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Empowerment

Esiste ancora il valore della stretta di mano in un mondo sempre più digitale?

Claudio Gagliardini
Di Claudio Gagliardini
Nato a Roma nel 1970, manca per pochi decenni la natività digitale, ma recupera con insospettabile freschezza alla fine degli anni ‘90 dopo numerose esperienze in ambito turistico-ricettivo, in giro per l’Italia. Il demone del web s’insinua in lui agli esordi della Rete nel Bel Paese, fino a diventare una professione, con l’avvento dei media sociali e del web 2.0, che integra l’impegno sino a quel momento speso in comunicazione e marketing per-digitali. Oggi è consulente, formatore e relatore in marketing e comunicazione, con particolare specializzazione sui social media e sulle opportunità offerte dalla Rete. Socio e co-fondatore di seidigitale.com [...]
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Pubblicato il 12.04.2016 alle 9:31

Tra le innovazioni più rivoluzionarie della rete, quella delle videoconferenze sembrava dover cambiare radicalmente le abitudini delle aziende e degli uomini d’affari.
La diffusione di software e di servizi VoIP gratuiti, come ad esempio Skype o Google Hangout, e di piattaforme a pagamento assai più complesse, hanno reso possibile l’interazione a distanza come mai prima.

Oggi in videoconferenza possiamo vederci, parlare e lavorare su documenti, slide, progetti, immagini, video, testi e fogli di calcolo.
Con la sola piattaforma Google (hangouts + Google Docs), per esempio, lavoriamo in remoto come se fossimo seduti alla stessa scrivania e, al tempo stesso, possiamo registrare quello che facciamo per successive consultazioni o interagire in live streaming con il pubblico dei nostri canali sociali.

Oggi Skype & Co hanno sostituito le telefonate ma non la necessità di incontrare i propri clienti e fornitori anche dal vivo

Innovazioni come queste avrebbero dovuto in poco tempo cambiare il mondo e rendere quasi inutile qualunque spostamento, ma così non è stato. Skype & Co. hanno quasi del tutto sostituito le vecchie telefonate, almeno dopo i primi contatti, che tutt’oggi passano prevalentemente dal telefono, ma non hanno avuto un impatto dirompente, sulla necessità di uscire di casa o dall’ufficio per far visita a clienti, fornitori, partner e contatti di ogni genere.

Perché? La crisi economica, che si trascina ormai da quasi un decennio, avrebbe dovuto insegnarci quanto sia importante risparmiare soldi, tempo, chilometri di strada e di traffico per gestire le nostre relazioni.

Ancora oggi, a più di 25 anni dalla nascita della rete e a oltre 10 dall’affermazione dei social network e dei software VoIP e simili, la presenza fisica e la stretta di mano sembrano non aver perso peso. Al contrario, esse hanno aumentato il loro valore, perché ci consentono di stabilire un contatto fisico, autentico e genuino.

Ad annullare questo valore o anche soltanto a scalfirlo ci avevano già provato altri mezzi e strumenti, dal telefono alla TV, ma neppure le più moderne e futuristiche tecnologie, che aumenteranno i nostri sensi fino ad una percezione paragonabile al contatto diretto, saranno probabilmente in grado di farlo.

Potremmo addirittura arrivare a fare l’amore a distanza, con tecnologie e dispositivi che moltiplicheranno il piacere fisico fino a livelli inimmaginabili, come in molti prevedono, ma non perderemo mai il bisogno e il valore del contatto reale, che è il retaggio più profondo della nostra umanità e che ci aiuta a non diventare delle macchine.

Inutile addentrarsi, in questa sede, in spiegazioni scientifiche o psicologiche. Non c’è bisogno di scomodare nessuna teoria, per sostenere con forza che la stretta di mano era e resterà la modalità di relazione più importante, per il genere umano.

Gli eventi live, ai quali si assiste in prima persona sono quelli che più ci emozionano, che più ci coinvolgono

Per questo gli eventi con qualcuno in carne e ossa sul palco saranno sempre più emozionanti e graditi, rispetto a quelli visti in TV o in collegamento remoto. Non esisterà ologramma che potrà sostituire l’essere umano, perché incontrarsi e stringersi la mano è molto più che solamente due agglomerati di cellule che entrano in contatto tra loro.

Dietro ogni abbraccio e ogni stretta di mano, infatti, c’è un gran numero di fattori, che fanno la differenza con un incontro virtuale. C’è la sveglia che hai messo per non arrivare in ritardo, ad esempio. C’è il vestito che hai addosso, il profumo che ti sei spruzzato sul collo, la strada che hai percorso, le cose cui hai rinunciato per esserci di persona e quelle che farai subito dopo.
C’è un impegno concreto ad essere lì, ora, per la persona che ti sta aspettando e che non è l’ennesimo impulso elettronico di una giornata già piena di email, messaggi, suonerie e vibrazioni. E, soprattutto, ci sono: la tua fisicità, i tuoi tic, le tue espressioni, il tuo sguardo che cade su quello che tutti gli interlocutori possono vedere, anziché fuori da uno schermo, chissà dove.

Investiamo nel valore del contatto umano, solo così possiamo instaurare relazioni autentiche

In un mondo in cui la tecnologia sarà sempre più orientata ad aumentare i nostri sensi e le nostre percezioni, dunque, il valore del contatto umano sarà sempre più elevato. Su questo dovremo investire, se vorremo davvero coltivare relazioni in grado di fare la differenza e di aiutarci a vivere bene e ad avere successo in quello che facciamo.
Perché una cosa è certa: ha molto più valore ciò che richiede impegno, fatica e dedizione, rispetto a quel che si può ottenere con un semplice click o con una tecnologia “amica”, che mentre ci aiuta a fare le cose più in fretta ci costringe ad apprezzare ciò che richiede più tempo e, soprattutto, ci impegna in forma esclusiva.

Cos’è una stretta di mano, dunque? Un gesto importante, antico, solenne, che possiamo fare una persona alla volta, in forma individuale, guardandosi negli occhi e lasciando sospeso tutto il resto, almeno per un attimo. Un attimo di impagabile esclusività.

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