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Empowerment

Scienza della longevità. Alberto Beretta: “Ecco come fermare l’invecchiamento”

Eugenio Spagnuolo
Di Eugenio Spagnuolo
Giornalista free lance, scrive di innovazione, cultura, tecnologia, blockchain. Tra le collaborazioni: Wired, Business Insider, Focus, Panorama, GQ, Vogue, Huffington Post. Cura anche corsi di argomenti vari e da qualche tempo si occupa di seo editoriale e della produzione di contenuti informativi a misura di social.
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Pubblicato il 04.07.2023 alle 8:30

Gli integratori, gli esami e le novità in arrivo dagli USA: il dottor Alberto Beretta, fondatore di SoLongevity, tra i maggiori esperti di longevità in Europa fa il punto sulla longevità.

La longevità sta guadagnando sempre più attenzione, in parte per l’hype che l’argomento ha acquisito negli ultimi anni, dopo investimenti miliardari nel settore di imprenditori come Jeff Bezos, Elon Musk e Peter Thiel. Ma la scienza della longevità non è un’esclusiva americana. Anche in Italia stanno prendendo forma imprese che hanno fatto della guerra all’invecchiamento la loro ragione d’essere. È il caso di SoLongevity, la startup innovativa fondata da Alberto Beretta, a cui abbiamo chiesto di illuminarci su ciò che davvero funziona per fermare – almeno un po’ – il tempo.

Dottor Beretta, si parla sempre più spesso di terapie per la longevità. Ma c’è il timore che siano molto costose. O ne esistono anche di accessibili?

Certo, ci sono terapie per la longevità che sono accessibili. Per esempio, i test che misurano l’età biologica hanno fatto progressi enormi negli ultimi anni. Possono determinare con precisione l’età biologica di una persona e possono anche scomporre quell’età per vari tessuti o sistemi corporei. Questi test, che stanno diventando disponibili in Europa, hanno costi abbastanza ragionevoli e aiutano molto nella creazione di protocolli diagnostici e terapeutici. Infatti, è stato scientificamente dimostrato che è possibile “arretrare l’orologio biologico” con interventi specifici, quindi il ringiovanimento non è solo un sogno, ma una realtà scientifica.

E dal punto di vista terapeutico?

Dal punto di vista terapeutico, ci sono molti prodotti e terapie disponibili e accessibili a tutti. Un esempio, i cosiddetti “booster” di NAD (nicotinamide adenine dinucleotide), composti nutraceutici che stanno guadagnando notorietà nel mondo scientifico. Il NAD è una molecola fondamentale che supporta le funzioni di quasi 500 enzimi nel nostro corpo. Con l’età, i livelli di NAD tendono a diminuire. Tuttavia, con l’uso di questi booster, è possibile aumentare i livelli di NAD nel sangue di una persona di sessant’anni a livelli paragonabili a quelli di una persona ventenne, riattivando così i meccanismi biochimici che vanno in crisi con l’invecchiamento. Questi sono solo esempi, ci sono molte altre terapie e prodotti per la longevità che sono accessibili a costi ragionevoli. Ma molti di loro necessitano ancora di sperimentazioni cliniche rigorose di cui vedremo i risultati nei prossimi anni.

Dove nasce l’idea di SoLongevity?

L’idea di SoLongevity è nata molti anni fa, precisamente nel 2004, durante il mio periodo con l’Ospedale San Raffaele. Allora ho avuto l’opportunità di incontrare David Sinclair, uno dei massimi esperti di gerontologia a livello mondiale, legato all’Università di Harvard. Questo incontro mi ha fatto immergere nel mondo dei meccanismi dell’invecchiamento.

La scienza della longevità è una disciplina molto antica, con le prime teorie sulla restrizione calorica che risalgono a un secolo fa. Tuttavia, l’avvento dei lavori di Sinclair, e successivamente il contributo del gruppo di Guido Kroemer, che ha pubblicato un influente studio sui nuovi meccanismi dell’invecchiamento, ha segnato un notevole passo avanti. Questo ha permesso di focalizzare le ricerche su ambiti molto specifici.

