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Empowerment

Sei un leader o un manager? 3 domande da porsi per scoprirlo

Redazione Centodieci
Di Redazione Centodieci
Raccontare esperienze reali che possano aiutarci a percorrere strade nuove e sostenere un diverso approccio al lavoro, alla vita e alla società basato su valori quali condivisione, empatia, crescita e libertà. Questo è la strada che la redazione di Centodieci percorre insieme ai suoi autori, tutti uniti nello scovare e proporre a voi idee vincenti, eventi e personaggi di valore che con il loro coraggio hanno cambiato le regole del gioco. Ma la nostra piattaforma è aperta anche al vostro contributo: se avete pubblicato contenuti online che ritenete in linea o avete visto e apprezzato quelli di altri nei [...]
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Pubblicato il 24.01.2019 alle 12:59

The Difference Between Leading & Managing, The Hard Way – DAIC, 8/24/15 from Digiday

Sei un leader o un manager? No, non è il solito quiz attitudinale, è proprio una domanda alla quale ognuno dovrebbe poter rispondere onestamente. Ecco qualche differenza tra le due figure – giusto per districarsi nella decisione – formalizzata in tre domande. Potresti anche incarnare il «giusto mezzo» tra le due figure.

  1. Pensi nel breve o nel lungo termine?
    Un manager è spesso preoccupato, giustamente, all’idea di rispettare scadenze poste – magari – dai superiori. È il suo mestiere. Deve vivere sempre nel momento. Un leader è probabilmente più interessato al futuro in senso lato; ha una visione e il suo obiettivo principale è che la vedano anche gli altri. Questo non significa che è distratto, ma che il suo vero traguardo – lo sa – è lontano.
  2. Ragioni sulla performance o sulla crescita?
    Un manager è essenzialmente un impiegato di alto rango; prende molti soldi, probabilmente perché il suo mestiere è di diretta responsabilità. Risponde ad altri, dunque la performance circoscritta temporalmente (il trimestre, il semestre) gli sta a cuore. Al leader sta a cuore soprattutto la crescita, invece. Può essere lunga, e va bene purché ne valga la pena. Un leader è molto paziente e potrebbe non rispondere a nessuno tranne che – realmente – a se stesso.
  3. La tua parola è «controllo» o «responsabilità»?
    Controllare è tutt’altro che una brutta cosa, a meno che non si tratti del famigerato micromanagement. Un manager può avere le sue ottime ragioni per delegare poco e stringere il cappio sull’autonomia, mentre un leader ama il termine «responsabilità». Il suo traguardo è rendere indipendenti gli altri ma averli, in un certo senso, formati talmente bene da non temere nulla.
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