Le persone che vivono meglio, sono quelle che trovano un equilibrio tra ottimismo e realtà

Di Redazione Centodieci

Raccontare esperienze reali che possano aiutarci a percorrere strade nuove e sostenere un diverso approccio al lavoro, alla vita e alla società basato su valori quali condivisione, empatia, crescita e libertà. Questo è la strada che la redazione di Centodieci percorre insieme ai suoi autori, tutti uniti nello scovare e proporre a voi idee vincenti, eventi e personaggi di valore che con il loro coraggio hanno cambiato le regole del gioco. Ma la nostra piattaforma è aperta anche al vostro contributo: se avete pubblicato contenuti online che ritenete in linea o avete visto e apprezzato quelli di altri nei [...]

Scopri di più

Pubblicato il 06.10.2015 alle 8:30

Tali Sharot al TED

Tali Sharot, neuroscienziata cognitiva , ci spiega che il nostro cervello è programmato per guardare il lato positivo delle cose, possiamo infatti affermare di essere tendenzialmente ottimisti per quello che riguarda noi e i nostri cari. In linea di massima questo atteggiamento è positivo, fa affrontare la vita in modo migliore, ma a volte può essere anche pericoloso: un ottimismo irrealistico può portare infatti a comportamenti rischiosi e a pianificazioni sbagliate.
Quello che dobbiamo fare è proteggerci dai pericoli dell’ottimismo, ma rimanere nello stesso tempo fiduciosi beneficiando dei molti frutti che l’ottimismo ci dà. Per farlo è necessaria la conoscenza, o per meglio dire la consapevolezza: diventare consapevoli della nostra inclinazione all’ottimismo, diventando così capaci di trovare il giusto equilibrio. Guardate il video, imparerete a interpretare la vita al meglio.

Condividi questo articolo

Le persone che vivono meglio, sono quelle che trovano un equilibrio tra ottimismo e realtà

Non sentiamoci solo parte di uno Stato o una tribù, ma cittadini globali, [...]

Rivela il tuo segreto al vento, ma non lamentarti se lo dirà agli [...]

Trovare lavoro è diventato un lavoro. Guida ai Social Media per costruire la [...]

La scrittura ai tempi dell’hashtag. Una riflessione sulla forma di linguaggio più evoluta [...]