Nel 2019, dopo aver lasciato l’ospedale, ho fondato SoLongevity. Ho riunito una squadra di ricercatori e medici, alcuni dei quali tuttora attivi nel mondo accademico e occupano posizioni di rilievo. Il nostro obiettivo è stato quello di trasferire tutte le conoscenze acquisite negli ultimi vent’anni nel campo della medicina e della scienza della longevità alla pratica clinica, ossia alle persone. Ci siamo concentrati su ciò che è attualmente disponibile, che possiamo trasformare in test diagnostici, terapie e protocolli accessibili alla maggior parte della popolazione.

In che modo la sua esperienza da immunologo al San Raffaele le è stata utile per il lavoro sulla longevità?

La mia storia inizia con il dottorato di ricerca che ho completato tra Stoccolma e Parigi, durante il quale mi trovavo nel laboratorio vicino a quello in cui è stato scoperto il virus dell’HIV. Questo era negli anni ’80, un periodo in cui l’HIV era un’emergenza sanitaria globale. A seguito di questa esperienza, ho iniziato a occuparmi di HIV e, al mio ritorno in Italia, ho avuto l’enorme fortuna di entrare a far parte del nuovo centro di ricerca aperto da Don Verzè al San Raffaele. Questa è stata un’esperienza straordinaria, il San Raffaele rappresenta una realtà unica nel panorama scientifico internazionale.

Come le ho detto, nel 2004, quando ero ancora al San Raffaele, ho conosciuto Sinclair e ho cominciato a interessarmi all’invecchiamento, in particolare all’invecchiamento accelerato del sistema immunitario, che è una caratteristica sia dell’HIV che, come abbiamo visto di recente, del Covid-19. Il Covid-19 colpisce particolarmente le persone anziane perché con l’età il sistema immunitario perde la capacità di generare nuove cellule memoria. Questo rende meno efficaci i vaccini nelle persone anziane.

Tuttavia, oggi abbiamo la possibilità di studiare questi meccanismi e di intervenire su di essi con metodi già disponibili. Ad esempio, il progetto americano “Human Vaccines Project”, che è il più grande sforzo internazionale pubblico per lo sviluppo di tecnologie vaccinali, ha deciso di dedicare una parte significativa delle sue risorse allo studio dell’immunosenescenza, il processo di invecchiamento del sistema immunitario, riconoscendo l’enorme importanza di migliorare la risposta del sistema immunitario nelle persone anziane.

Sempre in tema di longevità, c’è qualcosa di davvero promettente che sta arrivando, dagli USA, al di là delle mode e del marketing?

Negli Stati Uniti, c’è un’enorme quantità di ricerca e innovazione che sta avvenendo nel campo della longevità, rendendolo un ambiente estremamente sofisticato. Ad esempio, Jeff Bezos ha investito tre miliardi di dollari in un progetto focalizzato sulla medicina rigenerativa, che sfrutta tecniche avanzate come il gene editing e il trasferimento genetico per rigenerare i tessuti. Tuttavia, queste tecnologie, sebbene molto promettenti, sono ancora in una fase molto precoce e non prevediamo che saranno disponibili clinicamente per molti anni ancora.

Nel frattempo, sono stati fatti notevoli progressi in altri ambiti. Un esempio significativo è la disponibilità di test sofisticati che misurano l’età biologica. Questi test sono diventati molto più accessibili e stanno diventando strumenti utili nella pratica clinica. È importante notare che il campo della longevità è molto ampio e complesso, con stime che indicano circa 50.000 diverse società che lavorano su vari aspetti della longevità. Quindi, nonostante il marketing e le mode, ci sono davvero molte ricerche promettenti e innovazioni in corso.

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