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Innovazione e Sostenibilità

Anche Twitter adesso ha i gruppi, i cinguettii incrociano le passioni

Simone Cosimi
Di Simone Cosimi
Simone Cosimi è giornalista professionista, collabora con numerose testate nazionali fra cui Italian Tech, La Repubblica, D, DLui, Wired, VanityFair.it, Esquire, StartupItalia, Oggi e Radiotelevisione Svizzera. Segue diversi ambiti fra cui tecnologia, innovazione, cultura, politica, esteri e territori di confine, spingendo verso un approccio multidisciplinare. Già redattore del mensile culturale Inside Art, per cui ha curato cataloghi d’arte e pubblicazioni come il trimestrale Sofà, ha lavorato in passato, fra gli altri, per Rockstar, DNews, Excite, Style.it e molte altre testate. Speaker, moderatore e saggista, è autore con Alberto Rossetti di “Nasci, cresci e posta. I social network sono pieni di bambini: [...]
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Pubblicato il 11.10.2021 alle 11:00

Da piattaforme orizzontali a profonde dimensioni verticali. Facebook lo sa (e lo fa) da sempre con i Gruppi, che hanno compiuto dieci anni proprio nel 2020 e contano numeri da record: 1,8 miliardi di utenti li utilizzano ogni mese e più di 70 milioni di amministratori e moderatori gestiscono quotidianamente confronti e conversazioni in quelle pagine riservate a interessi, personaggi, sport, attività e mille altri ambiti o argomenti. Twitter ci è arrivata un po’ tardi ma ora ci siamo: in fondo sulla piattaforma c’è sempre stata una vasta e per certi versi perfino strampalata gamma di conversazioni, ed esistono le Liste che consentono di raccogliere in un elenco gli utenti preferiti magari organizzandoli per argomenti, paesi o per il tipo di lavoro che fanno. Non è però la stessa cosa.

Che cos’è Communities

Non è infatti mai esistita una funzione che potesse aiutare le persone sulla piattaforma a connettersi con altri utenti che condividono gli stessi interessi, le stesse idee o le stesse passioni. Fino a settembre, quando il social guidato da Jack Dorsey – che in Italia conta oltre 13 milioni di utenti – ha cominciato a testare Communities, una nuova funzione per trovare e connettersi in modo più semplice con utenti che vogliano parlare degli stessi argomenti. 

Lo sanno soprattutto gli utenti più curiosi o poliedrici: alcune conversazioni non sono destinate a tutti, ma solo a persone che vogliono confrontarsi su un determinato tema. Spesso una riflessione, magari originale o significativa, se non è indirizzata al target giusto rischia di cadere nel vuoto. Communities cerca di inserirsi esattamente in questo snodo: grazie alla nuova funzionalità in fase di distribuzione un utente membro di un determinato gruppo può pubblicare un tweet direttamente nel gruppo invece che rivolgersi a tutta la platea costituita dai suoi follower, la gran parte dei quali non è magari interessata alle sue opinioni sull’ultima partita della Roma o della Juve ma solo ai suoi consigli sul tema di cui è esperto. Allo stesso tempo, solo i partecipanti alla stessa Community potranno rispondere e unirsi alla conversazione, mantenendola così relativamente intima e pertinente. Niente sbandamenti, niente rumore, più interesse e – questo le piattaforme social faticano sempre ad ammetterlo – più engagement da parte degli utenti. E un utente più attivo è un utente che vale di più.

Gruppi sì, ma senza la porta chiusa

Le pagine e le timeline delle Community resteranno comunque pubbliche e consultabili da chiunque su Twitter voglia leggere, citare e segnalare i tweet della Community. Non ci sarà, insomma, la logica dei Gruppi privati che vige su Facebook, dove occorre iscriversi ed essere approvati dagli amministratori. “Questo perchè Twitter vuole continuare a supportare la qualità della conversazione pubblica sulla piattaforma e, contemporaneamente, aiutare le persone a trovare un gruppo di utenti con gli stessi interessi, fornendo loro uno spazio più ristretto per il confronto e le conversazioni su temi specifici” spiegano da San Francisco. Insomma, maggiore pertinenza sì, per forza, ma il social dell’uccellino non deve diventare un condominio pieno di porte chiuse.

Il ruolo dei moderatori

In tutto questo però, proprio come su Facebook, i moderatori avranno un ruolo centrale. Potranno cioè decidere le regole delle diverse “communities”, invitare persone che con il loro contributo possano dare un valore aggiunto alle conversazioni – quindi rimpolpare la platea dei partecipanti – e individuare altri moderatori per mantenere lo spazio ordinato e coerente. Al momento, la creazione di Community è circoscritta ai temi più popolari come cani, meteo, sneaker, cura della pelle e astrologia. Tuttavia nei prossimi mesi la piattaforma arricchirà i topic, dando a sempre più persone la possibilità di creare gruppi in cui confrontarsi praticamente su qualsiasi argomento. Allo stato attuale, per entrare a far parte di una Community è necessario essere invitati ma verranno presto aggiunti altri modi per unirsi in questi nuovi spazi. Chi voglia lanciare una comunità può segnalare segnalarlo a Twitter utilizzando questo link. 

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