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Immagine principale di: Da Twitter a Mastodon: un tuffo nella Rete che fu e nel Fediverso
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Innovazione e Sostenibilità

Da Twitter a Mastodon: un tuffo nella Rete che fu e nel Fediverso

Claudio Gagliardini
Di Claudio Gagliardini
Nato a Roma nel 1970, manca per pochi decenni la natività digitale, ma recupera con insospettabile freschezza alla fine degli anni ‘90 dopo numerose esperienze in ambito turistico-ricettivo, in giro per l’Italia. Il demone del web s’insinua in lui agli esordi della Rete nel Bel Paese, fino a diventare una professione, con l’avvento dei media sociali e del web 2.0, che integra l’impegno sino a quel momento speso in comunicazione e marketing per-digitali. Oggi è consulente, formatore e relatore in marketing e comunicazione, con particolare specializzazione sui social media e sulle opportunità offerte dalla Rete. Socio e co-fondatore di seidigitale.com [...]
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Pubblicato il 06.12.2022 alle 11:32

Dalla fine di ottobre, quando l’imprenditore seriale Elon Musk ha comunicato di aver acquistato la piattaforma Twitter e, subito dopo, di voler rivedere il meccanismo di verifica degli account, introducendo una “spunta blu” a pagamento, oltre a quella attribuita d’ufficio ai personaggi pubblici e a determinate categorie (tra cui scrittori, giornalisti, artisti, etc.), molti degli utenti del social cinguettante hanno iniziato a coltivare l’idea di volarsene via altrove.
La motivazione di questa fuga poggia sull’assunto secondo cui, oltre a non risolvere la questione dei bot e degli account fake, questa misura favorirebbe la visibilità degli utenti “premium”, penalizzando i contenuti degli altri, che a quel punto sarebbero di fatto equiparati a semplice rumore di fondo, se non addirittura a spam.
La meta di questa fuga, che per il momento ha mosso soprattutto utenti Twitter di vecchia data, è stata eletta nella piattaforma open source decentralizzata Mastodon, creata nel 2016 dallo sviluppatore tedesco Eugen Rochko. Oggi questo software rappresenta il più grande social network decentralizzato. 

Cos’è Mastodon e come funziona

A differenza di Twitter, che è una piattaforma proprietaria e centralizzata, il progetto di Rochko è open source e decentralizzato. La caratteristica che più lo differenzia dai social media cui siamo abituati è che Mastodon è a tutti gli effetti una rete di mini social network, la cui definizione tecnica è istanze o server. Non si tratta dunque di un monolite, come Twitter o Facebook, ma di un insieme di istanze che, pur girando sullo stesso software, presentano temi differenti e possono avere diverse finalità e regole. Ad oggi mastodon.uno è l’istanza italiana più attiva di Mastodon.
Quando ci si iscrive a questa piattaforma, pertanto, per prima cosa occorre scegliere un’istanza in funzione dell’area di residenza, della lingua, dei propri interessi o altro. A registrazione terminata viene fornito un nome utente simile ad un indirizzo email: @username@nomeistanza. Questo non impedisce tuttavia di vedere ed interagire con i contenuti creati da utenti di altre istanze, dei quali si può fruire direttamente dalla propria istanza. Proprio come accade con le e-mail, infatti, scegliere un provider piuttosto che un altro non impedisce di inviare e ricevere email da chiunque, a prescindere dal servizio scelto per farlo. Allo stesso modo, ogni utente della piattaforma può avere più account su più servizi, che nel caso di Mastodon significa iscriversi a più istanze.

Per il resto Mastodon non è troppo diverso da Twitter. Qui i tweet si chiamano toot e dispongono al massimo di 500 caratteri, ma le dinamiche di utilizzo non differiscono in modo clamoroso, a parte il fatto che i retweet si chiamano boost e non consentono di aggiungere un proprio commento (citazione).
A fare la differenza è dunque, più di ogni altra cosa, l’appartenenza di questo social al Fediverso, parola macedonia di origine anglosassone formata dalle parole federato e universo. In questo ambito Mastodon è certamente il software più conosciuto e utilizzato.

Cos’è il Fediverso

Chiariamo subito: no, Fediverso non è un altro modo per definire il Metaverso, ma si tratta di due cose distinte. Il Fediverso è una rete informatica federata, ovvero l’insieme dei server federati utilizzati per la pubblicazione web. Per farla più semplice, l’insieme di server gestiti da molte persone diverse (decentralizzazione) e di applicazioni che mette gli utenti in grado di scambiare tra loro informazioni attraverso l’uso dello stesso protocollo o di protocolli tra loro simili. Il Fediverso è una comunità internazionale che ad oggi conta oltre 6 milioni di iscritti, distribuiti su circa 14.000 server indipendenti.
La cosa più interessante del Fediverso è che al suo interno si trovano servizi di natura differente, come social network, piattaforme di blogging, piattaforme di pubblicazione e condivisione di foto o di video, che sono tra loro interconnesse ed interoperabili. Questo significa, nel caso di Mastodon e del Fediverso basato sul protocollo ActivityPub, che se un utente di uno dei servizi dispone di account anche su altri, ciò che questi pubblica su un altro servizio sarà automaticamente condiviso su Mastodon e sarà visibile dagli utenti che lo seguono, grazie al protocollo ActivityPub che unisce le piattaforme del Fediverso e le attività che gli utenti svolgono su di esse. 

Perché molti utenti Twitter stanno scoprendo Mastodon e il Fediverso?

Sebbene l’arrivo di Musk alla proprietà di Twitter abbia generato in alcuni cinguettatori il desiderio di cambiare aria, il nuovo corso rappresenta per molti una sorta di “ultima goccia”, perché il vaso del social dell’uccellino blu era pieno sin quasi a traboccare già da diversi anni. L’atmosfera da pionieri che si viveva su quella piattaforma, fino allo sbarco di molte celebrità e dei loro fan, era già un ricordo lontanissimo, quando tra gli hashtag in tendenza era impossibile trovare reality show, gare sportive e molti altri eventi e fenomeni di massa, che Twitter ha scoperto quando si è trasformato da una piattaforma di nicchia a un canale mainstream.
Su Mastodon quella vecchia atmosfera sembra essere invece ancora presente, al punto che non è raro leggere tra i post di questa piattaforme utenti che esprimono il desiderio che il clima rimanga lo stesso e che, finalmente, si possa ritrovare lo spirito che aveva reso Twitter così amato fino alla prima metà degli Anni ‘10, quando ancora era usato da pochi.

Testare questo software e avvicinarsi al Fediverso è dunque un’esperienza che tutti gli utenti della Rete della prima ora dovrebbe fare, perché gli ultimi anni stanno mostrando tutte le criticità di un Web che è sempre più nelle mani di pochi e che rischia di implodere su questa e su altre criticità, tra cui quelle legate alle normative dei diversi Paesi del mondo, che da un lato tutelano gli utenti ma dall’altra finiscono inevitabilmente per favorire le grandi multinazionali, che hanno spalle abbastanza grosse per affrontare gli inevitabili problemi che da questi aspetti derivano. Un problema che il Fediverso in gran parte scansa, poiché esso non poggia su nessun modello di business, è privo di pubblicità e non genera profitto, ma si regge sulle donazioni degli utenti e sulla disponibilità di molte persone a fare la propria parte perché possa sopravvivere ed evolversi.

Per sapere di più su Mastodon: mastodon.it

Per sapere di più sul Fediverso: mastodon.it/it/fediverso

Le statistiche del Fediverso: fediverse.observer/stats

Il canale ufficiale di Mastodon Italia: @mastodonitalia@peertube.uno

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