• Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Public Program
  • Lezioni Italiane
  • Argomenti
  • Arte e Cultura
  • Empowerment
  • Innovazione e Sostenibilità
  • Progetti speciali
  • Lezioni Italiane
  • Public Program
  • Centodieci Extra
  • Tipo di contenuto
  • Articoli
  • Video
  • Podcast
  • Webinar
  • Eventi
Immagine principale di: Il calcestruzzo del futuro
Icona
Innovazione e Sostenibilità

Il calcestruzzo del futuro

Federico Bastiani
Di Federico Bastiani
Sono giornalista pubblicista, nato nel 1977 a Pisa e laureato in Economia aziendale. Ho scoperto la passione per il giornalismo dopo un viaggio a Buenos Aires e l’incontro con le Madri di Plaza de Mayo. Da quel momento non ho più smesso di scrivere collaborando con varie testate. Sono startupper (cofondatore di emotID), collaboratore dell’economista Loretta Napoleoni e soprattutto babbo di Matteo e Noah. Sono anche l’agente letterario dell’esploratore inglese George Meegan (La Grande Camminata, Mursia, 2012). Nel 2010 ho curato il libro edito da Rizzoli A riveder le stelle sul Movimento a Cinque Stelle. Il mio motto è “il possibile [...]
Scopri di più
Pubblicato il 31.08.2023 alle 8:30

Il calcestruzzo usato dagli antichi romani era forte, resistente e durevole perché era in grado di autoripararsi. Paolo Sabatini e Admir Masic hanno fondato la startup DMAT che apprende dai romani per creare calcestruzzo in grado di salvare il pianeta. Ne abbiamo parlato con Paolo Sabatini, Co-founder e CEO di DMAT

Gli antichi romani erano abili costruttori edili, non è necessario provarlo perché la storia parla da sola. Il Pantheon, il Colosseo, gli acquedotti, hanno resistito per millenni ed è sempre rimasto un mistero come i loro edifici riuscissero a resistere alle intemperie del tempo. Anche se sono stati rinvenuti documenti come il trattato “de architectura” di Marco Vitruvio Pollione, un ingegnere del I sec. A.c. che dava consigli su come costruire edifici, abbiamo dovuto aspettare fino a quest’anno per carpire i segreti del calcestruzzo romano. Lo si deve ad un italiano, Paolo Sabatini imprenditore, e Admir Masic, professore associato di ingegneria ambientale al MIT. “Era il 2018”, racconta Sabatini, “mi trovavo negli Stati Uniti e venni a conoscenza che Masic aveva appena avviato una ricerca per capire il segreto alla base della durabilità del calcestruzzo usato dai romani”. I due si conobbero e nacque l’idea di fare qualcosa insieme, creando un prodotto sostenibile, durevole, in grado di aiutare il pianeta. “Abbiamo così fondato DMAT. Siamo partiti dalla ricerca scientifica, i cui risultati sono stati pubblicati su Science Advances, e, tramite un percorso di sviluppo presso i migliori laboratori internazionali, oggi siamo in grado di fornire risposte tecnologiche per l’industria moderna”.

Anche se migliaia di scienziati hanno avuto sotto gli occhi gli edifici romani per millenni, nessuno era riuscito a capire il segreto della longevità delle loro costruzioni. L’indagine sul cemento romano ha visto l’utilizzo di pratiche tradizionali, tipiche degli studi archeologici, combinate con l’impiego di tecnologie all’avanguardia, come ad esempio recenti sviluppi di tecniche di mapping chimico basate su microscopia elettronica a scansione e spettroscopia Raman.

Il risultato di questi studi ha poi dato vita ad un’altra sfida tecnologica, quella di DMAT, ovvero traslare questa scoperta in un prodotto adatto all’industria moderna delle costruzioni. 

Il segreto del calcestruzzo romano

Il calcestruzzo utilizzato dai romani era in grado di autoripararsi. Questa capacità viene attivata dall’acqua che, invece di danneggiare il materiale, richiude le fessurazioni e autoripara eventuali crepe con un processo simile a quello della cicatrizzazione dei tessuti biologici. Quando il calcestruzzo moderno si fessura invece, entrano acqua o umidità e la crepa si allarga e si propaga nella struttura. “Con la nostra tecnologia, invece, la fessura si autoripara”. Non solo il calcestruzzo DMAT è in grado di autoripararsi ma consente di abbattere le emissioni di CO2 del 20% e di abbattere i costi di produzione fino al 50%. In un momento storico in cui la lotta ai cambiamenti climatici è cruciale, l’introduzione di DMAT potrebbe fornire un contributo importante considerando che la filiera mondiale del calcestruzzo è responsabile dell’8% delle emissioni globali di CO2.

Il modello di Business di DMAT

La startup del calcestruzzo non avvierà nessuna nuova linea produttiva e non andrà a competere con gli attuali player del settore. “La nostra idea è quella di operare un trasferimento tecnologico su scala globale. In sostanza, ai nostri clienti venderemo formulazioni realizzate con materiali e tecnologie semplici, che permetteranno di realizzare il calcestruzzo D-Lime affidando direttamente ai produttori che, tramite un piano di partnership produttive e di licenze destinato agli stessi produttori, alle aziende di costruzione e agli sviluppatori immobiliari, potranno applicare direttamente la nuova formula senza modifiche agli impianti produttivi”

I volumi di richiesta di calcestruzzo del mercato globale e le finalità per cui viene utilizzato,  dall’edificazione di infrastrutture strategiche alla costruzione di alloggi e luoghi di lavoro realizzati in ogni angolo del pianeta con costi contenuti,  spiegano da soli quanto esso sia realmente uno dei prodotti più democratici della nostra epoca. La cattiva reputazione che talvolta ancora oggi accompagna questo materiale è soprattutto legata ai problemi di durabilità nel tempo e all’impatto ambientale della sua filiera produttiva, in particolare all’utilizzo di uno dei suoi ingredienti principali, il cemento. Anche il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo definisce la sostenibilità come un driver di progresso che deve poggiare su tre pilastri: la sostenibilità economica, sociale e ambientale. “Oggi il calcestruzzo integra i primi due di questi bisogni. DMAT si concentra sul terzo, sviluppando tecnologie che rendono più green e longevo uno dei prodotti più indispensabili alla società contemporanea. La sua competitività economica e accessibilità globale sono già un dato di fatto. Noi lavoriamo ogni giorno per farne un materiale sostenibile al 100%” conclude Paolo Sabatini.

Condividi questo articolo

Leggi anche

Leggi tutti gli articoli
  • Icona
    Innovazione e Sostenibilità
    02.01.2017

    Innovare non è più un lusso per le aziende. È una necessità

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Innovazione e Sostenibilità
    17.02.2023

    La fusione nucleare e la pace (possibile) nel mondo

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Innovazione e Sostenibilità
    03.01.2020

    L'ovvio di oggi era l'impossibile di ieri

    Leggi l'articolo
  • Icona
    Innovazione e Sostenibilità
    06.08.2021

    Chivado: l’app dalla parte di ristoratori e food lovers, che valorizza le comunità [...]

    Leggi l'articolo

Tutti i consigli utili per innovare con lode

Iscriviti alla nostra newsletter

al trattamento di dati per la finalità dell’attività di marketing di vario tipo, inclusa la promozione di prodotti, servizi, distribuzione di materiale a carattere informativo, pubblicitario e promozionale, eventi, invio di newsletter e pubblicazioni come indicato nell’informativa.

© Centodieci 2025
| Privacy Policy & Cookie Policy | Feed RSS|Sitemap HTML|Dichiarazioni di accessibilità| A+ A-