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potere di dire di no
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Empowerment

Il potere del "no": evitare lo stress, e concedersi tempo per se stessi, non ha prezzo

Lorenzo Fantoni
Di Lorenzo Fantoni
Classe 1981, nasce con l’Atari in mano, grazie a un padre che prima ancora di svezzarlo lo introduce a Star Wars, al rock e a tutto ciò che poteva essere nuovo, tecnologico e fantastico. Dopo una laurea in Media e Giornalismo, nel 2007 decide di diventare scrittore, storyteller e divulgatore, esperto in cultura pop, tecnologia, gadget e videogiochi. Da anni collabora con le maggiori realtà del settore come Wired, Vice, Multiplayer.it, Corriere della Sera, PlayStation Magazine Ufficiale, per i quali è spesso all’estero per reportage su eventi speciali, press tour e racconti dedicati alle mille sfaccettature del mondo “geek”. La sua conoscenza [...]
Scopri di più
Pubblicato il 18.12.2017 alle 13:29

Se tutto va bene arriva un punto nella nostra vita lavorativa, ma anche non lavorativa, in cui gli sforzi che abbiamo profuso nella titanica impresa di fare bene il nostro lavoro e venire pagati per farlo iniziano a dare i loro frutti.
A questo punto i contatti inizieranno ad aumentare, così come il passaparola, che porterà a potenziali clienti, i quali inizieranno a bussare alla nostra porta. La prima e giusta reazione è accettare ogni tipo di proposta che viene presentata. In fondo è un po’ come quando improvvisamente scopriamo che esiste l’altro sesso e magari piacciamo pure, ma proprio come in quei momenti è importante sapere quando dire no.
Sì, avere molti clienti e molto lavoro è bello, ma a quel punto subentra un fattore molto importante: la capacità di analisi non del cliente, ma di noi stessi del nostro punto di rottura, del tempo di cui abbiamo bisogno di riposo prima di ricominciare, di quanto abbiamo bisogno di quei momenti di decompressione che ci permettono di tornare a lavorare in modo giusto.
Ecco perché è bello dire sì, ma è importante dire no.
Non devi per forza presenziare all’ennesimo evento di networking/aperitivo/conferenza, anche se pensi che magari ci saranno tutti e potresti trovare altri clienti o metterti in mostra. Hai già da fare.
Non sei obbligato ad accettare ogni cliente, soprattutto se a naso ti sembra una persona problematica o che potrebbe essere ancora peggio. Anche se sono molti soldi. In alcuni casi evitare un profondo stress non ha prezzo.
Non devi rispondere al telefono all’ennesima richiesta, domanda, telefonata di lavoro se in quel momento hai deciso che devi lavorare a testa bassa. Richiameranno o manderanno una mail.
Non sei obbligato a controllare e commentare ogni cinque minuti sui social per fare presenza, anche se i tuoi amici e colleghi stanno tutti dicendo la loro sul tema del momento.
Tutto ciò ovviamente arriva solo dopo che abbiamo capito e interiorizzato la differenza tra la responsabilità e la scelta. Perché anche nel lavoro che ci siamo scelti e per il quale ogni giorno ringraziamo la sorte ci sono momenti che non ci piacciono ma a cui dobbiamo sottostare, ci sono bollette da pagare, conti da far quadrare, libri da comprare per i figli che ti porteranno verso clienti che non toccheresti nemmeno con un bastone. Queste sono le nostre responsabilità, ma ciò di cui parliamo adesso è la scelta, ovvero capire che di fronte al problema potrebbero esserci soluzioni che si aprono dopo aver detto no. Ciò che dobbiamo allenare è la capacità di trovarle.
Ad esempio, farsi conoscere in ogni possibile ambito è fondamentale per ogni professionista, ma ci sono quelli bravi nel public speaking, quelli che vanno forte in radio, chi si trova meglio con la scrittura. Se vi invitano in radio, ma non vi sentite a vostro agio, declinate gentilmente, se tutti fanno video ma non è il vostro forte, non siete obbligati.
E lo stesso vale per i clienti, se siete già pieni non siate ingordi, piuttosto dite di no sul momento, ma lasciatevi la porta aperta, dichiarando serenamente che in quel momento non potete e non riuscireste a fare un buon lavoro. Sempre meglio fare così che accettare, produrre qualcosa di frettoloso e rischiare di perdere il contatto.
Ricordatevi, cari freelance, che per quanto gli altri vi paghino siete voi i vostri veri datori di lavoro e il vostro capo.
Se il lavoro non vi piace potete solo prendervela con voi stessi.
Se le regole del business che tutti seguono non fanno per voi, mollatele, se quel cliente rischia di farvi scoppiare, non soccombete all’istinto della grande abbuffata e dite di no.
Un antico detto giapponese dice che una decisione va presa nello spazio di sette respiri, io invece vi propongo sette domande:
“Mi interessa veramente?”
“Va in conflitto con i miei valori, la mia personalità o lo stile che ho scelto?”
“Mi farà felice e mi divertirà?”
“È qualcosa di cui adesso ho bisogno?”
“Mi permette di raggiungere un obiettivo di cui ho bisogno?”
“Perché per me è importante?”
Ogni volta che vi sentite in dubbio, ricordatevele, perché la risposta potrebbe suggerirvi cosa fare, ovviamente con un po’ di buon senso. È importante spingersi oltre i propri limiti ogni tanto, perché se non fai qualcosa che ti mette ansia probabilmente non stai mai crescendo, ma se vedete che non vi interessa, non vi fa raggiungere un obiettivo o che non fa assolutamente per voi dite di no.
Poter gestire il proprio lavoro è una grande ricchezza e una grande responsabilità verso sé stessi, perché alla fine siamo noi che decidiamo la qualità della nostra vita, ricordandoci che c’è quasi sempre una scelta.

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