massimo dell’energia, delle performance professionali, economiche, affettive. Intorno ai 44 anni si riscontra il minimo livello di felicità che risale gradualmente fino a raggiungere il culmine a 70 anni. Anche se gli scienziati ritengono che non esista una “età felice” in assoluto, essi non hanno potuto fare a meno di rilevare che i livelli di felicità crescono con il progredire dell’età
  • 40%: è la percentuale di felicità che dipende esclusivamente da noi.
    Pare che il 40% della felicità dipenda da noi. Il proprio livello di felicità è in parte predeterminato geneticamente, in parte definito in base al contesto familiare, sociale, educativo, professionale, politico, economico, storico, culturale e in generale alle circostanze personali di vita. Nonostante la quota predefinita geneticamente il potere di azione personale sulla propria felicità esiste. La Psicologia Positiva a questo proposito ha creato una lunga serie di esercizi che, se svolti quotidianamente, possono modificare il nostro modo cognitivo ed emotivo di affrontare le situazioni, vederle, interpretarle e provare, così, emozioni più positive, costruttive, felici, per sé e l’ambiente familiare, scolastico e professionale in cui si vive.
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