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Empowerment

Come continuare a lavorare da casa dando il meglio

Redazione Centodieci
Di Redazione Centodieci
Raccontare esperienze reali che possano aiutarci a percorrere strade nuove e sostenere un diverso approccio al lavoro, alla vita e alla società basato su valori quali condivisione, empatia, crescita e libertà. Questo è la strada che la redazione di Centodieci percorre insieme ai suoi autori, tutti uniti nello scovare e proporre a voi idee vincenti, eventi e personaggi di valore che con il loro coraggio hanno cambiato le regole del gioco. Ma la nostra piattaforma è aperta anche al vostro contributo: se avete pubblicato contenuti online che ritenete in linea o avete visto e apprezzato quelli di altri nei [...]
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Pubblicato il 08.05.2020 alle 7:07

In molti hanno accolto l’opportunità dello smart working come uno dei pochi lati positivi della pandemia, almeno prima di iniziare a preoccuparsi per le sue possibili ripercussioni sul futuro e i danni che sta già facendo, oltre che, ovviamente, per il destino dei contagiati dal Coronavirus. Ma come molti hanno appreso già dopo la prima settimana di quarantena, il lavoro da casa non è facile come sembra: se non lo si affronta nel modo giusto, è molto diverso dall’oasi di libertà, comfort, tazze di tè e caffè in qualsiasi momento, scrivanie piene di piante e musica classica in sottofondo che avevamo immaginato. Se non lo si accompagna con un minimo di autocontrollo, può assumere le sembianze di un inferno fatto di call che si intersecano l’una con l’altra, 9 ore passate senza nemmeno trovare il tempo o ricordare di alzarsi per 5 minuti, pasti consumati davanti al computer (se lo si faceva già in ufficio, figurarsi a casa), e soprattutto, in questa particolare situazione, assenza totale di momenti di reale pausa dallo schermo di cellulare e pc. Non potendo uscire, è naturale chiudere le finestre dei programmi di lavoro per passare a Netflix, magari restando nella stessa posizione con davanti lo stesso pc e senza mai togliere il pigiama.
Il risultato è una sensazione di stress e stanchezza che peggiora con la mancanza di attività fisica e, magari, un’alimentazione errata: chi aveva sempre pensato che lavorare da casa significasse finalmente pasti e spuntini sani a base di frutta e verdura preparati con calma (addio macchinette del caffè, sala mensa, panini al bar), si sarà accorto che, nella maggior parte dei casi, l’impulso, anche solo per celebrare questa strana, inquietante, libertà, è quello mangiare snack in continuazione.

Ma siamo ancora in tempo, purtroppo o per fortuna, per cambiare le nostre abitudini: consideriamo la prima fase appena trascorsa come un periodo di adattamento, e prepariamoci a trascorrere il tempo dello smart working meglio che possiamo e nel rispetto delle regole che ci sono state date, sperando di tornare alla normalità prima possibile con rinnovata energia e, magari, abitudini più sane che potremo portare con noi nella nostra nuova routine.

Prima di tutto, il momento del risveglio: l’idea di trasformare il tempo del tragitto da casa al lavoro in qualche minuto o ora di sonno in più è sicuramente molto allettante. L’importante, però, è non ritrovarsi scaraventati davanti al pc o al telefono dopo un caffè veloce: è consigliato ritagliarsi comunque un po’ di tempo per lavarsi e vestirsi con calma, fare una colazione leggera, e magari qualche esercizio di stretching: su YouTube si trovano ottimi video di yoga, pilates e esercizi per principianti, senza attrezzi o strumenti vari, per sciogliere un po’ il corpo in questi giorni di “cattività” spesso basta soltanto un tappetino o, in mancanza di quello, il normale tappeto di casa. Una volta pronti, l’ideale sarebbe “andare in ufficio”: se non si dispone di una stanza da adibire a studio (nella quale trascorrere soltanto le ore dedicate al lavoro), sarà utile destinare all’attività lavorativa un angolo della casa, creando uno spazio in grado di favorire la concentrazione. Questo è utile anche per gli altri: è un segnale importante per comunicare che siamo “al lavoro” e non possiamo essere disturbati dagli altri componenti della famiglia o da eventuali coinquilini.

Un altro consiglio è quello di impegnarsi a creare un rituale di distacco al termine della giornata: non potendo fare una passeggiata, l’ideale sarebbe riprendere gli esercizi del mattino, un’ottima abitudine da sviluppare per “aprire” e “chiudere” la giornata lavorativa, ma anche un momento di relax lontano dal pc e cellulare è un buon modo per staccare – chiacchierare con il partner, i figli, i coinquilini, oppure, se si è soli, regalarsi un bagno caldo o mettersi a cucinare con cura qualcosa di elaborato. Certo, l’isolamento prolungato potrebbe avere un impatto sul morale e la produttività del team. E allora il suggerimento è quello di provare a sostenere il cameratismo in modi non convenzionali, ad esempio indulgendo in chat e videochiamate di gruppo non solo lavorative ma anche – per supplire alla mancanza delle chiacchiere da ufficio – ricreative: cene, aperitivi, drink, usando Google Hangouts, Zoom o Skype. «È un buon modo per legare con i colleghi: è un po’ strano, ma tutti si sentono strani, quindi è divertente», suggerisce un’esperta di remote working interrogata dalla Bbc. «È un modo per conferire un po’ di leggerezza a una situazione altrimenti difficile».

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