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Empowerment

Vita d’ufficio, con l’intranet collaborativa lavorare diventa social

Stefano Besana
Di Stefano Besana
Digital e Future of Work Leader di EY, dove dirige anche il centro di esperienze trasformative wavespace, Stefano si occupa da oltre 12 anni di trasformazione organizzativa, digitale ed evoluzione dei modi di lavorare verso scenari maggiormente aperti, collaborativi, efficaci e partecipati.
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Pubblicato il 26.10.2015 alle 9:18

Le intranet hanno provato ad avere un ruolo centrale in moltissime organizzazioni: portali informativi, strumenti di lavoro, repository di contenuti, aree connesse ai nuclei fondamentali dell’azienda… tanto indispensabili quanto spesso poco considerate e utilizzate da parte dei dipendenti.

La aziende di oggi, le più mature perlomeno, si sono ormai rese conto dell’inadeguatezza dei sistemi di comunicazione e dei portali intranet tradizionali e hanno iniziato a interessarsi a un’evoluzione collaborativa e sociale degli stessi, riprogettando il tutto seguendo le lezioni imposte dalla crescita massiva dei social-network.

L’uso di intranet aziendali porta con sé benefici importanti in termini di business e di ritorni economici

I benefici, per coloro che hanno adottato queste nuove soluzioni, sono molteplici: riduzione del traffico di email, riduzione della ridondanza, migliore accesso alla conoscenza, riduzione dei meeting e del tempo speso nel prendere decisioni, maggiore ingaggio dei dipendenti, emersione di intelligenza collaborativa e abilitazione di un contesto in grado di favorire la generazione di idee dal basso, migliore accesso agli esperti e incremento della capacità di risolvere problemi, riduzione dei costi di trasferta e delle telefonate.
La lista potrebbe continuare ancora molto, ma quello che appare chiaro è che i nuovi modelli di intranet basati sulla collaborazione e sulla centralità dell’utente hanno benefici enormi per il modo di lavorare dell’organizzazione e sono in grado di tradursi in ritorni economici estremamente significativi e rilevanti sia per le aziende di medie dimensioni sia per le organizzazioni più vaste e distribuite.

Ma quali sono effettivamente i pilastri che le organizzazioni devono tenere in considerazione per la costruzione di una intranet collaborativa che si rispetti e che, soprattutto e ancora più importante, venga effettivamente utilizzata dai dipendenti?
Vediamo alcune delle aree fondamentali sulle quali insistere per una progettazione che minimizzi i rischi, evitando l’effetto “cattedrale nel deserto”, e massimizzi la possibilità di servire il business e migliorare la creazione di valore dell’intera organizzazione.

  • La centralità dell’utente: partire dai bisogni dei dipendenti è fondamentale, non solo per incrementare l’efficienza complessiva dell’azienda, ma anche e soprattutto per garantire che i nuovi strumenti siano effettivamente utilizzati. Se la progettazione del nuovo ambiente non è fatta tenendo in considerazione i desiderata e le problematiche delle persone, la intranet non potrà mai funzionare.
  • Garantire una sponsorship dall’alto: senza un commitment e un coinvolgimento dei vertici e della testa dell’azienda non si va da nessuna parte. Il top management deve credere fortemente in questo tipo di trasformazione perché il cambiamento avvenga davvero e perché sia sostenuto a livello economico e a livello culturale.
  • Sperimentare e misurare: è necessario progettare assieme alle persone in modalità di co-design e partendo da piccoli pilot che siano poi scalabili sull’intera organizzazione. La misurazione dei risultati dei pilot e delle sperimentazioni gioca altresì un ruolo cruciale nella comprensione delle aree di miglioramento e nella socializzazione delle best practice dell’esperienza
  • Coinvolgere tutti i dipartimenti: l’intera azienda deve essere coinvolta all’interno del processo di trasformazione, tutti i dipartimenti organizzativi devono essere ingaggiati su scala differente, ovviamente, ma devono comunque essere coinvolti all’interno del cambiamento.
  • Destinare correttamente il budget: non investire solamente nella dimensione tecnologica ma tenere presente anche l’investimento su persone, competenze e change management risulta uno dei fattori di successo (o di insuccesso) dell’iniziativa.
  • Non dimenticare l’IT: sebbene la tecnologia sia da considerarsi – correttamente – un abilitatore, è fondamentale che non sia d’intralcio al disegno complessivo e, anzi, lo supporti in maniera completa.
  • Risorse e riconoscimento: i nuovi modelli di lavoro non devono essere un divertissement, ma devono avere una loro dignità ed essere riconosciuti dalle politiche HR dell’azienda, con il riconoscimento del contributo di tutti e la relativa trasparenza che ne deriva come ingrediente fondamentale del successo.
  • Competenze e Coltivazione: nessuna community nasce e si sviluppa in modo autonomo, il ruolo del community manager e le competenze verticali di chi possa foraggiare la diffusione dei nuovi modelli di lavoro è di fondamentale importanza per garantire il successo dell’intera iniziativa.

Concludendo: evolvere i propri strumenti di comunicazione interna, al giorno d’oggi, è quasi necessario. Sempre più aziende si sono rese conto dell’importanza di rinnovare e rivedere i propri processi in ottica collaborativa, il vero nodo della questione sta nel farlo in modo efficace, collegando il digitale ai processi chiave di business dell’organizzazione.
Questo è l’unico modo per essere sicuri di procedere verso un cammino corretto dove il digitale rappresenta non la bacchetta magica e la soluzione a tutti i problemi dell’azienda, ma un fondamentale catalizzatore di efficacia ed efficienza che può aiutarci a fare quello che facevamo prima in modo molto più rapido, veloce e, perché no, divertente.

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