Sano ottimismo: come coltivarlo
Riconoscere e accettare le emozioni, anche quelle negative, è la chiave per vivere ogni giorno con positività
Quante volte ti è stato detto di vedere il bicchiere mezzo pieno? Specialmente in un periodo di difficoltà. A me molte, e spesso quando ascolto quella frase mi irrigidisco e la prima reazione che mi suscita è un pensiero tipo “Ma tu che ne sai di cosa sto passando? Il mio bicchiere non è mezzo pieno!”. Quindi il mio rapporto con l’ottimismo è sempre stato ambivalente: facile quando le cose vanno bene, difficile quando si incrinano.
In questo articolo voglio parlare di ottimismo, ma in modo realistico, non come se fossimo in una favola di Walt Disney in cui il finale felice è assicurato. E per farlo parto da un concetto da smarcare subito per affrontare il tema in modo completo: la positività tossica.
Positività tossica: cos’è e perché farci attenzione
Si tratta di un termine che lo psicologo americano Lukin ha coniato nel 2019 in un suo articolo dal titolo appunto Toxic Positivity. Si tratta della tendenza a considerare il pensiero positivo come l’unico modo corretto e sano di vivere la vita. La positività tossica porta l’individuo a riconoscere e validare unicamente le emozioni e i pensieri positivi, escludendo gli stati d’animo negativi. Questo atteggiamento, oltre a essere fuorviante rispetto all’esperienza del mondo che facciamo nella nostra vita, è anche pericoloso perché ci allontana dalla parte di noi che sta soffrendo. Mentre riconoscere e accettare le emozioni, anche quelle negative, è fondamentale per orientarci verso un maggior benessere interiore e una percezione di auto-efficacia.
Ottimismo: una visione del mondo
La Treccani definisce l’ottimismo come la disposizione psicologica che induce a scegliere e considerare prevalentemente i lati migliori della realtà, oppure ad attendersi uno sviluppo favorevole del corso degli eventi. Di questo quindi si tratta: una visione della vita e di ciò che ci accade che fa della predisposizione a enfatizzare ciò che di buono e di bello c’è nel mondo il suo punto di forza.
Come coltivare un sano ottimismo nella vita
Un costrutto psicologico che ci può aiutare a coltivare un sano ottimismo è il locus of control, ovvero il luogo attraverso cui si esercita il controllo nella propria vita. Si distingue in interno ed esterno. Il primo è di chi percepisce di avere pieno controllo della propria vita attraverso le sue azioni, mentre il secondo riguarda chi attribuisce il suo successo o fallimento a cause esterne come, per esempio, il destino.
Avere un locus of control interno permette alle persone di assumere uno stile di pensiero che favorisce comportamenti orientati al raggiungimento dei propri obiettivi. Il nostro locus of control è determinato da vari aspetti: genetici, socio-culturali ed educativi rispetto al contesto in cui siamo cresciuti.
Possiamo però allenarci per andare verso un locus of control interno. Un modo, semplice ma concreto, per farlo è chiedersi “Cosa posso fare io in questo situazione?” quando per esempio ci capita un problema e rischiamo di attivare un rimuginio mentale che ci rende pessimisti.
In conclusione, quindi, l’ottimismo a ogni costo non è il sale della vita perché rischia di prendere la deriva della positività tossica. Però orientare la nostra mente verso ciò che possiamo fare, anche di piccolo ma concreto, di fronte ad una difficoltà è l’atteggiamento per andare verso un sano ottimismo.